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Red Sands - La forza occulta

By Simone Corà | giovedì 20 maggio 2010 | 14:00

2009, USA, colore, 88 minuti
Regia: Alex Turner
Sceneggiatura: Simon Barrett

2002, Afghanistan: viaggiando tra le sabbie del deserto, un gruppo di soldati statunitensi viene bloccato dall’esplosione di una mina. Abbandonate le jeep, i militari esplorano il territorio circostante e si imbattono in una statua dalle sembianze mostruose, scolpita nella roccia. Dopo averla distrutta per puro scherno, vengono sopraffatti da una tempesta di sabbia e trovano rifugio in una piccola casupola. Da quel momento, strane apparizioni e comportamenti inspiegabili mettono a dura prova la convivenza dei soldati: uno Djinn è stato risvegliato, e ora ha sete di sangue.

Regista incompleto ma da tenere d’occhio per possibili, auspicabili chicche future, Alex Turner torna dietro la macchina da presa per girare questo Red Sands a distanza di ben cinque anni dal suo esordio, quel Dead Birds (conosciuto in Italia con il tremendo La casa maledetta) che, nonostante una grossolana incertezza e una noiosa legnosità di fondo, possedeva spunti horror/onirici di indubbia curiosità.

Red Sands si assesta sulle medesime coordinate atmosferiche, costruendo la vicenda attorno a un orrore arcano, incomprensibile, sfuggente. Laddove il Vecchio West e una casa abbandonata avevano fatto da accattivante scenario per Dead Birds, ora troviamo gli spogli deserti afgani e la triste abitazione di una famiglia misteriosamente massacrata, e al posto di impalpabili apparizioni ectoplasmatiche i nostri eroi sono alle prese con uno spirito maligno di crudele ferocia e grande astuzia: sebbene spunti e meccanismi siano gli stessi, la qualità, per fortuna, è molto migliorata.

Lunghissimi, attenti dialoghi tratteggiano personaggi discretamente caratterizzati e si innestano in un ritmo lento, opprimente, soffocante, necessario per entrare nella cappa di sabbia, sudore e frustrazione in cui sono imprigionati i protagonisti. Ci pensano le intrusioni soprannaturali a spezzare la coltre di tensione che si intuisce ovunque, negli sguardi allucinati dei militari, nelle loro parole urlate, nella tetraggine asfissiante della casa/carcere/tomba.

Basta pochissimo, a Turner, per spaventare, per creare quella paura raggelante che si insinua di colpo distruggendo la quotidiana razionalità, e lo fa attraverso due splendidi, raffinati, rapidissimi momenti soprannaturali, davvero poche manciate di secondi, che colpiscono perché imprevedibili, inaspettati nonostante l’ombra orrorifica sia evidente e volutamente prevedibile sin dai primi minuti.

Da lì in poi è un crescendo di classiche sequenze oniriche, abilmente ricreate anche da un ottimo lavoro fotografico, che dipinge la pellicola ora di giallo, ora di verde, ora di rosso, alternate a un altrettanto consueto concretizzarsi mostruoso dello Djinn (momenti per fortuna compressi in pochi istanti perché realizzati con una CG scadente, davvero mal riuscita).

Manca forse un tassello, un capitolo che funga da ponte tra l’amara prassi militare della prima parte e l’improvviso scoppio di violenza e follia che colpisce tutti i soldati, mettendoli l’uno contro l’altro in un sadico, sospettoso gioco al massacro, ma la sinistra, malefica atmosfera che si respira rende il film inquietante e impenetrabile con equilibrato successo, anche nelle sequenze più concitante dove una certa, inevitabile confusione risale in superficie.

Piuttosto discutibile il trattamento riservato a Red Sands bene o male ovunque (anche se con quella locandina se lo merita, eh, madonna…), fatevi un giretto su google e troverete soltanto pareri molto, molto negativi, che puntano il dito accusatorio sull’estrema lentezza, quell’elemento che invece, almeno qui su Midian, fa brillare il film per ottima creazione di tensione e interferenze orrorifiche.

Pellicola quindi interessante e suggestiva, dura anche poco, ottanta minuti scarsi, merita una visione.

2 commenti:

  1. Eh, mi sa che questa volta mi aggrego alle recensioni negative... io mi sono addormentato tre volte prima di arrivare alla fine.
    L'idea mi pare figa, ma il resto lascia il tempo che trova...

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  2. Posso immaginre che il ritmo e la mole di dialoghi non siano granché accattivanti, ma io me lo sono proprio goduto.

    Gran senso dell'orrore, claustrofobia, creature incomprensibili... :)

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