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Un saluto a Chiara Palazzolo

By Simone Corà | martedì 7 agosto 2012 | 11:30

L'idea era quella di una recensione simpatica prima di salutarci per la pausa estiva, qualcosa di cazzaro e idiota tipo Bad Ass o Lockout, ma se già la voglia di scrivere è poca, ché al solo toccare la tastiera mi sciolgo, la notizia della scomparsa di Chiara Palazzolo mi lascia un così, triste e dispiaciuto. 

Non vorrei scrivere un post di quelli ma quanto era brava ed era la migliore e nessuno meglio di lei, ma per quanto cerchi di girare e rigirare i pensieri alla fine mi vedo costretto a ricordare quanto di buono avesse portato nell'editoria, non solo horror, tricolore. Non era poi così amatissima da queste parti telematiche e dintorni, sicuramente le sue produzioni piacevano a un pubblico più ampio dei vecchi blogger brontoloni - ricordo che i suoi libri piacevano giusto a me, al Vampiro e, lo dice pure lui nel suo post, a Gelostellato, e ci piacevano proprio per quello contro cui si scontravano gli altri lettori, quello stile personalissimo, una ricerca lessicale/musicale fatta di passaggi estremamente brevi e ossessivi, dialoghi privi di caporali con cui amalgamare il flusso di pensieri in ritmica unica, una punteggiatura vorticosa e pazza con cui sorreggere o far dilagare le azioni dei personaggi.

La trilogia dei Sopramorti si è fortunatamente conclusa quando l'epopea ghei Twilight ancora non era scoppiata, e penso che questo permetterà ai tre libri di Mirta/Luna di conservarsi nel tempo, nel loro bizzarro miscuglio di vampiri, zombi, filosofia e romanticismo, come qualcosa che ogni amante del fantastico dovrebbe almeno provare, al di là dei pregiudizi, al di là della love story che sembra fare tanto Edward/Bella, perché c'è molto di più, in quelle pagine, mitologia e violenza e pulp e follia, cosa insomma che la Meyer manco saprebbe scrivere. E si dovrebbe provare anche I bambini sono tornati, stralunata ghost story dal taglio onirico che ricordo mi piacque molto per un'eleganza e un'originalità stilistica che di lì a poco sarebbero evolute nella prosa tanto amata/odiata, e Il bosco di Aus, che a me ancora manca e allora penso proprio sarà la mia prossima lettura..

Un pensiero semplice, ecco qua, niente più - d'altronde, in momenti come questi, anche le parole, o almeno le mie, non è che servano poi a molto.


4 commenti:

  1. Buone ferie tostàt!
    Di Chiara Palazzolo avevo letto l'intervista sulla tela ma non ho mai avuto occasione di leggere un suo romanzo. Cosa che farò sicuramente.
    Ciao Chiara.

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    1. Errata corrige: su scheletri, non sulla tela. sorry.

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    2. Bravo. Da quanto leggo in giro Il bosco di Aus sembra davvero ottimo, io non l'ho ancora letto e mi incuriosisce molto e potresti partire da questo, che è l'ultimo e si trova facilmente :)

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  2. ...io ho appena letto Il bosco di aus ed è davvero ottimo.
    Bello. Letto d'un fiato.

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