390 pagine, 19,90 Euro
Appare abbastanza chiaro come Joe Hill
abbia poco piacere, o almeno è questo quanto sembra trasparire, nell’essere
considerato come il figliolo prodigio di Stephen King, ed è cosa anche
comprensibile, perché poter essere pienamente se stessi con un’ombra paterna
tanto ingombrante è di sicuro impresa ardua. È però impossibile non notare
quanto l’influenza del papi, a livello narrativo, sia inequivocabile, se non
addirittura totale, nello stile di Hill, che si può scoprire come un devoto
kinghiano fino al midollo dopo appena poche pagine.
Trama, personaggi e gestione
dell’intreccio, tutto in La vendetta del diavolo, banale italianizzazione del
bel titolo originale Horns, ricorda il suo noto paparino, perché Hill non
riesce, e non riuscirà mai, a staccarsi dall’immaginario tipico del Re se
l’antagonista, per fare un esempio, è un repubblicano religioso con manie di
grandezza e debolezze amorose che lo portano su cattive strade, o se i suoi
scagnozzi sono stupidi tirapiedi tanto adesso, da adulti, quanto in passato,
quand’erano ragazzi. Perché La vendetta del diavolo è per buona parte delle sue
pagine un romanzo di formazione, genere nel quale King ha brillato nei suoi
anni più fortunati, e che ora sembra essere rievocato dai ricordi del
protagonista Ignatius, quando in gioventù si lanciava dalle rampe su un
carrello del supermercato, o quando scoppiava innocue bombe con gli amici, o
quando conosceva l’amore di Merrin, la stessa Merrin della quale, si scopre a
inizio romanzo, è ingiustamente ritenuto unico e solo assassino.
Pur con un’interessante lavoro su
flahsback, piani temporali e punti di vista, grazie ai quali Hill racconta e
poi rielabora stesse scene donando loro nuovi elementi rivelatori, La vendetta
del diavolo non riesce a splendere di luce propria, mostrandosi sì come opera
di piacevole lettura, ma di banale progettazione, cosa che inevitabilmente
impedisce un suo completo godimento. Hill è bravo, la sua scrittura è pulita e
capace, e se dai geni paterni non ha ereditato l’amore per un infodump
esagerato, ha fatto suoi i meccanismi più classici del genere, elementi che potevano
funzionare in tempi passati ma che ora faticano un po’ a incuriosire il
lettore.
La vicenda del povero Ig è quindi
coinvolgente soltanto nella sua prima metà, quando il ragazzo si sveglia dotato
di due corna luciferine che scatenano, nelle persone con cui si ritrova a
parlare, un’esagerata, diabolica sincerità nell’esternare i propri pensieri.
Nascono così momenti di crudele e morbosa ironia, svezzati successivamente dai
lunghissimi flashback sull’adolescenza di Ig, Lee e dei loro amici, capitoli di
notevole bellezza espositiva almeno fino a quando Hill tiene nascosto il
nocciolo della storia, perché è in quel momento che il DNA kinghiano viene
svelato attraverso blandi colpi di scena, stanche parentesi oniriche e sbrodolanti
conclusioni alle quali si arriva boccheggiando.
È un gran peccato, perché la semplicità
dell’intreccio poteva non rivelarsi dannosa se giocata con più rapidità, se
gestita con più sveltezza, senza quindi per forza crucciarsi con flashaback che
vorrebbero essere di grande sorpresa ma che in realtà sono prevedibili da
pagine e pagine. Dispiace anche per il ghiotto potere di Ig, malignamente
divertente nei primi capitoli ma totalmente inutile man mano che la storia
prosegue, imprigionato in una standardizzazione soprannaturale piuttosto
scadente (tutto ciò che Ig può fare è… comandare dei serpenti, pensate un po’!).
E più in generale si resta amareggiati da un potenziale pregevole sprecato in
favore di un concetto dell’horror così vecchio e superato che perfino papà
Stephen, nonostante la sua assoluta mancanza di originalità recente, potrebbe
risentirne.
Atroce, infine, quel "thriller" che lampeggia appena sotto il titolo, solito espediente italiano per spacciare un horror (ehi, il protagonista ha delle CORNA sulla fronte!) per qualcosa che non è.
Di Joe ho letto La Scatola a forma di cuore e, a essere sincero, non mi è dispiaciuto. Alcune descrizioni sono ben fatte e la trama è avvincente. Ero indeciso se acquistare o meno quest'ultima fatica ma, avendo letto la trama, e ora la tua recensione, credo che sorvolerò senza esitazioni. Mi hanno parlato invece molto bene di Ghosts. Per caso l'hai letto?
RispondiEliminaUltimo appunto: il titolo originale è figo, senza ombra di dubbio, ma tu l'avresti acquistato un libro titolato in italiano CORNA? ;°D
By aenigmistae
Io l'ho provato con questo, oltre ad aver letto un paio di racconti niente di che, così penso che con lui mi fermerò qui... Però, in effetti, Corna non l'avrei preso proprio... ;)
RispondiEliminaIo invece gli darei un'altra opportunità. La scatola a forma di cuore è un libro avvincente e mai scontato, che tiene alta la tensione dall'inizio alla fine e che, a mio giudizio, potrebbe prestarsi ottimamente a una trasposizione cinematografica. Ci sono alcune descrizioni veramente notevoli.
