Mi sono sempre ripromesso di parlare un po’ più di musica, su Midian, ma poi mi diverto di più a scrivere di libri e di film, e così i post sui dischi restano sempre a brandelli, smozzicati nei meandri delle bozze di Blogger. La classifica metallozza però è un appuntamento fisso, non potrei perdonarmi se non la stilassi.
5. Blood Stain Child – Elisium
Un miscuglio velocissimo e danzereccio di death melodico, elettronica e soprattutto dance, con il classico dualismo orco/voce angelica sfruttato però con raffinata dolcezza e malinconica orecchiabilità. Delizioso.
4. Dream Theater – A Dramatic Turn of Events
Dal lontanissimo Scenes from a Memory i Dream Theater hanno sperimentato in lungo e in largo con risultati abbastanza deludenti e, quando sono tornati all’ovile del puro prog metal che loro stessi hanno inventato, se ne sono usciti con dischi stanchi e scopiazzati. Non che quest’ultimo lavoro inventi qualcosa, ma tra i soliti tecnicismi impossibili e gli assoli infiniti le canzoni tengono bene con riff diretti, melodie azzeccate e refrain memorabili. Inaspettato.
3. Amon Amarth – Surtur Rising
Tra i tanti gruppi estremi capaci di costruirsi un’onorata carriera attraverso un sound personale e subito riconoscibile, gli Amon Amarth sembravano la classica band che, una volta indovinato il disco vincente, l’avrebbe riprodotto in serie fino allo sfinimento, e invece, già dopo il precedente e bellissimo Twilight of the Thunder God, se ne escono con questo Surtur Rising che introduce novità e “sperimentazioni” (sempre limitate comunque dal loro quadrato incedere) che lo rendono, tra una doppia cassa (!) e un intervento tastieristico, un album fresco e pieno di sorprese, da ascoltare e riascoltare.
2. Machine Head – Unto the Locust
Che i Machine Head, dopo la lunga parentesi nu-metal, sapessero scrivere enormi trash song l’avevano già dimostrato con l’immenso The Blackening, ma che potessero riconfermarsi a un simile livello qualitativo era cosa difficile da prevedere. Veloci, potentissimi, melodici, intricati e allo stesso tempo immediati, i Machine Head, tra lo stanco revival teutonico e lo speed slayerano d’oltreoceano, sono probabilmente la vera e unica trash metal band moderna.
1. Moonsorrow – Varjoina Kuljemme Kuolleiden Maassa
Maestosi e inarrivabili, i Moonsorrow abbandonano i minutaggi esasperati delle precedenti release per accorciare i loro brani, che viaggiano comunque sempre tra i dodici e i sedici minuti, e perfezionare un sound che rende magniloquente il black metal attraverso atmosfere che richiamano, come tradizione, le lande nordiche. Tra sfuriate in blast beat e riff solenni, tra screaming strozzati e tastiere folkeggianti, semplicemente immenso.
5. Blood Stain Child – Elisium
Un miscuglio velocissimo e danzereccio di death melodico, elettronica e soprattutto dance, con il classico dualismo orco/voce angelica sfruttato però con raffinata dolcezza e malinconica orecchiabilità. Delizioso.
4. Dream Theater – A Dramatic Turn of Events
Dal lontanissimo Scenes from a Memory i Dream Theater hanno sperimentato in lungo e in largo con risultati abbastanza deludenti e, quando sono tornati all’ovile del puro prog metal che loro stessi hanno inventato, se ne sono usciti con dischi stanchi e scopiazzati. Non che quest’ultimo lavoro inventi qualcosa, ma tra i soliti tecnicismi impossibili e gli assoli infiniti le canzoni tengono bene con riff diretti, melodie azzeccate e refrain memorabili. Inaspettato.
3. Amon Amarth – Surtur Rising
Tra i tanti gruppi estremi capaci di costruirsi un’onorata carriera attraverso un sound personale e subito riconoscibile, gli Amon Amarth sembravano la classica band che, una volta indovinato il disco vincente, l’avrebbe riprodotto in serie fino allo sfinimento, e invece, già dopo il precedente e bellissimo Twilight of the Thunder God, se ne escono con questo Surtur Rising che introduce novità e “sperimentazioni” (sempre limitate comunque dal loro quadrato incedere) che lo rendono, tra una doppia cassa (!) e un intervento tastieristico, un album fresco e pieno di sorprese, da ascoltare e riascoltare.
2. Machine Head – Unto the Locust
Che i Machine Head, dopo la lunga parentesi nu-metal, sapessero scrivere enormi trash song l’avevano già dimostrato con l’immenso The Blackening, ma che potessero riconfermarsi a un simile livello qualitativo era cosa difficile da prevedere. Veloci, potentissimi, melodici, intricati e allo stesso tempo immediati, i Machine Head, tra lo stanco revival teutonico e lo speed slayerano d’oltreoceano, sono probabilmente la vera e unica trash metal band moderna.
1. Moonsorrow – Varjoina Kuljemme Kuolleiden Maassa
Maestosi e inarrivabili, i Moonsorrow abbandonano i minutaggi esasperati delle precedenti release per accorciare i loro brani, che viaggiano comunque sempre tra i dodici e i sedici minuti, e perfezionare un sound che rende magniloquente il black metal attraverso atmosfere che richiamano, come tradizione, le lande nordiche. Tra sfuriate in blast beat e riff solenni, tra screaming strozzati e tastiere folkeggianti, semplicemente immenso.
ahah grande!!!
RispondiEliminal'ultimo dei Dream Theater senza Portnoy mi manca, quello prima mi aveva deluso un po' e rimango scettico su questo, ma aspetto di sentirlo... John Petrucci è sempre John Petrucci!
Poi sono uno dei pochi che salva quelli del 2005 e 2007... ed ero andato anche a sentirli nel '07, mitici!!!
degli Amon Amarth ho sentito solo i primi due dischi, rimedierò!
mmm, qui c'è troppo metal per i miei gusti..
RispondiElimina@ Vincent: sì, guarda, del post-Scenes from a Memory mi è piaciucchiato soltanto Train of Thought, il resto l'ho trovato più o meno imbarazzante, soprattutto il penultimo lavoro. A Dramatic Turn of Events è però una vera sorpresa, molto piacevole, addirittura molto orecchiabile nonostante le canzoni durino più o meno tutte 11 minuti.
RispondiEliminaGli Amon Amarth invece credo che più invecchiano più diventino bravi, più solidi e concisi. :)
@ Luigi: anche a te!
@ Cannibale: ahahah, eh, lo so, qua proprio è impossibile trovarci XD
Ne ho viste tante di classifiche,ma finalmente una piena zeppa di sano metallo!E' un atto di coraggio ! :)
RispondiEliminabuon anno !
ma non so mica che musica ascolti tu, quando è che ti fai impiantere le orecchie, sotto quei capelli, eh?
RispondiElimina@ Blackswan: il metal ci vuole sempre! :D
RispondiElimina@ gelo: ahahahah, sì sì, torna ad ascoltare i tuoi dischetti modaioli, dai dai ;)