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Recensione: La sedia del diavolo

By Simone Corà | martedì 17 luglio 2012 | 08:00


2007, UK, colore, 91 minuti 
Regia: Adam Mason 
Sceneggiatura: Adam Mason, Simon Boyes 

È raro che un film brutto lasci qualcosa, dietro di sé, per cui valga davvero la pena segnalarlo, o addirittura consigliarne la visione. La sedia del diavolo non è solo un film brutto, è molto, molto brutto, ma contiene immagini e atmosfere a tratti inarrivabili da tanto cinema di genere recente, e si rimane basiti da come tanta bontà orrorifica sia stata gestita con il culo da Adam Mason e Simon Boyes, letteralmente capaci di rovinare la loro creatura con idee e soluzioni ridicole.

Niente, ne La sedia del diavolo, è psicologicamente credibile, né pare cercare un minimo di realismo: dal prologo con lui e lei bellocci e benestanti che si sballano in manicomio lurido e semidistrutto abbandonandosi al piacere su una lercia sedia elettrica (!), proseguendo con il gruppo di esperti messo in piedi dal Dr. Willard (due fighe sceme e un ubriacone obeso, alla faccia degli scienziati) che vuole studiare il mistero legato a tale sedia e per questo trascorre una piacevole nottata nel manicomio sudicio e schifoso (!!) dormendo su letti infestati da insetti e ratti e ragni grossi così per iniziare chissà perché l’indomani mattina (!!!), e concludendo con uno dei peggiori finali che abbia mai visto, un’illogica distruzione totale di magnifiche scelte visive.

Ebbene sì, accettata la pochezza narrativa del duo inglese, assorbita la completa mancanza di senso nelle azioni dei protagonisti e sopportata l’irritante, incessante voce del narratore che spoilera e racconta laddove non servono parole per capire, La sedia del diavolo offre una mezzoretta addirittura incredibile. A partire dal violentissimo congegno che mette in funzione la sedia, una diavoleria tipicamente barkeriana che ricorda non poco le torture dei Supplizianti, Mason introduce lo spettatore in una dimensione marcia e confusa, un labirinto di mura decrepite ricoperte di vermi, una prigione di larve dove bastano poche gocce di sangue, splendidamente dipinte in spruzzi al rallentatore, per richiamare una divinità lovecraftiana, un colosso tentacolare affamato ovviamente di carne umana (nessuno spoiler, eh, che ci sia un bestiozzo ce lo dice e ce lo mostra il narratore sin dai primi secondi). L’orrore è talmente vivido, nei movimenti imponenti della creatura, nella spietatezza del suo agire, nell’impossibilità di scampare al suo volere, che La sedia del diavolo diventa di colpo must see.

Poi torna tutta l’assurdità, i protagonisti fanno e dicono cose ehm, e si raggiunge un terribile spiegone finale che in realtà non spiega nulla perché del tutto incongruente. Ma quella mezzora scarsa, così ricca di spunti e meraviglie del terrore, vale da sola la visione del film.  

5 commenti:

  1. pure se non ne parli bene un po' di curiosità me l'hai messa, però per adesso resisto. Quando andrò in crisi di astinenza allora lo cercherò...

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    1. Ma infatti, si può tranquillamente evitare, è che quel mostro lì merita parecchio... magari su youtube c'è un ripassone veloce che inquadra solo quello XD

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  2. Mi interessa! (sguardo basito con occhi spalancati) O_O


    :)

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  3. Lo ricordo esattamente così.

    Ian

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