Eliminaby aenigmistae
Stilisticamente non c'è dubbio che Hill sia bravo, e molto, anche qui ci sono dei passaggi favolosi, di gran respiro, davvero ben inquadrati. E' più una questione di concetti, di atmosfere, tutto molto vecchio, mi viene da dire, superato, poco intrigante... :)
EliminaLa scatola a forma di cuore io l'ho trovato davvero penoso. ;-)
RispondiEliminaIan
Io l'ho regalato tempo fa e ho ricevuto lo stesso commento ;)
EliminaDi Joe ho letto Ghosts, la raccolta di racconti, e il bellissimo primo numero della serie Locke & Key.
RispondiEliminaSinceramente, tutt questa somiglianza col papà non l'ho trovata. Il suo stile è molto particolare, molto moderno, molto fumettistico e, soprattutto nella raccolta, si distacca dall'horror propriamente detto in più di un'occasione.
Ad essere sinceri, il figliol prodigo mi sembra molto più visionario del padre e osa maggiormente, nonostante come narratore preferisca sempre papà Stephen.
Horns l'ho comprato e devo leggerlo, tornerò a farmi risentire!
Io però non parlo di stile, quello di Hill è sicuramente più stimolante e fantasioso, è a livello di concetti, personaggi, costruzione, tutto kinghiano fino all'eccesso...
EliminaDi Ghosts ho sempre e solo sentito parlare bene, magari, se lo trovo in una bancarella... :)
Io ho letto sia La scatola a forma di cuore che Ghosts e mi sono piaciuti. Non trovo che lo stile sia tanto simile al papi, anzi, l'ho trovato meno scolastico rispetto ad alcune scelte stilistiche di King. Hill è meno prolisso e pomposo. Leggerò con curiosità questa sua nuova fatica e ti saprò dire.
RispondiEliminaCome dicevo sopra, secondo me è uguale uguale sia per personaggi che per concetti orrorifici, almeno su questo Horns. Scrive sicuramente meglio, questo sì, ma il resto è tutto già visto e letto, nello stesso modo in cui è tutto già visto e letto quanto ha scritto ultimamente King. :)
EliminaNo, dai, 22/11/'63 è splendido.
EliminaIo mi sono fermato all'insipido Notte buia, ma avrei dovuto farlo prima con The Dome...
EliminaDai, anche notte buia non è male, ma sai che io sono troppo di parte con King. Per quanto riguarda The Dome direi che uno dei peggiori del Re, non dico dietro a The Tommyknockers, ma poco ci manca :)
EliminaEh, a me non è proprio piaciuto, cioè, piacevole da leggere ma storie vecchie, vecchissime, già lette mille volte... :)
EliminaIo ho letto Heart-Shaped Box e ho quasi finito Horns... Devo dire che il primo mi è piaciuto abbastanza e questo mi ha tenuto incollato per ben 2/3, ora sto iniziando la parte finale e il ritmo per fortuna è calato un po'... Però posso dire che mi piace parecchio, più del primo!
RispondiEliminaho finito in 3 giorni ghosts e devo dire che ho divorato letteralmente questa antologia
RispondiEliminadi racconti . inquietanti , originali , mai scontati tranne l'ultimo che dimostra l'intelligenza e sensibilita' di un grande scrittore . potrei forse paragonare il livello di inquietudine a richard matheson ma credo che ormai questo giovane autore navighi per conto suo . sicuramente avere avuto un padre come stephen king aiuta ma se non avesse avuto la stoffa non sarebbe andato lontano . non dimentichiamoci che per un qualsiasi autore non basta saper scrivere bene , ma e' necessaria una fantasia fuori dal comune e questa non la impari da nessuna parte . in ghosts c'e' tutto questo .
Ghosts in effetti ce l'ho lì e ne ho solo sentito parlare bene, sicuramente lo proverò. :)
EliminaLa scatola a forma di cuore non è poi così male, le molte citazioni rock lo rendono una piccola "chicca" per gli amanti di quel genere come me.
RispondiEliminaQuesto Horns è a mio avviso molto meglio, e non concordo sulla seconda metà. solo il finale è un po' troppo contorto, mentre i flashback sono stupendi! Vabe' i gusti sono gusti!
di Hill ho letto i racconti e qualcuno era carino. Ho letto "Scatola" e non era male anche se sempliciotto. Comunque "Scatola" mi ha convinto a non leggere altro, perchè francamente non ho trovato motivi di interesse nel seguire la carriera di questo scrittore certamente dotato di tecnica ma poco distante da un clone povero di papà. Molti anni dopo, così per caso, ho tentato la lettura di Fireman, ma l'ho abbandonato: dopo una buona introduzione il libro si blocca, inizia a girare su se stesso con la protagonista ferma in una comune di tizi malati, e da lì inizia un balletto tragicomico di situazioni inutilissime.
RispondiEliminaDi Hill però consiglio con tutto il cuore il fumetto Locke & Key (sei volumi), che è davvero ben fatto: è sempre una storia alla King, ma il media fumetto riesce a togliere tutte le prolissità lasciando solo elementi positivissimi. Bellissimo lavoro.