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7 MUMMIES

By Simone Corà | domenica 2 marzo 2008 | 13:53

Regia: Nick Quested
Sceneggiatura: Thadd Turner
Cast: Matt Schulze, Carina Vincent, Billy Wirth, Billy Drago, Danny Trejo, Andrew Bryniarski
Durata: 80'
Produzione: USA
Anno: 2005

Alcuni evasi di prigione, mentre arrancano nel deserto, vengono a conoscenza di una leggenda, secondo la quale, in una cittadina misteriosa, sarebbe nascosto un tesoro. Il richiamo dei soldi è forte, ma quando scoprono che la città e i suoi abitanti sembrano usciti direttamente dal vecchio west, le cose iniziano a complicarsi.

Guardare film brutti può essere una grande fonte di divertimento, soprattutto in momenti di sconforto o di odio verso il genere umano. È qualcosa che deve avere a che fare il karma, l’equilibrio cosmico o roba del genere, e chi sguazza volentieri nel porcile cinematografico, conosce il piacere che un buon trash può donare.

7 Mummies, nella sua imbarazzante visione del west dove cavalli sfidano Harley Davidson in gare di velocità, e dove i cowboy usano la spada, si dilettano a mummificare i cadaveri e nascondono tesori manco fossero pirati con la gamba di legno, è un buon esempio di spazzatura polverosa.

Il suo incedere è lentissimo, e per tutta la durata della pellicola, termini quali ‘ritmo’, ‘montaggio’ e ‘azione’ vengono abilmente scartati, in favore di una filosofia votata al completo annichilimento per asfissione. Nick Quested, regista con evidenti fallacie cerebrali, si ricorda saltuariamente di movimentare il tutto, e inserisce allora sparatorie e scazzottate squinternate, dirigendole senza un’idea ben precisa di quello che sta succedendo.

Capitolo sceneggiatura. Memorabili i dialoghi, realizzati con cura attraverso il rito del pescaggio casuale di parole dal vocabolario. I monologhi del villain Billy Drago, in particolare, dimostrano una totale devozione al culto del non sense, mentre le pugnalate verbali degli altri mentecatti fanno capo a stereotipi di tutti i tipi e di tutti i colori.

Clamorosa poi la caratterizzazione dei protagonisti, che riesce nel difficile tentativo di renderli TUTTI uguali, privi di qualsiasi spiraglio di personalità ma con una spiccata tendenza a fare cose stupide nei momenti meno opportuni. Come giustificare altrimenti, giusto per fare un esempio, un completo menefreghismo all’arrivo nella cittadina misteriosa, quando, alla visione di cowboy, pistole e prostitute, gli ergastolani entrano tranquillamente nel soloon e ordinano da bere? Feel & breath trash.

La comparsata del mito Danny Trejo, unica luce nelle ombre del cast, è tuttavia un punto nero nel curriculum di uno dei volti più carismatici del cinema.

Restano poi: 1) un manipolo di cattivi capace soltanto di prodursi in risate malefiche, magari con la luna piena sullo sfondo, 2) nudi femminili gratuiti insistiti e assurdamente plasticosi, e 3) un inspiegabile comparto musicale costituito da un’accoppiata hip hop/heavy metal, che riesce a essere fuori luogo in ogni suo intervento.

Mi fermo qui. Continuare a elencare fragorosi esempi di bellezza sarebbe ingiusto nei confronti di coloro che, inconcepibilmente, non si fossero ancora addentrati nel meraviglioso mondo di 7 Mummies. Cosa aspettate?

6 commenti:

  1. ciò che dici non lo leggo adesso che non ho tempo, però pensavo che visto che hai il blog nero potresti mettere nera anche la barra che adesso è blu:) ^^
    ciao

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  2. Oddio, c'è Billy Drago!

    Nell'episodio di Miike nei Master of Horror la sua recitazione è inguardabile.

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  3. Gelostellato: provvederò a provvedere

    Uomo misterioso: sì, vero, in Imprint la sua recitazione sofferta e teatrale è ridicola, ma anche qui conferma la sua abilità, eh. Poi i suoi dialoghi sono inascoltabili

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  4. Ero io l'uomo misterioso.

    O meglio, ero solo sbadato.

    Ian

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  5. Ho letto una recensione simile per "una mamma per amica"...

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