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Nacom - My Tomb

By Simone Corà | lunedì 23 giugno 2008 | 17:27


Quando c’è di mezzo l’amicizia, o in generale qualche sorta di legame affettivo che possa implicare buoni sentimenti, rispetto e altre diavolerie simili, il rischio di lecchinaggio e di giudizio storpiato, vuoi per un’effettiva incapacità di essere obiettivo o più per una semplice questione di feeling, è sempre lì, acquattato come un lupo affamato pronto a dilaniare un’analisi come dio comanda.
Il punto dolente è che il problema si presenta sia quando il prodotto da esaminare è un’immonda cloaca da destinare all’isola ecologica più vicina, sia quando si tratta di un gioiello che meriterebbe ben più spazio di queste quattro righe di un blog che non legge nessuno. E immagino si tratti di una situazione in cui tutti quelli che bazzicano qui attorno si saranno sicuramente imbattutti.
Davanti a sputi artistici è più giusto farsi vincere da un’improbabile senso di giustizia affettiva e sperperare lodi incondizionate, oppure recuperare un po’ d’onestà in qualche pertugio mentale e sacrificarsi all’altare della schiettezza? Viceversa, nel caso di un prodotto valido quanto il fatto che chi scrive sia un figo della madonna, quanto possono essere vere le parole dello scribacchino di turno?

A volte improvvisarsi critici è un tormento. Ma alla fine si può risolvere con una filosofia che di solito funziona in molti casi della vita, soprattuttto per risolvere temporali sentimentali: chi se ne frega.

Okay, è stato un preambolo lungo, tendenzioso, complicato da esporre e probabilmente inutile. Quindi perché tutto questo spreco di tempo e di squinternata saggezza? Per introdurre Pietro Bucari, brother of metal conosciuto ormai qualche anno fa quando il forum di HorrorMagazine era il top, con cui ho scambiato qualche birra e pensiero in passato e che, anche se tenere allacciati i rapporti con un maledetto jesino che non frequenta più forum e msn è dannatamente difficile, è un buon amico virtuale.
Ecco, tolto questo doveroso peso emo di dosso (anche se bisogna aggiungere che, oltre a questo, in My Tomb c’è pure la collaborazione con Elvezio Sciallis, altra conoscenza telematica – ci arriverò a breve), si può dire che Pietro è un Gabriele Cirilli che nei Nacom fa il tastierista, e che My Tomb è il secondo demo della formazione marchigiana.

E quindi, per riassumere il popò di roba detto là sopra, vedrò di essere schietto e sincero e farò i complimenti solo quando servono e blablabla a tutti voi.

Affliction, la loro prima uscita nell’universo denim, leather & borchie, era una sorprendente miscela di prog e death metal, già matura e personale per accapparrarsi riconoscimenti un po’ qua e un po’ là (ricordo una gratificante recensione su Rock Hard, tipo futuro del metal, cose da svenimento, insomma).
Con My Tomb il tiro viene invece sbilanciato più verso la componente death (tendezialmente riconducibile a una matrice scandinava), lasciando al reparto progheggiante il compito di filtrare la vera natura estrema dei Nacom.


L’apertura è affidata a In the Night, buon pezzo veloce, con riff secchi e nervosi, che si apre all’altezza di un refrain epico e oscuro; l’uso delle melodie chitarristiche e un certo uso vocale può ricordare vagamente i primi vagiti dei loro vicini Infernal Poetry. Segue Damned, che si evolve da un delicato e malinconico arpeggio verso un mid tempo spigoloso ma con un ideale melodico sempre in primo piano, fino a concedersi un’escursione darktranquillityana nella parte finale. Conclude la title track, il brano più lungo ed elaborato, dove a una prima parte serrata e frenetica, con frequenti e veloci stop and go, corrisponde un ottimo crescendo di costruzioni tecniche e fantasiose, con valanghe di riff e improvvisi cambi di umore.

Più chitarre e meno tastiere, per quanto il loro gioco sia sempre affiatato, affascinante e puntuale, è quello che salta maggiormente all’orecchio confrontando My Tomb con Affliction. Manca forse una certa eleganza riscontrata nel demo precedente, alla quale viene favorita una natura più istintiva e feroce che comunque piace per quello stacco di piano, per quell’effetto violino, per quell’orchestrazione.
La costruzione delle canzoni denota attenzione sia a un certo feeling immediato e live, ma anche a una continua progressione di ritmiche e melodie, mai fine a loro stesse o gettate senza cognizione in mezzo al caldorone. L’impressione è quella di brani attenti, strutturati attraverso un lavoro meticoloso e passionale, impreziosito anche da un buon cantato che alterna, come la tradizone moderna death insegna, growl e screaming (e che per fortuna lascia perdere clean vocals e vocalizzi emo che dir si voglia).

