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Bestiario stravagante, di Massimiliano Prandini

By Simone Corà | venerdì 11 giugno 2010 | 13:00

Damster Edizioni, 2010
Brossura, 142 pagine, 10 Euro
ISBN 9788895412290

L’antologia di racconti, si sa, nell’universo underground è prodotto non molto amato dal pubblico, e spesso giustamente, bisogna dire, perché rappresenta progetti che sfornano volumi riempiti da pezzi buoni e brutti, curati e non, solitamente slegati l’uno dall’altro per atmosfere, temi, idee, e che quindi poco incuriosiscono, poco attraggono.

Il Bestiario stravagante di Massimiliano Prandini non appartiene però a questa categoria, perché antologia intelligente e studiata, a partire dall’ottimo titolo, decorata tra l’altro da uno squisito progetto grafico (bellissima la strampalata immagine di copertina di Elena Bertacchini) e da una confezione di pregevole fattura (copertina morbida con alette, prezzo onesto).

Tema centrale è uno dei più classici dell’immaginario horror e dintorni, ovvero il mostro, protagonista di tredici racconti che, pur rientrando nel macrogenere del fantastico soprannaturale, spaziano un po’ in tutti i campi, toccando orrori pregni e tentacolari, arguta ironia, episodi surreali e grotteschi, che danno vitalità a queste 140 pagine, colorandole di tutte le tinte possibili.

In generale si nota una certa omogeneità narrativa, fattore positivo che ho molto apprezzato e che equilibra racconti più che buoni e alcuni altri invece irrisolti e stilisticamente zoppicanti, neo naturale di ogni antologia.

Massimiliano ha buone idee, in ogni racconto si possono individuare impalcature stabili che ben sostengono la narrazione, e questo lo si vede in storie interessanti e curiose come La cantina e Una serata come tante altre, a mio avviso i due picchi horror del progetto, racconti scritti con discreta attenzione, cura nel dosare il ritmo e nel creare immagini suggestive. Ottimo il crescendo orrorifico e atmosferico del primo, con una preziosa esplosione nel finale; realistico, scanzonato e godibilissimo il secondo prima dello spiazzante, riuscito intervento soprannaturale.

Bene anche le parentesi bizzarre, con L’amico immaginario e Il cassonetto numero 73 che piacciono per l’insieme eccentrico di situazioni e personaggi, racconti beffardi pregni però di un’ironia amara, capace, sottile, soprattutto il primo, davvero riuscito.

Ottimo racconto, infine Settimo piano, coinvolgente e affascinante, tanto nello stile che nella storia, che svela a poco a poco, con precisione, un incubo familiare davvero incantevole nelle sue tre brevi cartelle di lunghezza.

Un po’ meno bene, come si accennava prima, altri episodi, racconti che si leggono piacevolmente ma che forse non graffiano a sufficienza, soffermandosi in superficie invece di scavare, continuare, approfondire (Vacche magre, Sogni), o altri che si basano su impianti un po’ convenzionali (Lo specchio, Scendono le ombre della sera).

Unico vero appunto negativo è Vergine 4.7 (Beta Version): Massimiliano sa padroneggiare un certo umorismo sofisticato, singolare, ma questo sgangherato episodio, senza capo né coda, deve fungere da monito per futuri tentativi ironici.

Bisogna dire che si nota, è un po’ evidente, la mancanza di una rifinitura maggiore, di un contenimento di certi ingenui sbandamenti stilistici, un’incertezza narrativa che non deve di certo spaventare, Massimiliano è giovane, capace, può scrivere bene e queste basi lo dimostrano appieno. Un editing cattivo, roccioso, avrebbe livellato e fatto brillare Bestiario stravagante, che per ora rimane un’interessante antologia tematica, che si legge tutto sommato con piacere, e che è trampolino per, spero, stimolanti progetti futuri.

Ultime due notevoli segnalazioni.
La prima riguarda il Centro Fauna Selvatica “Il Pettirosso”, a cui sarà devoluto un euro per ogni copia venduta; la seconda, coraggiosa e giusta in questi tempi propizi, è di rendere disponibile l’antologia anche gratuitamente in formato e-book, scaricabile da questo indirizzo. Massimiliano, in cambio, richiede solo un parere, un commento, una critica costruttiva: mi sembra il minimo, non farlo sarebbe un gesto davvero spregevole.

4 commenti:

  1. ziolampada... neanche il titolo riesci a scrivere correttamente...
    neanche il titolo...

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  2. Magari non è un errore,può essere che sia una transliterazione voluta:STRAVANGATE da GATE,scandalo...nel senso che è uno scandalo che un promettente autore non sia ancora stato valorizzato dalla grande editoria nostrana...cioè...cioè...
    oppure un significato estrinseco ed intrinseco che...
    Insomma ho fatto il possibile ma non ci riesco..non ce la faccio....
    Poi non dire che non ti difendo!

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  3. Titoli sbagliati? Eh? Eh? Cosa? Io non capire XD XD XD

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