Regia: Sopon Sukdapisit
Sceneggiatura: Sopon Sukdapisit
Un giovane proiezionista è nei guai: tossico a tal punto di pignorare l’orologio della fidanzata, con conseguente rottura del rapporto, pur di recuperare una dose, ora si è preso l’incarico di proiettare clandestinamente nel cinema dove lavora un film horror di futura uscita, in modo da copiarlo e diffonderlo illegalmente. Ma non tutto va come previsto: il suo collega in affari è sparito senza lasciare traccia di sé, e dopo aver visto il film in questione, una vecchia in abiti cenciosi, la stessa che appare nella pellicola, inizia a perseguitarlo…
Difficile capire cosa passi per la testa dei distributori italiani, ma portare ora nei cinema tricolori questa spazzatura tailandese vecchia di due anni, probabilmente in quanto opera prima dello sceneggiatore del discreto Shutter, di cui i due registi sono anch’essi, guarda caso, appena passati al cinema con lo scontato Alone, è una faccenda criminale.
Ed è un’irritazione che riesce ad andare ben oltre la pessima fattura di questa ghost-story inflazionatissima, un’abominevole banalità sin dai primi, tiepidi minuti, vista la cura non pervenuta nel doppiare la pellicola, che si permette di contestualizzare la vicenda, naturalmente con voci smorte, assonnate, incolori, sia mai che un film orientale si meriti un comparto vocale decente (ma poi perché guardo i film doppiati? boh), con un esilarante accenno a una manciata di squadre di calcio italiane, del tutto fuori luogo. Ma cose del tipo che il protagonista chiama un amico e gli dice “scommetti tutto su Milan, Inter e Palermo”, e quello gli fa “Palermo? Sicuro?”, e lui “Sì, sì, guarda che è forte!”.
Il resto è una gran bella dormita di 90 minuti, frutto di una sciagurata messinscena, povera, maldestra, insicura, semplicemente inesperta. Sukdapisit, già di suo uno sceneggiatore tutt’altro che esaltante (Shutter deve la sua fama soltanto al superlativo twist finale, di certo non allo script legnosissimo), imbastisce una storia confusa e caotica mescolando passato e presente e realtà e finzione in un pastrocchio metacinematografico, un altezzoso quanto imbarazzante susseguirsi di sequenze mal scritte, mal dirette, mal recitate.
Con dialoghi scarni e ridotto all’osso, inspiegabili inquadrature, soluzioni estetiche improbabili e attori impalati da anal intruder che ne pietrificano movimenti ed espressioni facciali, Sukdapisit cerca di far sua la tipica tensione horror orientale senza sfiorarla una sola volta (salviamo il prologo, toh), ma anzi, sfruttando malissimo idee anche vagamente interessanti – una mancanza d’esperienza, la sua, per certi versi addirittura tenera (la sequenza dei riflettori che si spengono l’uno dopo l’altro).
Film vecchio, derivativo, scopiazzato, Coming Soon non avrebbe avuto un senso nel 2008 neanche se scritto e girato decentemente: ora come ora, è soltanto utile per un po’ di sano masochismo. E magari per scommettere sul Palermo, che è forte, eh!
Sceneggiatura: Sopon Sukdapisit
Un giovane proiezionista è nei guai: tossico a tal punto di pignorare l’orologio della fidanzata, con conseguente rottura del rapporto, pur di recuperare una dose, ora si è preso l’incarico di proiettare clandestinamente nel cinema dove lavora un film horror di futura uscita, in modo da copiarlo e diffonderlo illegalmente. Ma non tutto va come previsto: il suo collega in affari è sparito senza lasciare traccia di sé, e dopo aver visto il film in questione, una vecchia in abiti cenciosi, la stessa che appare nella pellicola, inizia a perseguitarlo…
Difficile capire cosa passi per la testa dei distributori italiani, ma portare ora nei cinema tricolori questa spazzatura tailandese vecchia di due anni, probabilmente in quanto opera prima dello sceneggiatore del discreto Shutter, di cui i due registi sono anch’essi, guarda caso, appena passati al cinema con lo scontato Alone, è una faccenda criminale.
Ed è un’irritazione che riesce ad andare ben oltre la pessima fattura di questa ghost-story inflazionatissima, un’abominevole banalità sin dai primi, tiepidi minuti, vista la cura non pervenuta nel doppiare la pellicola, che si permette di contestualizzare la vicenda, naturalmente con voci smorte, assonnate, incolori, sia mai che un film orientale si meriti un comparto vocale decente (ma poi perché guardo i film doppiati? boh), con un esilarante accenno a una manciata di squadre di calcio italiane, del tutto fuori luogo. Ma cose del tipo che il protagonista chiama un amico e gli dice “scommetti tutto su Milan, Inter e Palermo”, e quello gli fa “Palermo? Sicuro?”, e lui “Sì, sì, guarda che è forte!”.
Il resto è una gran bella dormita di 90 minuti, frutto di una sciagurata messinscena, povera, maldestra, insicura, semplicemente inesperta. Sukdapisit, già di suo uno sceneggiatore tutt’altro che esaltante (Shutter deve la sua fama soltanto al superlativo twist finale, di certo non allo script legnosissimo), imbastisce una storia confusa e caotica mescolando passato e presente e realtà e finzione in un pastrocchio metacinematografico, un altezzoso quanto imbarazzante susseguirsi di sequenze mal scritte, mal dirette, mal recitate.
Con dialoghi scarni e ridotto all’osso, inspiegabili inquadrature, soluzioni estetiche improbabili e attori impalati da anal intruder che ne pietrificano movimenti ed espressioni facciali, Sukdapisit cerca di far sua la tipica tensione horror orientale senza sfiorarla una sola volta (salviamo il prologo, toh), ma anzi, sfruttando malissimo idee anche vagamente interessanti – una mancanza d’esperienza, la sua, per certi versi addirittura tenera (la sequenza dei riflettori che si spengono l’uno dopo l’altro).
Film vecchio, derivativo, scopiazzato, Coming Soon non avrebbe avuto un senso nel 2008 neanche se scritto e girato decentemente: ora come ora, è soltanto utile per un po’ di sano masochismo. E magari per scommettere sul Palermo, che è forte, eh!
grazie per la dritta, lo eviterò!
RispondiEliminaPuzzava di merda già dalla locandina e dalla data d'uscita in piena estate, ricettacolo del peggio del peggio:ancora non mi spiego come mai filmoni del calibro di Death Sentence o Punisher: War Zone siano stati passati direttamente in dvd e poi in sala mi ritrovo cagatissime orientali simili... Mistero!!!
RispondiEliminaIntanto quoto Deathrow.
RispondiEliminaNon mi riesco a spiegare come mai certi film meritevoli arrivino solo in dvd o peggio non riescano neanche ad arrivare in Italstan e poi una roba come questa arriva nelle sale toma toma cacchia cacchia,come avrebbe detto Totò.
Poi grazie Silente che mi hai evitato di farmi assistere a questa robaccia.
Condivido pienamente il suo punto di vista. Ritengo che questa sia un'ottima idea.
RispondiEliminaCondivido pienamente il suo punto di vista. Buona idea, sono d'accordo con lei.
Anch'io condivido pienamente il suo punto di vista Signor Corà.
RispondiEliminaRitengo anche che questa sia un'ottima idea, non so quale, però è ottima lo giuro.
Comunque, Coming soon, pensavo fosse un pornazzo sulle "precoci" esperienze adolescenziali... niente da fare anche stavolta.
Manco una tetta fanno vedere, almeno quella... ;)
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