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The Walking Dead vol.6 - Questa vita dolorosa

By Simone Corà | lunedì 7 dicembre 2009 | 13:18

di Robert Kirkman (testi), Charlie Adlard (disegni) e Cliff Rathburn (chine)
Saldapress, 2009
144 pagine
12 euro

Intrappolati, seviziati e usati come gladiatori a Woodbury, Rick, Michonne e Glenn riescono finalmente a fuggire dalle grinfie del Governatore e a far ritorno alla prigione in cui si sono barricati fino a ora per resistere all’assalto degli zombie. Ma non c’è pace, nell’odissea di Rick e compari, e infatti una terribile sorpresa li aspetta nella loro nuova “casa”.

Iniziata un po’ in sordina, con i primi due numeri soltanto furbi ed efficaci raccoglitori dei migliori cliché della tradizione zombesca, la saga romeriana di Robert Kirkman è migliorata SPAVENTOSAMENTE di numero in numero, afferrando sì i modelli cari al genere, ma plasmandoli, modificandoli, trasformandoli sotto una spinta introspettiva che, oggigiorno, nessuno meglio del giovane sceneggiatore statunitense è in grado di fare.

E nell’assalto ritornante che morde nel cinema, nella letteratura e nel fumetto, non è troppo azzardato definire The Walking Dead come la miglior storia di zombie che l’horror potesse offrire dai tempi della storica trilogia romeriana e, giusto per inserire un film capace di scuotere i generi e frullarli in maniera vincente, Shaun of the Dead.

Sono lontani i tempi dei primi due volumi, che (mal)trattavano in maniera fin troppo leggera e veloce personaggi, situazioni, colpi di scena: ora The Walking Dead si destreggia magnificamente tra azione, brutalità splatter e parentesi psicologiche, senza mai concedere una singola vignetta alla pura, ingenua gratuità.
E se le scene violente e i massacri di orde di morti affamati sono momenti comuni e necessari al genere, è proprio nella scultura caratteriale di ogni personaggio che Kirkman firma pagine di grande, grandissimo fumetto.

I personaggi di The Walking Dead sono CREDIBILI e REALISTICI come pochi, pochissimi altri, e ogni loro pensiero o gesto, dal più istintivo e irrazionale al più ponderato e riflessivo, descrivono una realtà, per quanto estremizzata dall’orrore, che non potrebbe essere più concreta.
La responsabilità che pesa sulla schiena di Rick, rendendolo antipatico e facilmente irritabile; la freddezza allucinante di Michonne; l’ingenua solarità di Glenn e fidanzata: questi sono solo antipasti delle mille sfaccettature psicologiche a cui sono sottoposti tutti i protagonisti, con annessi, volontari o meno, contrasti che fanno impallidire per la naturalezza con cui vengono innescati.

In questo sesto volume, aumenta la componente gore (basti pensare alla vendetta di Michonne), che mai, nei numeri precedenti, aveva raggiunto un simile livello di crudeltà, e il binomio psicologia/azione viene perfettamente bilanciato in una miscela esplosiva di continui stop and go che martellano il lettore senza pietà.

Continuano a piacere i disegni di Charlie Adlard, rigidi, schematici, con tratti decisi e veloci, così come i dialoghi di Kirkman, lunghi e studiati, anche se in parte rovinati, ancora una volta, da un lettering terrificante, che ingrassetta i termini più significativi in una maniera tanto irritante che la lettura, più di una volta, ne esce disturbata.
Ottimo comunque il lavoro della Saldapress, che, a parte una manciata di refusi, confezione un volume altamente gratificante anche sotto il mero punto di vista visivo.

Lettura imprescindibile, c’è poco da fare.

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