Quick Books, 2010
256 pagine, 14,95 $ (e-book 10,09 $)
Con tutta probabilità questi non sono gli anni migliori della parodia narrativa: da qualche tempo a questa parte siamo sommersi, o almeno lo sono oltreoceano, da crossover e contaminazioni che vedono personaggi più o meno storici, legati tanto alla realtà come all’immaginario (dai Beatles a Sherlock Holmes), combattere contro vampiri, licantropi e morti viventi di vario tipo. Qualcuno inizia con un’idea simpatica con cui rinnovare il genere (Seth Grahame Smith e il suo Orgoglio e pregiudizio zombie, o per certi versi ancora prima Robert Kirkman con i suoi Marvel Zombies), e via, tutti gli altri a copiare con Dante che decapita mostri e la regina Vittoria che impala demoni, con il solo risultato di sotterrare i buoni spunti sotto tonnellate di fasulle copiaincollature. Wow. Non posso dire di conoscerne a sufficienza per fare il saccente criticone, ma non si tratta in fondo che di una moda passeggera, come ne sono sciaguratamente accadute mille altre, e tanto mi basta per non avvicinarmi più di tanto a tale sottogenere.
Con Night of the Living Trekkies siamo però, e per fortuna, in territori piuttosto lontani, dato che il romanzo di Anderson e Stall, come magari si potrebbe fraintendere, non coinvolge nessun personaggio della saga di Star Trek né gli attori più famosi che ne hanno dato il volto, ma si mostra piuttosto come una solida, per quanto scontata, storia sugli zombi che ha per protagonisti una manciata di nerd trekkiani nel bel mezzo di una due-giorni dedicata alla più famosa serie tv fantascientifica di sempre.
Sorvolando quindi sull’intreccio, niente più che il classico assedio con un pugno di disperati che tentano di sopravvivere, questa volta in un albergo, è doveroso soffermarsi sull’impianto ironico, efficacemente cinematografico in quel tipico horror più leggero e divertente, tanto che in più di un’occasione mi sono ben visualizzato, come se le guardassi in uno schermo, situazioni e battute e comici capitomboli. I nerd protagonisti non sono i consueti sfigati ciccioni e occhialuti e incapaci di qualsiasi cosa, sono bensì scattanti, reattivi, pronti ad affrontare il pericolo con quella che si rivela essere l’arma vincente del romanzo, ovvero l’applicazione nella realtà degli insegnamenti del capitano Kirk e di molti altri personaggi delle varie serie tv, conosciuti ovviamente a memoria dal gruppetto protagonista. L’uso delle armi, il ruolo dei personaggi, la valutazione dei possibili esiti di una situazione: a ogni bivio Jim, Gary, Leia e Rayna si affidano completamente alle morali, alle avventure e alle filosofie con cui Gene Roddenberry ha a suo tempo rivoluzionato la fantascienza, uscendone quasi sempre a testa alta.
Il dialogo è incisivo, le battute valide, la scrittura veloce ed essenziale, i protagonisti sono simpatici quanto basta e non manca un po’ di succulento gore. Nel piacere generale della lettura, quindi, è un peccato che la trama si accomodi eccessivamente sui topoi dell’accerchiamento zombesco, pur con la variante aliena creata da Anderson e Stall: villain e colpi di scena sono ampiamente prevedibili, mentre decisamente fiacco e superfluo è il reparto flashback con le memorie militari di Jim in Afghanistan. Non credo però fosse intenzione dei due autori pianificare un soggetto originale, quando le situazioni tragicomiche appaiono tanto spumeggianti: dalla sfortuna che perseguita Willy e la sua tutina rossa all’orchestra Borg ci sono abbondanti momenti di sorrisi in trovate riuscite, intelligenti e mai forzate. Insomma, io mi sono divertito parecchio pur non avendo mai visto un episodio di Star Trek, credo che gli appassionati, almeno quelli meno puristi, avranno di che ridere di gusto.
Immagine di copertina favolosa.
256 pagine, 14,95 $ (e-book 10,09 $)
Con tutta probabilità questi non sono gli anni migliori della parodia narrativa: da qualche tempo a questa parte siamo sommersi, o almeno lo sono oltreoceano, da crossover e contaminazioni che vedono personaggi più o meno storici, legati tanto alla realtà come all’immaginario (dai Beatles a Sherlock Holmes), combattere contro vampiri, licantropi e morti viventi di vario tipo. Qualcuno inizia con un’idea simpatica con cui rinnovare il genere (Seth Grahame Smith e il suo Orgoglio e pregiudizio zombie, o per certi versi ancora prima Robert Kirkman con i suoi Marvel Zombies), e via, tutti gli altri a copiare con Dante che decapita mostri e la regina Vittoria che impala demoni, con il solo risultato di sotterrare i buoni spunti sotto tonnellate di fasulle copiaincollature. Wow. Non posso dire di conoscerne a sufficienza per fare il saccente criticone, ma non si tratta in fondo che di una moda passeggera, come ne sono sciaguratamente accadute mille altre, e tanto mi basta per non avvicinarmi più di tanto a tale sottogenere.
