USA, 80 minuti
Regia: Mike Mendez
Sceneggiatura: Gregory Gieras
Delle tonnellate di film che sparano
titoloni epocali è raro trovare qualche prodotto anche solo lontanamente
decente, lo sappiamo tutti, in fondo il dominio dell’Asylum e Sy-Fy sul fronte
monster-movie è inespugnabile ma, per quanto ne possa apprezzare certo zotico
coraggio e la comunque invidiabile costanza, ogni tanto sento la mancanza di un
vero, rozzo b-movie. Per fortuna ci hanno pensato Gregory Gieras e Mike Mendez,
passato poco raccomandabile per entrambi se non per il simpatico The Convent,
che con Big Ass Spider! recuperano tutta l’ignoranza necessaria per un
cazzo di film di mostri tonto, citazionista e semplicemente riuscito: budget
irrisorio, trucidi effetti speciali e trama marcissima, ma il minestrone
funziona senza tanto bisogno di riscaldarlo ulteriormente grazie a pochi tocchi
e un’efficace capacità ironica, arma da sempre fondamentale per la riuscita di
un film dove un megaragno alieno spacca tutto.
Niente, niente, niente che non si sia già
visto ovunque, eppure il film funziona per la simpatica atmosfera che viene
costruita – la bonaria tamarraggine di un protagonista sempliciotto come il
disinfestatore Alex è affiancata con insperata goliardia dalla demenzialità della
guardia Josè, i due formano infatti una coppia irresistibile tanto nello
sparare commenti e frecciate sarcastiche quanto nel non avere mai pienamente un’idea
precisa di quello che sta realmente accadendo. Ne esce pertanto un registro
così solare da strappare sorrisi anche a piccole esclamazioni o a gesti
innocui, che a loro volta giocano su cliché e difetti del b-movie tipo (lo
spiegone dello scienzato, al quale i due reagiscono sbadigliando ma continuando
a chiedergli informazioni che non capiscono) e in altre occasioni sfoggiano un
umorismo cattivissimo e inaspettato (i giovani di colore che per primi vedono
il mostro, certe intrusioni spagnoleggianti per risaltare ancora di più la
figura di Josè), evitando in questa maniera di soffermarsi troppo sulle mille
leggerezze di una non-storia priva bene o male di qualsiasi struttura: la
genesi del giant spider o la sua fattura in pessima CG, l’intervento dell’esercito,
l’eroismo di Alex e la storia d’amore che nasce con la soldatessa sono in fondo
momenti di così poco interesse nell’economia generale di un film che diverte
ben oltre le più misere aspettative da non avere poi molta importanza.
Sorprendono anche alcune intuizioni
registiche, lo split screen per visualizzare il massacro dei soldati, la lunga
carneficina nel parco (con tanto di cameo di Lloyd Kaufman) o anche solo la bella scena iniziale sono momenti
sicuramente isolati ma che mostrano comunque un’attenzione e un lavoro che di
certo non si trova in produzioni simili. Peccato solo per un Ray Wise
trattenuto e intrappolato in un ruolo che non gli permette le sue solite
evoluzioni sopra le righe e quei sorrisi falsi e diabolici che da sempre sfodera.
Ma pensa un pò, adesso lo recupero ;)
RispondiEliminaVai di recupero, ché per quel che offre merita assai :)
EliminaO__O
RispondiEliminaMi hai comprata, cercherollo immantinente!
Brava :)
EliminaBello "Cercherollo immantinente". Complimenti Babol :)
EliminaMa grazie della segnalazione. I film coi mostri spaccatutto sono per me fondamentali! A presto :)
RispondiEliminaI mostri hanno sempre il loro gran fascino!
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