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Recensione: The Morbidly Obese Ninja, di Carlton Mellick III

By Simone Corà | venerdì 21 ottobre 2011 | 11:00

Parlare di Carlton Mellick III significa parlare di Bizarro Fiction, il giovane autore statunitense ne è in fondo nome simbolo nonché uno dei più prolifici e inarrestabili narratori di pazzie, con più di trenta opere (tra romanzi, novelle e raccolte di racconti) pubblicati in appena dieci anni di carriera.

E parlare di Bizarro Fiction significa parlare di storie fuori di testa, dove non ci sono generi, confini, moralità e tutto è concesso, dal sesso più spinto alla violenza più estrema, il tutto filtrato da una visione surreale e sarcastica alla base del genere. L’articolo scritto poco tempo fa è stato uno dei più cliccati su questi lidi, l’argomento è quindi curioso e, nella poca conoscenza che ne abbiamo in Italia, con giusto una sola opera, o quasi, tradotta (Missione in Alaska), l’intento è quello di approfondirlo il più possibile con i titoli più strampalati e potenzialmente interessanti, come lo è questo The Morbidly Obese Ninja, penultima opera di Mellick – sia mai che ne nasca uno stimolo per tentare la lettura in inglese.

Non un romanzo vero e proprio, più un racconto lungo (siamo sul centinaio di pagine, lunghezza ideale della narrativa Bizarro), The Morbidly Obese Ninja racconta, come il titolo lascia intendere, di un ninja sovrappeso, Basu, incaricato di rubare un bambino-cassaforte dalle grinfie del suo acerrimo rivale, il ninja Crow. Già con un protagonista simile, il cui nome deriva dalla pronuncia giapponese di “bus”, è facilmente intuibile l’estrosità stravagante di Mellick, perché il nostro ninja ciccione ingurgita interi tubetti di maionese e in generale qualsiasi cosa commestibile gli capiti sotto i denti, eppure non perde la sua agilità notturna, se non la grazia nei movimenti: l’enorme pancia di Basu rimbalza infatti ovunque, sembra vivere di vita propria e addirittura si trasforma in arma non convenzionale. Una certa comicità cartoonesca è quindi fortemente voluta, e non solo nella definizione di Basu e della sua improbabile stazza, ma anche nella costruzione di un mondo dove la cultura anime è tanto apprezzata da spingere la gente a sottoporsi a interventi chirurgici per cambiare il proprio aspetto e somigliare ai tipici eroi nipponici (occhi grandi, capelli impossibili, smorfie particolarmente accentuate nei volti), così come ha fatto l’amica/amante di Basu, esperta tecnologa militare.

La trama è molto semplice ma non per questo meno interessante, viene infatti resa simpatica e stravagante dalle molte trovate utili a perfezionare un universo strambo e impossibile come la Tokyo futuristica dove si scontrano i due ninja rivali: dalle iKatane agli assurdi superpoteri degli scagnozzi di Crow, passando ovviamente per il bambino-cassaforte e il delirante segreto in esso contenuto, sono questi elementi a risaltare e a dare brillante consistenza a quella che, in fin dei conti, è una scazzottata tra Basu e Crow lunga 90 pagine. Mellick scrive in maniera asciutta e secca, e riesce a mantenere un incredibile approccio serioso, anche laddove la storia si fa più scema, inserendo una costante verve ironica a tratti irresistibile, soprattutto nei grugniti di Basu e nel modo delizioso con cui continua a sottolineare la sua obesità. Inevitabili sono inoltre le sequenze dedicate al sesso (qui comunque molto contenute e rese a loro modo realistiche dal rapporto tra Basu e la sua amata) e a un generale, gratuito estremismo (le corpose e disgustose sedute alla toilette di Basu), ma sono aspetti propri della Bizarro e, anche se appaiono un poco forzate, ben definiscono il totale eccesso narrativo del genere.

Opere del genere non avranno mai un lasciapassare per l’Italia, ma la scena Bizarro è così vasta che sarebbe un vero delitto negarsi uno dei suoi romanzi: l’inglese usato è in fondo molto semplice e intuitivo, se ne avete una conoscenza scolastica non dovrebbe essere difficile, tutt’altro, godersi questi piccoli, folli, violentissimi libricini.

Eraserhead Press, 2011
92 pagine, 7,95 $

2 commenti:

  1. Sono sopravvissuto a "Satan Burger", e ho "Zombies and Shit" che mi aspetta fiducioso. Speriamo sia altrettanto divertente! Secondo te Mellick rende meglio nei romanzi o nei racconti?

    PS: ho preso anche "Night of the Assholes" di Donihe. Se il libro mi farà ridere tanto quanto la sinossi, diventerà il mio preferito in assoluto. XD

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  2. Io ho letto due suoi romanzi, Warrior Wolf Women of the Wasteland e Apeshit, e solo questa novella. Ti dirò, i primi due mi sono piaciuti (anche se il secondo è di una gratuità estrema spaventosa e vomitevole), anche più del Morbidly Obese, però credo che le robe più corte siano più digeribili e probabilmente più adatte alle stranezze Bizarro.

    Tra i miei prossimi Bizarro, Rico Slate Will Fucking Kill You, una versione rozza e volgare dello Schwarzenegger-movie, e MachoPony, una versione splatter horror dei Mini Pony. XD

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