Regia: J.T. Petty
Sceneggiatura: J.T. Petty
Terra poco esplorata ma molto suggestiva,
il selvaggio west cinematografico non ha mai avuto grosse minacce
soprannaturali da affrontare, o almeno non è mai riuscito a imporsi come il
weird weist fumettistico ha saputo fare negli anni. Qualche buona pellicola
(L’insaziabile), qualche progetto interessante ma non convincente (Dead Birds),
addirittura un megablockbuster (Wild Wild West), ma poco altro, ed è un vero
peccato, considerando anche la pochezza recente di chi ha tentato di mescolare
i generi (Jonah Hex, Cowboys vs Aliens, guarda caso brutte conversioni di
comics assai più lodevoli). The Burrowers non è di certo un prodotto da
incorniciare, né darà nuovo smalto al sottogenere, ma è un’opera pregevole che
sa ben calibrare i due elementi di cui è composta con una seriosa eleganza che
va indubbiamente elogiata.
A scriverlo e dirigerlo J.T. Petty, nome
cinematograficamente poco conosciuto ma sceneggiatore in passato dei primi due
Splinter Cell, che dubito esista singola persona al mondo non abbia almeno
provato: la sua è una narrazione lenta e sofferta, accompagnata da una visione
sporca e tristemente sognante, come se la fatica e il sudore speso in quegli
anni non potessero mai essere adeguatamente ricompensati con un sorriso, un
momento felice. Dopo un incipit piuttosto svelto, un classico prologo di genere
con creature misteriose nell’ombra che assalgono un’innocente famiglia in una
serie di inquadrature e suoni furbi, The Burrowers inizia il suo vero viaggio
seguendo una manciata di cowboy e di soldati in cerca di una tribù pellerossa,
probabile, a loro dire, responsabile del rapimento della famiglia di cui sopra.
Non serve di certo dire quanto si sbaglino, no?
Non tutto gira per il verso giusto, certe
lentezze appaiono storpiate, esagerate, quasi fuori fuoco (il lancio della
bottiglia contro l’albero, sequenza inutile e infinita), ma c’è un interessante
lavoro sui personaggi, che ben identificano la visione di Petty: sono crudi,
sospettosi, rabbiosi, egoisti, aspetti dipinti progressivamente attraverso una
giusta dispensa di tocchi, indizi e trappole psicologiche. Tale gestione
permette una buona ingessatura dialogica, con scatti furiosi e minacce verbali
che esplodono in continuazione, regalando una certa credibilità nervosa alla
situazione. D’altronde, i nostri eroi vagano al buio, rimbalzando da un luogo e
da una diceria all’altra, cercando qualcosa che non sanno nemmeno cosa sia,
dispersi tra certe credenze folkloristiche indiane, bugie razziali e semplice
superbia caratteriale.
E questo orrore che vanno inseguendo non è
affatto male, ben tratteggiato in creature con un aspetto e un modus operandi
piuttosto personale, al quale si aggiunge un accenno mitologico scarso ma
perfettamente incastrato nella geografia locale. Il body count è elevato e
insolito, ai protagonisti (uno statuario Clancy Brown, uno strano e nervoso
William Mapother e un Doug Hutchinson nella parte dello stronzetto arrogante
che pare essergli ormai cucita addosso) se ne aggiungono altri in momenti
inusuali, ed è difficile tifare per qualcuno perché la distruzione
comportamentale impedisce di avere figure stabili o anche solo lontanamente
carismatiche. C’è quindi tanto buio, solo quello, terreno ideale dove i
Burrowers millenari amano cacciare le loro prede.
Sembra interessante!
RispondiEliminaSì, sì, è una cosa un po' strana, molto atmosferica, molto lenta, con una buona idea horror, poi, eh, è tutto fuorché perfetta, a tratti troppo lenta, a tratti fuori fuoco, ma molto interessante, questo sì. :)
Eliminavero il weird western (definizione che, ti avverto, ti rubo alla prima occasione) non sempre, per non dire quasi mai, ha funzionato... ma mi affascina ogni volta, perciò grazie per la dritta ;)
RispondiEliminaAnche a me affascina un sacco, e il bello è che non sono poi un così grande amante del western, ma quest'incrocio di genere l'ho sempre trovato di grande curiosità. :)
EliminaClancy è un grande, "statuario" cm l'hai definito è un epiteto appropriatissimo!
RispondiEliminaSì, Clancy è davvero immenso, qui in fondo ha una piccola parte rispetto al resto del cast, un po' è sprecato ed è un peccato. :)
Eliminasi, si voglio vederlo. Già mi brillano gli occhi.
RispondiEliminaSecondo me il film che si avvicina di più a questo genere weird west (anche se non si tratta di un western) è Tremors, film che amo a dismisura.
E chi non ama Tremors? Un vero gioiellino, uno di quei film che non ti stanchi mai di rivedere :D
EliminaA me invece sono piaciute tantissimo le scene a vostro dire lente. Mi ha no appassionato, reso tutto molto più reale e anche originale. Non un capolavoro (i mostri sono improponibili e questo è un vero peccato) però mi è davvero piaciuto
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