Un appunto lo si potrebbe muovere per la mole di riff usati, che, saltuariamente, sembra essere addirittura sprecata come sacrificio all’altare della progressione. Penso al fantastico crescendo di My Tomb e ai quintali di ritmiche che nascono e muiono nel giro di una manciata di secondi. Magari concedere loro più spazio avrebbe permesso di sfruttarle appieno, ma, oh, è solo un consiglio di uno che le dita le usa soltanto per scrivere, e che forse non sa neanche come si fa il do.

Difficile aggiungere altro, altrimenti si entra nel campo del puro lecchinaggio e, insomma, la lingua preferisco usarla in altri modi. My Tomb è un’ottima conferma, c’è poco da dire. Forse manca quel genuino effetto sorpresa piacevolmente provato con Affliction, ma la qualità delle tre nuove canzoni è davvero sopra la media, sicuramente più brillante di tante nuove uscite sul mercato musicale.
La strada per diventare kings of metal non è che sia poi così lontana. E il futuro, anche se così fa poco true & evil, è più roseo che mai.

Ah, Elvezio.
Io appartengo al partito di quelli che pensano che i testi nel metal abbiano un ruolo relativo. Se sono intelligenti ben venga, altrimenti vige la filosofia delle prime righe (insomma, io ascolto anche cose gay tipo Freedom Call che parlano di guerrieri di ghiaccio e fratellanza metal, ecco, e mi entusiasmo come un bimbo alle giostre).
Le lyrics di Corinaldesi affrontano tematiche care al metal estremo – il vocabolario è buono, così come la cura risposta nella stesura dei periodi –, e va bene così. Anche il testo di My Tomb (dipinto a quattro mani da Elvezio e Pietro) non è da meno, ma la cosa cool è che è tratto da uno dei racconti migliori di Elvezio Sciallis (e lascio perdere spiegoni vari su vita, morte & miracoli del lord of reviews, che tanto qui sapete tutti chi è), La Mia Tomba, un’opprimente visione di un mondo alieno, che si può leggere sul suo blog, ma anche nel very professional booklet (davvero superbo per trattarsi di un demo – ci sono anche foto fiche in posa sexy e tenebrosa dei nostri) di My Tomb.
È una collaborazione originale, interessante e particolare, sia per la qualità delle opere presentate, sia per come è stata gestita l’iniziativa (il nome Elvezio Sciallis compare in copertina accanto a Nacom, quasi si trattasse di uno split, e il racconto è accompagnato da un’introduzione del Vate di Gessate stesso). Lavoro di squadra e grande affiatamento, empatia e rispetto reciproco, insomma, cose belle da vedere, leggere e sentire.

Bene, Nacom, missione compiuta anche questa volta. Prossimo passo la Nuclear Blast. O la Roadrunner, magari.

18 commenti:

  1. Sì ma non mi hanno ancora pagato le royalties e allora io ho bisticciato con il gruppo e ora faccio il cantante solista parto per un tour che toccherà Gallarate, gessate, Limbiate e Castronate. Sold out ma se vuoi un ingresso stampa te lo trovo ancora...

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  2. Eh, sti metallari ciccioni che poi buttano i soldi per concerti con cantanti che urlano bleeaayuirrrhgh io proprio non li capisco.

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  3. Che belle tutte queste cose di pompini e ringraziamenti tra amicici dell'internètte, ma siamo metallari o gentiluomini?
    No, comunque davvero grazie per le belle parole, eh, che fa sempre piacere avere fan sparsi nell'Italia, hai visto mai che un domani riescano a trovarti serate sparse nel globo...
    Comunque un paio di appunti:
    - la copertina non funge linkandola da altervista (te l'avevo anche scritto in chat, maldito), prova a mettere questa, ad esempio
    - se devi farmi pubblicità falla fino in fondo e segnala anche il nostro myspace che fa tanto gggiovane e connected nel mondo cibernetico di oggi
    - il demo costa solo 3€ (spese di spedizione incluse) e vi giuro che Elvezio non si beccherà neanche un centesimo da riciclare nei suoi traffici di droga, quindi scriveteci una mail a nacom at email punto it se ne volete ricevere una copia.
    Ricchi premi e cotillons per tutti, ecco...

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  4. La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu

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  5. La ringrazio per Blog intiresny

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  6. necessita di verificare:)

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  7. quello che stavo cercando, grazie

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  8. leggere l'intero blog, pretty good

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  9. La ringrazio per Blog intiresny

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  10. Your blog keeps getting better and better! Your older articles are not as good as newer ones you have a lot more creativity and originality now keep it up!

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  11. grandissimi i Nacom, anche io conosco di persona Pietro, sempre tramite horror magazine, ma ci siam anche conosciuti di persona quando è venuto a Pesaro (dove vivo) per il Pesaro horror fest.
    Poi un paio d'anni fa è tornato a Pesaro, sta volta coi Nacom, per un concerto e ho potuto ammirare il loro, talento :-)
    Il metal è la mia seconda passione dopo il cinema e i Nacom son una band davvero coi controcazzi :-)

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