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As Above, So Below (Necropolis - La città dei morti) (2014)

By Simone Corà | lunedì 8 dicembre 2014 | 00:05


In cerca di tesori nelle catacombe di Parigi, tra templari, alchimisti e porte per l’Inferno                            


I fratelli Dowdle sembrano aver perso un po’ la retta, sono così lontane le cinghiate di The Pughkeepsie Tapes che pare addirittura di non aver a che fare con gli stessi autori. Non è così sbagliato un passo falso come Quarantine dopo le allucinanti e insostenibili gesta del serial killer con il pallino delle VHS, è anche lecito aspettarsi un cretinata monetaria da registi giovani e alle prime esperienze con la speranza, però, di un successivo pentimento che ne riassesti intenzioni e capacità. Poi hanno fatto Devil, ma okay, sono ancora in balia delle grosse produzioni e a quel tempo si poteva nominare M. Night Shayamalan senza farsi il segno della croce. 
E quindi arriviamo ad As Above, So Below, che non è di certo questa botta cerebrale, il disturbo grezzo di quel primo luciferino lavoro (anche se prima ancora c’era stata una COMMEDIA su un loser, pensa te) non è evidentemente materia su cui tornare, così come pare che i due non stiano poi così male sotto le coperte della Universal, eppure dispiace vedere come questo mockumentary, lanciato in estate, chiaramente indicato a un pubblico giovane e affamato di facili spaventi, ridicolizzato in Italia con un titolo ignobile come Necropolis – La città dei morti, abbia trovato strada così brulla e piena di buche e amaro accostamento a prodotti ben più indegni e di nessun decoro per il semplice fatto di essere, appunto, un mockumentary. 

L’errore più grosso, e difficilmente perdonabile, riguarda proprio il cast, dare questi volti così scintillanti e perfetti a caratteri che sembrano mostrare parecchie più rughe e spigoli è scelta abbastanza sciocca e sinceramente inspiegabile se non per la necessità, ovviamente produttiva, di inquadrare scomodamente il film in un target che non gli appartiene. Perdita Weeks, Ben Feldman e tutti gli altri si comportano bene e danno buona prova, ma non è facile sospendere l’incredulità, soprattutto in parte iniziale, verso questi venticinquenni che sfoggiano invidiabili curriculum archeologici, studi complessi e sostanziosi, notorietà a dir poco leggendaria, passatempi pericolosi e illegali per il bene della scienza e soggiorni in prigioni turche su cui scherzare perché per fare l’archeologo bisogna scampare alla morte. 
Ma una buona scrittura sa nascondere certe ricadute, e non è cosa da poco persuadere tanto da far sorvolare su un simile fattore: John Eric Dowdle e Drew Dowdle schioccano la frusta in direzione di un Indiana Jones in gonnella, più che a una Lara Croft soldato e acrobata, e sporcano la sua missione, dopo delle prime fasi mediorientali e concettualmente funzionali alla fantarcheologia spiccia, di horror demoniaco e vagamente lovecraftiano. 
La discesa nelle catacombe parigine di Scarlett e compari pesca un po’ e un po’ là da molto orrore recente, i cliché del found footage sono tutti presenti e frullati da una compressione polmonare alla The Descent, eppure i cari Dowdle imprimono una forza avventurosa e un bell’innescarsi di eventi che di minuto in minuto rinvigoriscono il film. 



Polverizzate le varie incongruenze (un poliziotto che PLACCA uno degli esploratori modello rugby, la facilità con cui si mettono in moto le cose), lasciate da parte banalità e scivoloni (il solito scherzo per spaventare un compagno mentre sono sottoterra e circondati da ossa umane, il ritrovamento casuale di un vecchio amico dato per disperso) e per non parlare dei salti mortali a cui sopravvive la telecamera per il bene della VERITA’, As Above, So Below è un bel divertimento perché sa accostare bene paroloni e mitologie varie (alchimisti, pietra filosofale, inferno dantesco, culti demoniaci, incubi che si materializzano e parecchio altro) con una leggerezza che paradossalmente non infastidisce. 
È trucco anche un po’ sleale quello di strillare di questo e di quello, fare collegamenti alla buona tra miti e culture diverse e giustificare il tutto con la parkinson-cam tipica del genere che confonde ogni cosa, eppure il film ha un ritmo indiavolato, la mitragliata di eventi è feroce e non lascia respiro, vengono toccati tanti argomenti dal grande potenziale ridicolo ma fino a un attimo prima che la scemenza esploda e faccia cadere il castello: la velocità è meravigliosamente funzionale, in questa maniera le varie teorie accumulate e subito accostate in favore di altre idee rimangono con quel fascino misterioso che incuriosisce e invoglia. 
Era parecchio che non mi capitava di voler sapere cosa c’era dietro quando, in un found footage, la storia è sempre secondaria rispetto alle sensazioni. 

E qui si arriva al problema numero due, il mockumentary trova rinnovamento ma anche ennesimo freno nell’essenza stessa del film (un po’ come succedeva in Exists di Eduardo Sanchez), proprio perché trova poca sostanza l’obbligo di un finto documentario (annunciato a inizio film) quando non sono paura, inquietudine e ansia le sensazioni innescate ma, al contrario, la capacità abbastanza rara di costruire una buona storia, che strizza l’occhio ai giovani senza per forza comprimere il cervello di un pubblico più esigente: tutto sembra ancora più finto di quanto già non lo sia, e quasi si rischiava di gettare una credibilità costruita a fatica per un’esigenza di cui forse ormai nessuno sente più il bisogno.

9 commenti:

  1. a me non è piaciuto più di tanto ma Dowdle sa girare..diciamo che ha alti e bassi e Perdita Weeks è simpatica come un riccio di mare nelle mutande....

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    1. Eh eh, ricordo cosa ne scrivevi, a me invece son sembrati tutti simpatici, molto più di qualsiasi mockumentary medio :)

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  2. Da quello che ho letto non mi attira molto...
    Penso che lo salterò.

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  3. Buona la regia ma fruste la storia e lo stile mocku, insomma. Volevo visionarlo. Adesso non so bene...:)

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    1. No, per me è il contrario: brutta, o meglio, inutile la scelta del mockumentary, bella invece la storia e la sua progressione, è leggera e divertente, sono "cavolate" messe insieme alla buona ma è fatto tutto con un certo stile e la cosa funziona molto bene! :)

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    2. L'ho visto. Ti dirò: non mi ha convinto molto (a parte alcune cose, qua là di cui magari parlerò da me). A presto!

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    3. Allora leggerò con curiosità, ché sembra che sto film sia piaciuto solo a me :)

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  4. La prima parte l'avevo trovata molto interessante e divertente, la seconda è la fiera del WTF. Peccato perché un po' ci speravo!

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    1. Boh, per me è un bel WTF, tante cose, sfruttate sì con furbizia e con sguardo per il pubblicone, che però mantengono sempre un divertimento e un'energia che di solito, con questi elementi, non c'è mai, o si esaurisce subito. :)

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