Da un po’ di tempo ho deciso di uscire dal
giro, dell’editoria mi sono reso conto che mi trovo molto più a mio agio come
semplice lettore e, ehm, scrittore, che come addetto ai lavori. Sarà un periodo
passeggero o magari è imboccata finale, questo non lo so mica, ma è sicuramente
un gran poter dedicarsi a quello che in fondo ci si accorge piacere davvero, e
se una volta, quando con Edizioni XII si scrutava il mercato editoriale
italiano a mo’ di Nicolas Cage con la sua torcia immortale a squarciare luoghi
bui, il piacere stava proprio nell’editare e correggere romanzi e racconti
comunque consci, non importavano mai la fatica e il tempo, che il pubblico era così
piccolo da poterlo contare con le dita, adesso meglio far semplicemente parte
di quel pubblico nella speranza che
magari sia cresciuto o ci siano buone prospettive per farlo.
Così, terminata la collaborazione con
Mezzotints, che continua a fare buone cose e a cui auguro il meglio del meglio,
di queste prospettive ce sono due, nate da poco e subito partite a razzo come
non ci fosse un domani – che in realtà è un po’ come dire che quel domani, se
non lo si tira su adesso, mica lo fanno gli altri.
Zona 42 parte alla grande e butta fuori
una notiziona ancora prima di aprire il sito, questo significa soltanto lavoro,
pianificazione e investimento mossi dalla vera, vera passione tanto da non poter resistere qualche giorno in più e fare
tutto con calma ed eleganza. È una cosa oggettivamente abbastanza incredibile
per un editore che deve ancora crearsi pubblico e mercato, in quanto pubblicare
un autore come Ian McDonald, che non sarà nome stellare sulla bocca di tutti
gli italiani ma è scrittore con carriera trentennale munito di solida scia di
premi Hugo e Arthur C. Clarke vinti o sfiorati di poco, non è tanto questione
di coraggio editoriale bensì di partenza in quarta con le palle quadre perché voglio pubblicare quello che gli altri non
pubblicano. Non è quindi pubblico gli italiani che non hanno mercato, non è
pubblico la buona narrativa, è qualcosa di molto più tosto e importante, è
pubblico la fantascienza fondamentale
straniera che gli editori italiani hanno snobbato, e lo faccio adesso perché ne ho i coglioni pieni di aspettare. È tutto
molto semplice, ma nella situazione tricolore la semplicità diventa triste e
sofferente, grigia, smunta e annoiata, pensando anche ai natali di Desolation Road, insomma, 1988, sono
passati un bel po’ di anni. Come se non bastasse, il team di Zona 42 Ian
McDonald se l’è pure portato appresso al DeepCon: non voglio parlare di soldi,
ma non voglio nemmeno pensare a quanto si sia lavorato a monte e a quanto sia
stato spremuto il portafoglio, conosco benissimo la fatica e la scommessa
– qualche anno fa, per acquistare i diritti di un Brian Keene, abbiamo speso
migliaia di euro, per vendere poi decine di copie di Vermi conquistatori o
poco più – da parte mia c’è solo il massimo respect per il signor Iguana e la
sua combriccola, ed enorme curiosità per le prossime pubblicazioni.
La seconda prospettiva parte invece da un
nome di certo più conosciuto nell’ambiente fantastico, il Duca è un po’ una
sorta di faro che si segue o si evita, difficile girargli attorno e avere con
lui un approccio timido, è qualcosa di prepotentemente magnetico, che pur con
il suo stile così d’acciaio e le sciabolate che lo contraddistinguono è
impossibile non rispettare per costanza e fede, mai vacillate e anzi, ancora
più forti adesso che può contribuire finalmente in maniera concreta a quell’editoria che da anni cerca di spingere, modellare
e influenzare. Vaporteppa non poteva esordire che con Michael Swanwick (Gli dei di Mosca), luminare forse per eccellenza di Gamberetta e soci, autore che non ho mai
davvero apprezzato ma con cui è impossibile rimanere freddi o distaccati di
fronte alle idee, alle fottute idee
che brillano nei suoi romanzi, è un nome importante e con un peso fondamentale
nell’evoluzione della sci-fi e del fantasy, che in Italia naturalmente viene
pubblicato soltanto a sprazzi (Urania ha appena riportato nelle edicole Ossa della terra). Il discorso è pressappoco identico a quello dei ragazzi di
Zona 42, se non per una differenza propriamente generica in quanto Vaporteppa
sembra più interessata a un fantastico e a un weird (probabili bizarro in
futuro, e sarebbe ora): si pubblica quello che non viene pubblicato perché non
c’è pubblico/perché non c’è spazio/perché non c’ho voglia, si portano in Italia
libri grossi di scrittori stranieri, che sì, ti potevi anche leggere
in lingua invece di lamentarti, ma che è giusto far conoscere e apprezzare perché
sono letture che devono essere a disposizione di tutti quanti, e perché
è semplicemente sbagliato il non
farlo dei soliti colossi, che pensano solo a tradurre merda, merda e merda.
Si tratta di realtà piccole, che pur con un
loro seguito sono indirizzate a un pubblico giocoforza non così vasto come
meriterebbe – la distribuzione in libreria per ora è centellinata, si gioca
tutto sul web e sul digitale com’è giusto che sia per creature appena nate ma
dalle intenzioni così ferree. Non esiste il mercato e allora lo si crea, perché il pubblico c’è, le
richieste ci sono, e adesso non vale più la scusa che a mancare sono anche gli
editori – che, meglio ricordarlo,
traducono la Storia con la S maiuscola proprio perché nessuno l’ha fatto
prima. Vedremo col tempo quanto sentenzieranno i numeri, dalla mia hanno il più
grande entusiasmo di lettore possibile.
Credo di essere diventato rosso come un pomodoro maturo per l'imbarazzo e l'emozione, e non è cosa, che sono ancora in ufficio! :-)
RispondiEliminaGrazie grazie grazie per le belle parole, assai apprezzate!
(McDonald non ce l'abbiamo portato noi a Fiuggi. Son stati quei bravi ragazzi che organizzano la DeepCon. Noi abbiamo solo corso come pazzi per chiudere in tempo il volume!)
(Si be' ma non dirlo a nessuno che fa più fico e poi quelli poco attenti come me ci cascano! :-p)
EliminaGrazie per aver segnalato Vaporteppa!
RispondiEliminaIn bocca al lupo a Zona 42, sono curioso di vedere le prossime opere che porteranno quest'anno (altre 3-4, giusto?), visti i criteri di scelta indicati sul sito! Sono contento che altre piccole case editrici si preoccupino di portare fantascienza meritevole in Italia!
In bcca al lupo anche a voi!
EliminaAndare alla fine dell'anno contiamo di pubblicare altri due o tre romanzi. Il primo, già in produzione, sarà la traduzione italiana di Sun of Suns, di Karl Schroeder, che forse attirerà anche la vostra attenzione vista la quantità di ottone e legni lucidi che vi compaiono. :-)
@ Duca: dovere :)
Elimina@ Iguana: molto ghiotto, ricordo tua ottima rece di Sun of Suns...
Da lettori, quello che possiamo fare è aiutarli il più possibile. E io che non leggo in inglese (un pò per ignoranza, un pò per scelta... ma molto per ignoranza :B) sono più che eccitato a poter leggere queste meraviglie!
RispondiEliminaInfatti, ebbravo l'eddy! :)
Elimina