Dimensioni parallele, mantelli demoniaci,
scheletri incazzati e… gelatai che spacciano VHS
Si inizia molto male, un’inquadratura
stampata su un culo e poi su a incorniciare un sorrisetto malizioso della bella
morettina di turno. Si continua con risate sciocche, occhiate invitanti, altre
inquadrature audaci giustificate dai bollori maschili di chi impugna la
telecamera. Insomma, una manciata di minuti e VHS Viral mette insieme il peggio attribuibile a mockumentary e
found footage, quel voyeurismo infantile dal quale di certo non trapela uno
sguardo adulto che ne discolpi le facili intenzioni. Ed è un peccato che sia Marcel Sarmiento a iniziare questa terza tornata di corti in videocassetta con l’episodio
connettore Vicious Circles, il bel Deadgirl aveva stomacato piacevolmente
mentre c’è davvero poca sostanza in questo lavoro sì più complesso e importante
dei precedenti fil rouge, ma anche più sciocco, confuso e spesso incomprensibile,
oltre al suo poggiare le basi di una storia delirante e pretenziosa su un
qualche tipo di virus che trasmette il morbo delle VHS malvagie a chi usa il
telefonino e insegue un certo esibizionismo social. Come se non se ne
accorgesse, Sarmiento sembra quindi rigettare le basi del progetto VHS, che tanto nel pessimo primo capitolo
quanto nel bel secondo i vari autori avevano invece confezionato e difeso, in
maniera stupida e inesperta, un po’ come i due giovincelli che ha costruito e
che si perdono tra furgoni che investono poliziotti e trascinano biker,
spacciatori del cartello che ammazzano a forchettate e sex addict che si
filmano in taxi..
Per fortuna gli altri segmenti rimettono
in carreggiata il carrozzone, è parecchio indietro rispetto alla più che
discreta qualità raggiunta dal secondo capitolo ma resta quanto meno ben lontano
dalla povertà di idee del primo, fetente VHS.
Gregg Bishop ci mette quel taglio ironico
e leggero che ha già mostrato in TheOther Side e in Dance of the Dead,
il suo Dante the Great prende un po’
qua e un po’ là ma mette insieme uno show rapido e divertente, con un ritmo
altissimo per ben allestire le forze che il mago Dante acquisisce con un
mantello demoniaco. Solita passerella di superpoteri senza grosse regole, i nemici
vengono spezzati in brutte maniere, svuotati degli organi, letteralmente aperti
come un libro e gettati contro più o meno tutte le pareti che si vedono, un
goreshow bello liscio che fa scivolare via le mille imprecisioni e la totale
mancanza di logica nel passare da documentario fake a filmati ritrovati e
incollati, con tanto di momenti di canonica terza persona dove nessuno può
materialmente impugnare la telecamera.
Un po’ strano trovare nella combriccola
Nacho Vigalondo, è appena uscito il suo terzo lungometraggio, Open Windows, ed è ormai ben avviato mentre
qui è più palcoscenico per autori emergenti o pronti al salto di qualità, abbastanza
facile quindi che il suo Parallel
Monsters sia la parte migliore, c’è ottima esperienza e buona dose di
coraggio nel proporre un innesto barkeriano quando raramente l’horror odierno
tiene conto di mostruosità e aberrazioni come quelle che incontra il povero inventore..
Splendido lo spunto iniziale, con una porta aperta su una dimensione parallela
dove il doppelganger del protagonista ha costruito la stessa cosa e l’ha
attivata nel medesimo istante, poi largo spazio a corridoi bui, segreti morbosi,
riti infernali e un bel po’ di ribollente WTF fino alla ferocissima e disgustosa
carnosità conclusiva.
Bonestorm è
titolo perfetto per quello che accade nella prova di Justin Benson e Aaron Moorhead, il duo era molto atteso dopo l’incredibile Resolution ma, pur presentandosi in piena forma narrativa, la poca
consistenza registica fatica a tenere insieme l’esagerato minutaggio. Opera spensierata,
tra lo splatter e l’ironia ma con un bel grottesco che striscia fuori nella
mattanza finale, piacciono parecchio le caratterizzazioni dei due giovani
skater e il loro simpatico linguaggio spietato, ma a lungo andare, per quanto
piacevoli e inventive nello schizzato alternarsi di punti di vista, le mazzate
contro i demoni messicani finiscono un po’ per ripetersi, privano la storia di
un vero crescendo e il finale tronco mostra tutti i limiti di un pezzo a tratti
esilarante ma che non punta da nessuna parte.
Leggenda vuole che esista un quarto
segmento a opera di Todd Lincoln, non si hanno notizie circa la sua esclusione
ma, forse, VHS Viral ne trae anche vantaggio:
80 minuti scarsi si divorano rapidamente e, pur con gli indecifrabili intervalli
di Vicious Circles a rallentare una
discreta marcia, per me è ancora pollice alto per queste iniziative che pescano
in un calderone al quale, è vero, mancano i giusti dosaggi e magari qualche
ingrediente che faccia la differenza, ma che pare essere sempre più saporito.
a breve lo vedo e grazie per la segnalazione del nuovo Vigalondo....
RispondiEliminaChe pare anche cosa interessante e fresca :)
EliminaNon sono una esperta in materia ma il primo mi fece parecchio schifo.
RispondiEliminaDi questo ho visto il trailer e francamente ho un po di timore ad affrontarlo...
C'è parecchia differenza, eh. Il primo era grossomodo inguardabile, mentre nel secondo, tolto il primo corto, c'erano ottime idee e risultati più che dignitosi. Questo alla fine è sulla sufficienza stiracchiata, con due pezzi simaptici e un'ottima prova, quella di Vigalondo. Per me si fa vedere :)
EliminaAnch'io volevo vederlo. La tua rece mi dà una spinta in quella direzione...)
RispondiEliminaRicordo che a te piacque il primo... leggerò volentieri quando ne scriverai :)
EliminaE' stato davvero strano... e non sempre essere strani è un difetto
RispondiEliminaSì, dai, è vero, il corto che funge da collante è strano forte e in certi momenti ha un suo ipnotismo che lascia parecchio a disagio...
EliminaMi imbatto in questo film, lo guardo pensando a chissà quale trama, minuto dopo minuto si alternano i 'Wow' e i 'ma cos'è sta cosa?' , ora scopro che fa parte di una serie di 3 forse 4 film.
RispondiEliminaOnestamente non mi dispiace come notizia, perchè questo è molto confuso a tratti incomprensibile come già detto, ma intrippante come pochi riescono ultimamente e penso che ora me li farò passare tutti (''partendo'' purtroppo dal primo)
La questione è :
una volta visti i 2 mancati riuscirò a delineare un senso ?
Assolutamente no, sono tutti stand alone. Nei primi due VHS il tema e alcuni elementi sono ricorrenti, ma pur sempre storie a se stanti; questo terzo collante è solo confuso e incomprensibile :)
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