Regia:
Brandon Cronenberg
Sceneggiatura:
Brandon Cronenberg
Quando si
nomina un figlio d’arte si è soliti rizzare le antenne, non tanto per l’attesa
di vederlo alla prova quanto più per il timore che il babbo abbia forse aperto
porte che dovevano rimanere chiuse, ma è sempre bello quando anche il
pregiudizio più lontano e timido viene smentito, evento di certo abbastanza
raro come di rara bellezza è l’esordio di Brandon Cronenberg. Dal papi il
ragazzo ha ereditato l’amore per il disgusto armonioso, per il rigurgito
poetico, per la scultura organica e carnosa, tanto che Antiviral sembra uscito
dal miglior Cronenberg sr., quello di una volta, quello difficile e
disturbante, quando ancora si sporcava le mani nella fantascienza e nell’horror
e le sue carnografie meccaniche inondavano lo schermo di sangue.
Sottile,
filosofico e provocatorio, Antiviral possiede quella progressione chirurgica,
quella gestione minuziosa che ne enfatizza ogni aspetto, ogni dettaglio,
studiati con un equilibrio che lascia basiti. La costruzione registica distorce
e aliena nei primi piani silenziosi su volti afflitti, crucciati, pensierosi,
tramortiti, mette a disagio nell’esplosione fotografica di bianco allucinante e
doloroso, sparge eleganza nel muoversi con originalità durante i dialoghi, ed è
quindi strumento perfetto per dare immagine a una storia sceneggiata con
profonda attenzione, dove l’immersione nel contesto fantascientifico è totale
sin dai primi minuti per essere poi svelato lentamente durante lo
sviluppo.
Un
feticismo esasperato e malato porta i fan dei vip ad acquistare e a farsi
iniettare le loro malattie, ma non solo, la realtà creata da Brandon Cronenberg
mostra macellai che vendono disgustose fette di carne organica creata con
cellule di artisti famosi, impianti cutanei di grandi star per personali
piaceri sessuali, guerre mute tra multinazionali farmaceutiche che detengono i
diritti sullo sfruttamento virale degli idoli della folla, il tutto esposto con
una glacialità raffinata, implacabile e inquietante che cerca quel gusto
nell’orrido che solo papà Cronenberg aveva saputo dare al cinema. Dai
cottonfioc lunghi venti centimetri infilati nel naso all’aspetto tridimensionale
dei virus, dalla carne organica esposta nella vetrina della macelleria alla
ricostruzione cellulare di tessuti che crescono e vivono, ogni
finezza colpisce stomaco e mente come un enorme carrozzone di freak capitanato
dal bravissimo Caleb Landry Jones, appena 22enne, ma volto, movenze e tono
vocale perfetti per il disagio evocato da Cronenberg jr.
Pellicola
impressionante e stupefacente, si spera destinata a fare storia.
[Simone & Crescizz]
Beh, dai ultimamente c'è qualche figlio d'arte che merita. Vedi ad es. Duncan jones...
RispondiEliminaQua mi hai messo una curiositabbestia. Hanno dato una data di uscita?
E' vero, Duncan Jones mica scherza, però il suo papi non era un regista, proveniva da un altro mondo. Comunque Cronenberg jr ha grande abilità e una gestione della camera impressionante già adesso... Data d'uscita nun so, non credo però impieghi troppo tempo prima di essere disponibile... ;)
EliminaBene, bene. Finalmente qualcosa di succoso per le nostre papille. Lo cerco e magari ne scrivo pure io.
RispondiEliminaBuone Feste!
Allora buona ricerca, come diceva sopra non dovrebbe passare troppo prima di trovarlo :)
Eliminache come in una staffetta olimpionica abbia raccolto il testimone che il padre ha dimenticato da qualche parte in casa?
RispondiEliminaPare di sì, ogni immagine, ogni lentezza, ogni suggestione è tutta sua padre.
EliminaBella idea, bella sceneggiatura ed effettivamente il Cronenberghino se la cavicchia abbastanza con un film molto complesso e che di sicuro il pubblico italiano non apprezzerà. In dubbio aggiungo che o era l'ora tarda, o era la complessità della trama, o era io che ero stanchissimo/morto/sonno (nonostante le poltrone degne di una panca di chiesa)ma una cosa che non capisco erano i (troppi) silenzi, i primi piani senza che accadesse nulla e una lentezza che a tratti ti faceva apprezzare il film e a tratti aveva un chè di camomilloso... Ok, di certo non pretendevo una regia alla Jhon Woo e che effettivamente ci stavano bene...ma il troppo stroppia...
RispondiEliminaDovevi bere più Red Bull, pirl8! Seriamente, capisco quello che dici, però a me quei momenti "de noia" a me piacciono sempre assai, soprattutto se inseriti in un film come questo :)
Eliminaquindi non è un figlio d'arte alla federico moccia?Bene
RispondiEliminaNo, infatti :)
Eliminasimone ti ho nominato per un meme sulla fine del mondo,se ti va eh...^_^Le domande le trovi sul mio blog
RispondiEliminaNon ci ho mica il tempo per farne un reprise, magari lo faccio mentalmente eh ;)
EliminaSalve,
RispondiEliminaaugurandoti un buon Natale e un felice anno nuovo, ti invito a votare migliori film del 2012 sul mio blog. Nella pagina trovi anche il link per votare come "blogger cinematografico". Ovviamente, l'invito è esteso a tutti i blogger di cinema che non sono ancora riuscito a contattare e a tutti gli amanti del cinema.
A presto!!!
Buon Natale, Simone :)
RispondiEliminaPure a te! :D
EliminaP.S. Mica l'ho ancora trovato 'sto "Antiviral", però...
RispondiEliminaMa non è ancora uscito manco nei cinema, l'ho visto a un festival ;)
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