USA, 83 minuti
Regia: Jacob Vaughan
Sceneggiatura: Benjamin Hayes, Jacob
Vaughan
Ci sono argomenti che vanno toccati con un
certo tatto per poter funzionare, un conto infatti è avere le spalle coperte
dalla Troma e sbandare senza limiti di decenza, ben altra cosa è affrontare una
simile idea con una produzione targata Duplass Brothers, ed è infatti curioso e
allo stesso tempo ben strano vedere i re del mumblecore patrocinare un b-movie
che parla di coliche disumane e mostri anali, ma alla fine il risultato è quel
qualcosa di innocuo e pacato che era forse facile aspettarsi. Non che Bad
Milo! eviti certe brutalità sonore (i terremotanti mal di pancia di Duncan
danno i brividi) o varie parentesi gore bene adatti alla causa vendicativa del
mostriciattolo intestinale (una sofferta evirazione a morsi, qualche secchiata
di sangue, un pugno di amputazioni), ma l’interesse di Jacob Vaughan si
focalizza sugli strambi personaggi che colorano la vita del povero Duncan (dal
folle strizzacervelli impersonato da un sempre ottimo Peter Stormare al giovane
fidanzato pervertito di sua madre, dallo stupido collega che si ritrova al
lavoro alla superiorità del medico per la fertilità), spendendo tempo e
dialoghi per curarne caratteri divertenti e che colpiscono alla prima battuta.
Il problema, più che altro, è che al di là di questo non c’è niente.
La storia può anche essere accessoria, ma
per quanto discretamente organizzata nella sua linearità i cliché sono anche
irritanti, già sfruttati a dismisura in mille commedie (azienda prossima al
fallimento, lui sfigato e soggiogato dal boss che trama per rubare tutto il
capitale, il brutto rapporto con il padre, lei che aspetta un bambino e ciò
comporta litigi e piccole crisi famigliari), chiaro quindi che ci si
aspetterebbe un gran botto su un piano squisitamente horror, tra squartamenti e
deliri sanguinari è lecito prepararsi per un gran banchetto, e invece, salvo
quelle due-tre scene, le uscite notturne della creatura Milo non provocano
chissà quale effetto – eccessivamente inoffensiva la sua violenza da una parte,
dall’altra nullo o trascurabile il fattore ironia, con un Vaughan che si limita
a calcare certe tenerezze modellate su Gremlins e dintorni, ma che non
riesce mai a dotare il mostriciattolo di una propria personalità simpaticamente
sadica.
Se ne esce quindi abbastanza
insoddisfatti, o meglio, del tutto indifferenti da un film che prometteva certe
cose (mostri che escono dal culo!) ma che alla fine si limita a compilare un
compitino spento e poco interessante, non tanto per mancanze di scrittura o di
inventiva (i siparietti con i personaggi secondari funzionano sempre, ma
rimangono comunque personaggi secondari), bensì per un’incapacità quasi totale
di dare colore all’insieme (praticamente inutile il personaggio di Sarah, che
manco si preoccupa per i dolori assurdi del marito, copiatissimo e soporifero
il dirigente aziendale). E quindi sì, rimane certo il piacere di un b-movie a
cui nessuno può togliere la simpatia di cui è intriso, ma è comunque visione
leggera, davvero troppo leggera per lasciare qualche segno, e con un argomento
principe con cui farsi strada tra mille prodotti low che infestano l’universo
di genere, era giusto fare molto di più.
peccato, mi stava stuzzicando...
RispondiEliminaEro molto stuzzicato pure io...
EliminaNe avevo letto da Belushi e lo stavo aspettando con un certo brombolone de panza... mi sa che lo vedrò comunque ma posso spostarlo in scaletta
RispondiEliminaBe', sì, strappa giusto un paio di sorrisi, niente più
Eliminaquella foto! sono io allo specchio!!
RispondiEliminaAddirittura!
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