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E alla fine John muore: John dies at the End (2012)

By Simone Corà | giovedì 3 gennaio 2013 | 08:00


USA, colore, 99 minuti 
Regia: Don Coscarelli 
Sceneggiatura: Don Coscarelli 

La storia inizia come tante belle favole: nel 2001 Jason Pargin, sotto lo pseudonimo di David Wong, pubblica online un romanzo a puntate, una cosa stramba e fuori di testa che intimorisce gli editori ma entusiasma i web-lettori, tanto che John dies at the End troverà un veloce sbocco editoriale giusto quattro anni più tardi. Nel 2010, dopo uno status ormai di culto, una nuova versione riveduta, corretta e allungata e un sequel allora dal titolo assurdo, John and Dave and the Temple of X’al’naa’thuthuthu (poi rinominato This Book is full of Spiders), che Wong tenta disperatamente di mettere gratis online senza successo, Don Coscarelli esce dall’ibernazione in cui era sprofondato per ben 5 anni (tanti ne sono passati da Incident on and off a Mountain Road, addirittura 8 se si retrocede al suo ultimo lavoro per il cinema, l’indimenticabile Bubba Ho-Tep) e ne acquista i diritti, ci lavora un paio d’anni ed eccolo spuntare nel corso del 2012 per vagabondare tra i festival.

Scatenato e irriverente, John dies at the End vale tutta questa attesa, il film di Coscarelli è infatti un mix piuttosto riuscito di qualsiasi cosa strisciante, splatterosa e tentacolare ci possa essere, un buon banchetto di mostri, ultracorpi, fantasmi, zombie, dimensioni parallele, divinità lovecraftiane e parecchia altra roba succulenta scardinata e sballottata da una narrazione frammentaria, contorta e totalmente non-lineare che dona un fascino tutto suo alla pellicola. Una scatola cinese piena di scatole cinesi, John dies at the End è un continuo cambio di marcia, è una storia apparentemente priva di direzione che aggiunge, accumula, conserva ed estrae al momento opportuno una tale mole di spunti che da soli basterebbero a sostenere tre o quattro film, e per quanto ci sia tanto, troppo materiale che sborda e non sempre è sotto controllo, la narrazione è talmente fresca e godibile nella sua ironia intelligente, esagerata ma studiata, strampalata ma efficace (parliamo di cose tipo una maniglia che si trasforma in un pene gigante, o di una creatura fatta di carne surgelata, o di un morto che comunica attraverso un hot dog), che si perdona il mancato bilanciamento complessivo di un comunque eccellente Coscarelli.

Da una parte si trovano infatti bislacche sottotrame lasciate a se stesse, dall’altra ci sono momenti talmente convulsi e attorcigliati da perdere il filo degli avvenimenti, ne esce quindi qualcosa di folle e a suo modo innovativo che pecca di un certo strafare o, forse, della voglia di inserire l’intero romanzo in appena 99 minuti di girato, causando saltuaria confusione e/o una leggera superficialità in momenti che potevano essere sviluppati meglio. Ma si parla pur sempre di un prodotto con una sceneggiatura spumeggiante, che gira vorticosamente attorno alla storia principale per poi colpirla con una splendida parte finale di grande classe, dove non si contano le invenzioni narrative e visive. Sì, se Coscarelli fosse riuscito a tenere le redini di tutto il materiale a disposizione poteva uscirne un capolavoro, ma John dies at the End è cinema frizzante e inventivo sotto qualunque aspetto lo si voglia analizzare, criticare o elogiare. E poi ci sono Paul Giamatti e Clancy Brown, cosa chiedere di più?

[Simone & Crescizz]

14 commenti:

  1. ma che stai a dì?
    lo aspetto da non si sa quando sto benedetto film!

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    1. E pure io! L'ho visto il mese scorso al festival sci-fi di Trieste ma ora è disponibile sappiamo-tutti-dove ;)

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  2. In down...ehm, acquisto! Ne parliamo appena lo vedo che el xe pan pa i me denti ;)

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  3. hai detto Clancy Brown e io dico:OH YES!
    Coscarelli è un grande,ne parlerò sul mio blog.

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    1. Purtroppo Clancy Brown ha una particina piccina picciò però il suo personaggio è enorme e lui è ovviamente bravissimo a fare quelle cose di facce e occhiate che solo lui è capace :)

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  4. In via di acquisizione...ma leggendoti, ecco, io sono già impazzita.
    E sbavante.
    e coi tentacoli.

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    1. Di tentacoli ce ne sono parecchi, ma il bestio di carne e il megaboss non li batte nessuno in quanto a sbavosità horror :)

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  5. scusa ho dovuto azionare l'idrovora per tutta la bava che ho fatto leggendo! Vado ad acquistarlo immantinente!

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    1. Vedrai che ne è valsa la pena di sacrificare tutta quella bava ;)

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  6. Che figata di film... peccato che:
    a- l'abbiano proiettato l'ultimo giorno e di pomeriggio
    b- non abbia ricevuto nemmeno una menzione o una pacca sulla spalla
    c- che difficilmente uscirà in Italia al cinema.

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    1. Ma meglio che non lo doppino mai, va', e che resti così di culto nei tempi a venire :)

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    2. D'accordo sul fattore che resti di culto ma così le menti piccole non avranno mai luce. Mi spiego: a me mi piace l'horror sia da vedere che da leggere ma con il 99% delle persone che conosco devo sentirmi dire ad esempio che "l'esorcismo di emily rose" è un capolavoro soprattutto perchè basato su una storia vera, che "Hostel" è stupendo o mi sento dire anche: "Anche a me piace l'horror: ho letto tutti i libri di Stefano Re". E basta.
      Ci vorrebbe una casa di distribuzione in Italia che abbia i coglioni di far uscire queste chicche al cinema e non farli arrivare solamente in home video.

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    3. Eh, lo so, anch'io la penso così, ma purtroppo una soluzione del genere resta pura utopia nel nostro bel paese...

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