Con Night of the Living Trekkies siamo però, e per fortuna, in territori piuttosto lontani, dato che il romanzo di Anderson e Stall, come magari si potrebbe fraintendere, non coinvolge nessun personaggio della saga di Star Trek né gli attori più famosi che ne hanno dato il volto, ma si mostra piuttosto come una solida, per quanto scontata, storia sugli zombi che ha per protagonisti una manciata di nerd trekkiani nel bel mezzo di una due-giorni dedicata alla più famosa serie tv fantascientifica di sempre.
Sorvolando quindi sull’intreccio, niente più che il classico assedio con un pugno di disperati che tentano di sopravvivere, questa volta in un albergo, è doveroso soffermarsi sull’impianto ironico, efficacemente cinematografico in quel tipico horror più leggero e divertente, tanto che in più di un’occasione mi sono ben visualizzato, come se le guardassi in uno schermo, situazioni e battute e comici capitomboli. I nerd protagonisti non sono i consueti sfigati ciccioni e occhialuti e incapaci di qualsiasi cosa, sono bensì scattanti, reattivi, pronti ad affrontare il pericolo con quella che si rivela essere l’arma vincente del romanzo, ovvero l’applicazione nella realtà degli insegnamenti del capitano Kirk e di molti altri personaggi delle varie serie tv, conosciuti ovviamente a memoria dal gruppetto protagonista. L’uso delle armi, il ruolo dei personaggi, la valutazione dei possibili esiti di una situazione: a ogni bivio Jim, Gary, Leia e Rayna si affidano completamente alle morali, alle avventure e alle filosofie con cui Gene Roddenberry ha a suo tempo rivoluzionato la fantascienza, uscendone quasi sempre a testa alta.
Il dialogo è incisivo, le battute valide, la scrittura veloce ed essenziale, i protagonisti sono simpatici quanto basta e non manca un po’ di succulento gore. Nel piacere generale della lettura, quindi, è un peccato che la trama si accomodi eccessivamente sui topoi dell’accerchiamento zombesco, pur con la variante aliena creata da Anderson e Stall: villain e colpi di scena sono ampiamente prevedibili, mentre decisamente fiacco e superfluo è il reparto flashback con le memorie militari di Jim in Afghanistan. Non credo però fosse intenzione dei due autori pianificare un soggetto originale, quando le situazioni tragicomiche appaiono tanto spumeggianti: dalla sfortuna che perseguita Willy e la sua tutina rossa all’orchestra Borg ci sono abbondanti momenti di sorrisi in trovate riuscite, intelligenti e mai forzate. Insomma, io mi sono divertito parecchio pur non avendo mai visto un episodio di Star Trek, credo che gli appassionati, almeno quelli meno puristi, avranno di che ridere di gusto.
Immagine di copertina favolosa.
Su Play.com c'è a 4 euri... quasi quasi ci faccio un pensierino. Sono a secco di zombie novel e "Flesheaters" di McKinney ci sta mettendo un'eternità ad arrivare.
RispondiEliminaPS: avevi ragione su Alice. Mio Dio.
Mi ha schifato tanto quanto Pan mi è piaciuto.
La cosa m'interessa proprio per la commistione dell'universo Trekker con quello Zombi.
RispondiEliminaSpero però che non sia l'inizio di un ulteriore "degenerazione delle idee "nel nostro amato genere.
Giobblin: prendilo prendilo, è un librettino simpatico e gustoso, assolutamente di poco valore dal punto di vista horror, ma davvero riuscito sul versante comico/citazionista. E se ne sai un po' di Star Trek il livello ironico aumenta sicuramente. :)
RispondiEliminaPS: e su, Alice, ahimè sì, worst book ever.
@ Nick: speriamo di no, l'ennesima moda non ci vorrebbe proprio. Staremo a vedere. :)
ha per protagonisti una manciata di nerd trekkiani nel bel mezzo di una due-giorni dedicata alla più famosa serie tv fantascientifica di sempre
RispondiEliminaPer un attimo mi sono domandato cosa ci facessero i trekkies ad una convention di Dr Who... poi ho capito.
:-P
(ok, scusa, non ho saputo resistere!)
Ahahah, non male. :D
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