Indonesia, 90 minuti
Regia: Joko Anwar
Sceneggiatura: Joko Anwar
Fa sempre una strana impressione quando il
cinema orientale meno noto (Thailandia, Filippine, Indonesia) si appoggia a
quello occidentale, o meglio, tenta di ricalcarne intenzioni e ritmi ma senza
ovviamente venir meno alla propria impronta culturale, che inchioda il film
nella sua terra d’origine, con ogni pro e contro possibile: di solito quanto ne
esce è robetta più che altro scopiazzata, poco credibile nell’unire due
facciate così lontane e in generale non molto interessante, è quindi grossa
sorpresa trovare questo Modus Anomali, piccolo ma grandissimo film che
in un istante divora qualsiasi slasher/survival/torture porn di stampo
occidentale uscito negli ultimi anni, perché non solo riprende lo schema caro a
questo sottogenere rinfrescandolo con un tocco estremamente personale, ma ne dà
nuova visione con uno dei finali più incredibili, rivelatori e per certi versi
anche irrisori che abbia mai visto.
Una casa nei boschi, un uomo che si
risveglia disorientato e senza memoria, un filmato che mostra torture e sevizie
ai suoi cari: non siamo di fronte a elementi innovativi o che tentino qualche
spunto originale, ma persino lo stratagemma della telecamera e delle
registrazioni ritrovate che sembrano indirizzare verso una strada prevedibile e
ben nota è utile a un regista/sceneggiatore che sa il fatto suo per distruggere
qualsiasi concezione comune del sottogenere, in primis l’ostentata, per certi
versi pornografica, insistenza della violenza, perché in Modus Anomali,
seppur presente, è comunque ingranaggio assolutamente non fondamentale di una
storia dove a primeggiare, come ogni buon horror in fondo dovrebbe cercare,
l’inquietudine, l’ansia, la stranezza, il disagio o, come si usa dire, il
perturbante. Il risveglio di John porta con sé un mistero dietro l’altro, e
quello che all’inizio può sembrare, appunto, un comune slasherone grezzo e
idiota, è in realtà messinscena ricca e raffinata, che usa il mezzo per il raggiungimento
di un fine sottile e con una sua critica cinematografica sicuramente da non sottovalutare.
Così come da non sottovalutare è l’approccio tecnico di Joko Anwar, che crea
una sceneggiatura basilare ma perfetta (pochissimi dialoghi ma eccellente strutturazione
– ci sono alcuni tocchi di impressionante finezza, come l’accenno allo
shuffling degli LMFAO), per offrire un’esperienza visiva sicuramente insolita
per un simile film, dove lunghi piano sequenza partoriscono una tensione sempre
più crescente e destabilizzante (la sequenza della cassa, insostenibile).
Impossibile aggiungere qualcosa, il
rischio di rilevare elementi essenziali alla comprensione del perfido
meccanismo è troppo alto e sarebbe malvagio rovinare la così piacevole e
inattesa visione di questo gioiellino ahimè poco conosciuto.
bello, bello bello!!! concordo!!! anche da me ne parlai tempo fa...fu una bellissima scoperta...
RispondiEliminaE devo anche ringraziarti che senza tua rece mai l'avrei visto :)
Eliminamolto molto interessante. grazie a entrambi per la segnalazione ;)
RispondiEliminaPrego. Poi scrivine, eh :)
EliminaJoko Anwar è un pazzo. Ti consiglio di guardarti anche Pintu terlarang che è leggermente sotto tono rispetto a Modus ma è parecchio interessante.
RispondiEliminaNotato il controllo della sceneggiatura? Un grande
Sì, l'ho visto, è molto interessante ma anche molto inferiore rispetto a Modus Anomali. Tutta la costruzione sul mistero della porta è magistrale, ma è tratti è noioso e la scena splatter della cena è lunghissima e moralissima. Però avercene.
EliminaNon ho ancora avuto il coraggio di provare Dead Time: Kala, ma prima o poi lo faccio eh :)
L'ho visto una vita fa ma siamo sempre parecchio in alto come target artistico. Ho un buon ricordo ma in sincerità lo devo rivedere...
EliminaDevo recuperarlo al più presto, non posso astenermi!
RispondiEliminaBravo
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