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XXXombies

By Simone Corà | giovedì 28 maggio 2009 | 13:25

Testi: Rick Remender
Matite: Kieron Dwyer
Colori: Lee Lolighridge
Colori copertine: Tony Moore
115 pagine
2009
Planeta de Agostini
7,95 €

Anni ’70. Jenny è una giovanissima pornostar, e si trova sul set del nuovo film di Wong, nonostante suo padre non condivida la vita che ha scelto di vivere. Assieme a lei, pronti per tre giorni giorni di riprese piccanti e infuocate, attori navigati e arroganti, come il massiccio Thrust, e novellini alle primi armi, come il timido Scott. E mentre si accendono le telecamere e si tolgono i vestiti, si prepara il lubrificante e si sistemano i letti, scoppia un’epidemia improvvisa: i morti risorgono e cominciano a mangiare i vivi.

Gli zombi sono stati studiati, affettati e sventrati in ogni salsa possibile, e tra cinema, narrativa e fumetti di vario tipo e qualità, a 40 anni dalla loro prima apparizione nella figura romeriana che tutti conoscono, è diventato ormai impresa impossibile dire qualcosa di originale, innovativo, autentico su questo particolare filone dell’horror.
Per poter mantenere in vita simili tematiche, si rende quindi necessario apprendere i limiti che le imprigionano, e giocare ora sull’ironia e ora sulla psicologia dei personaggi, cercando di svecchiare e, all’occorrenza, rivitalizzare storie che, di per sé, seguono canoni precisi e difficilmente mutevoli.

Ed è così che fa Rick Remender, che con il suo XXXombies centra il bersaglio, coniugando gli zombie più classici e affamati di cervella e intestini a quelle atmosfere sporche e fumose legate al porno peloso dei seventies. Sexploitation, quindi, che gente come Tarantino e Rodriguez benedirebbero senza batter ciglio: morti viventi, tette, teste spappolate, culi, addomi sventrati, sodomia e cannibalismo, il tutto spruzzato con dosi abbondanti di umorismo cinico e spietato, irriverente e spesso esagerato.

Remender intreccia una trama che non dà alcuna spiegazione circa il soprannaturale, ma lascia che l’orda di ritornanti dia il là a un puzzle pulp dove coesistono pornostar senza inibizioni e gangster sentimentali, padri vendicativi e squinzie facilone, avidi produttori e suore perverse.
La violenza e lo splatter, che piovono a secchi in ogni tavola, colorano una storia ritmata e vivace, che non si perde mai in lungaggini o in dialoghi troppo diluiti. XXXombies è dannatamente veloce e pimpante, e il continuo alternarsi di situazioni e protagonisti incuriosiscono per una vicenda solo all’apparenza banale, capace di assestare anche un paio di calci allo stomaco ben piazzati.

L’ironia pervade ogni singola vignetta e, già a partire dall’esilarante prologo, si può intuire quale sarà il registro del centinaio di pagine che seguono: umorismo brutale e sfrontato, che non guarda in faccia a nessuno e si prende gioco di qualsiasi perbenismo con la giusta dose di brio e sangue (il breve soggiorno in ospedale e la visita in chiesa, per menzionare i due momenti più ecclatanti).
La volgarità, inoltre, rozza ma non stupida, è calibrata con attenzione, e dà il giusto contorno, mettendo in sequenza parolacce e organi sessuali di ogni tipo e dimensione.

A dare il legittimo risalto alle parole infuocate di Remender, le matite di Kieron Dwyner stupiscono per tratti precisi, spessi e sagomati, che impreziosiscono i vari personaggi di espressioni facciali che bucano il foglio. Segni veloci, secchi, istantanei, e ogni emozione, dalla paura alla sorpresa, diventa credibile e realistica nonostante un certo gusto per il super deformed (Thrust e il padre di Jenny, per esempio, hanno corpi a forma di imbuti e muscoli spropositati).

Chiude il cerchio l’ottimo lavoro di Lee Lolighridge ai colori, che con quel filtro grezzo, sporco e caldo, ricordano fin dalla prima tavola i fasti dei gloriosi anni ’70.

E il fenomenale Tony Moore, il cui nome lampeggia in copertina come amo a cui abboccare, regala il suo tocco splendido solo come colorista delle copertine (piuttosto divertenti, che riadattano le locandine di film famosi come Il Padrino e Lo Squalo), presenti, come tradizione, alla fine del volume.

Zombie-maniaci e amanti dell’horror in generale, non fatevi scappare questo gioiellino.

9 commenti:

  1. Correggi immediatamente quella ripetizione a inizio post, prima che se ne accorga il Signor Elvezio!! XD

    Ah, e comunque stai attento a non abusare della parola "squinzie", altrimenti sarò costretta a citarti per plagio! :P

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  2. "Squinzie" è chiaramente un omaggio, essù. :P

    Ah! XXXXXXXXXXXX!

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  3. Seh seh! Lo diceva anche Michael Jackson ad Al Bano!

    :P!

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  4. Dai disegni non m'ispirava, ma se dici che rulla, allora mi fido.

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  5. A me i disegni sono piaciuti un botto, cose da occhi incollati alle tavole.

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  6. De Gustibus... ma se ti piace roba così, davanti alla Casta dei Meta-Baroni che fai? Onanismo violento?

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  7. Sì, be', ok, qui i disegni sono buffi, grezzi, molto istintivi e divertenti, e li ho trovati perfetti per la storia raccontata.
    Poi chiaro che le cose davvero belle sono altre. :)

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