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Bubba Ho-Tep

By Simone Corà | venerdì 18 luglio 2008 | 21:04

2002, USA, colore, 92 minuti
Regia: Don Coscarelli
Sceneggiatura: Don Coscarelli
Cast: Bruce Campbell, Ossie Davies, Heidi Marnhout, Bob Ivy

Elvis Prisley è vivo, è vecchio e vive in un ospizio. Lì conduce una vita priva di interessi ma ricca di rimorsi, crogiolandosi in un’apatia che lo sta portando lentamente alla morte. Almeno fino a quando alcuni decessi misteriosi e l’apparizione di un gigantesco scarabeo, lo convincono a indagare su quanto sta succedendo: una mummia egizia succhiaanime si aggira per l’ospizio, golosa di spiriti. Aiutato da Jack, un vecchio pazzo che crede di essere Kennedy, gli toccherà mettere da parte il passato e affrontare il presente.

Se c’è una cosa in cui l’industria cinematografica non ha rivali è la capacità di rubare idee altrui. Che poi si parli di omaggio, trasposizione, remake o quant’altro, è faccenda per la quale ora non vale spendere caratteri e inchiostro virtuale.
Se c’è una cosa in cui l’industria cinematografica è invece carente, è l’interesse riservato a Joe Lansdale, che, con la sua sterminata produzione letteraria, potrebbe regalare più volte all’anno materiale su cui qualsiasi produttore dotato di un minimo di fiuto metterebbe le mani. E invece, a oltre vent’anni dal suo esordio, le uniche trasposizioni che per ora ci sono date sono Incident On and Off a Mountain Road (tratto da un racconto breve e diretto sempre da Coscarelli per la prima stagione dei Masters of Horror) e il qui presente Bubba Ho-Tep, divertente horror umoristico tratto da un suo romanzo breve o racconto lungo che dir si voglia.

Scritto e diretto dal phantasmatico Don Coscarelli, Bubba Ho-Tep è, prima di tutto, una coloratissima messa in immagini di una delle storie più irriverenti, originali e scurrili dello scrittore texano. Fedele e parsimonioso nel rispettare la trama originaria (piccole aggiunte comprese), Coscarelli non ha avuto timore di riportare pari e pari i lunghi dialoghi infarciti di un vocabolario osceno ma irresistibile. Basti infatti dire che Elvis ha un bubbone pieno di pus sul pene, e non perde secondo per ricordarlo a se stesso e allo spettatore, usando di volta in volta espressioni sempre più volgari e, nella sua amara realtà, divertenti.
Allo stesso modo, anche i metodi usati dalla mummia per risucchiare le anime, sebbene non approfonditi come nel romanzo, seguono lo stesso procedimento per via rettale, senza apparente ansia da censura pronta a mutilare il coraggio ostentato.

L’ironia pervade l’intera pellicola, sia nella caratterizzazione dei personaggi (Elvis è stanco, sessualmente frustrato e ossessionato dal suo pene; Jack è trascinante nella sua convinzione di essere il presidente Kennedy), sia nella scoppiettante rappresentazione visiva (la mummia veste come un cowboy), ma anche in alcune trovate talmente esilaranti per le quali la semplice risata quasi non rende giustizia (le imprecazioni offensive lanciate dalla mummia).
È necessario però far presente quanto la componente comica sia controbilanciata da un’insospettabile quanto amara analisi della terza età, effettuata attraverso i numerosi approfondimenti psicologici di Elvis e Jack. Accompagnati infatti da una colonna sonora di rock sinfonico strabiliante, i molti momenti di riflessione interiore del Re offrono spunti di pensiero e occasioni di pura e semplice commozione, grazie anche all’intensità elargita dalla prova di un immenso Bruce Campbell.

Diventa difficile, a questo punto, disquisire di un cast che si regge totalmente sulla figura carismatica dell’indimenticabile Ash Williams. Ossie Davies è un’ottimo comprimario e una divertente spalla per siparietti comici, così come Heidi Marnhout è riuscitissima infermiera. Ma Bruce Campbell diventa a tutti gli effetti l’unico, vero Re che la pellicola possa offrire, l’alpha e l’omega di una storia cucita a sua misura, e che trascina giogioneggiando in ogni sua smorfia facciale.

Gli unici rammarichi di Bubba Ho-Tep vanno ricercati nella sua inspiegabilmente mancata italianizzazione – che ora, a sei anni di distanza dall’ultimo ciak, diventa sempre più improbabile – e in quel tanto sbandierato sequel, Bubba Nosferatu, di cui ormai si sono perse irrimediabilmente le tracce.

8 commenti:

  1. Uè, guarda che si scrive Presley. ;P
    "Pharoah gobbles donkey goobers and Cleopatra does the nasty".
    Un film immenso...
    Buona domenica.
    - Michael Myers -

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  2. E' del correttore automatico. E' sempre colpa sua :-p

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  3. questo lo devo assolutamente vedere...

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  4. questo me lo vedrò molto presto
    ma tu
    come fai a recuperare certi film
    ahahahahah

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  5. ci sarà anche italia? bubba nosferatu....!!!!,..che io non ho visto bubba ho tep,vedo youtube con film trailer,su dvd avete visto??? non vendibile italia

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  6. Uno dei migliori horror- ma è davvero solo un horror?- che abbia visto di recente.Insieme a the discent e the mist.
    Un'opera di struggente malinconia,sottile disgusto.Insomma sublime
    Coscarelli a mio avviso come autore merita massima attenzione.

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  7. Sicuramente, molto malinconico e sottile, peccato che, a una seconda visione recente, si sente parecchio la scarsezza di budget che incide un po' su tutto, e per la regia fin troppo semplice. Comunque avercene di film così. :)

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