Regia: Takashi Miike
Sceneggiatura: Takashi Miike
Nonostante una carriera ricchissima e
impressionante di regie, Takashi Miike ha curato la sceneggiatura soltanto di
due pellicole, un fantasy che strizzava l’occhio al pubblico più giovane (The
Great Yokai War) e uno strambissimo western (Sakuyaki Western Django),
tra le prime opere che gli aprivano la strada a una produzione sempre più
differente e variegata di stili che in poco tempo l’avrebbe portare a
sperimentare tra assurdità per bambini (Ninja Kids), drammoni storici (Death
of a Samurai) e perfino commedie musicali (For Love’s Sake). Ed è
quindi insolito ma assai benvoluto, oltre che finemente simbolico, che il tanto
agognato e chiacchierato ritorno a quelle materie più horror e splatter che ne
avevano scolpito la figura, porti la sua firma anche in sede di sceneggiatura,
ispirandosi all'omonimo romanzo di Yusuke Kishi.
Ed è un Miike al 100% quello che troviamo,
di certo non un back to roots come forse speravano alcuni, cosa che di per sé
non avrebbe molto senso, ma un autore totale che mette insieme ogni
sfaccettatura di passato e presente, che mescola sì la calcolata ultraviolenza
e un accento soprannaturale, ma lo fa con una perizia tecnica maestosa e con
una narrazione potentissima, d’acciaio, implacabile, che frulla le componenti
più giocose e grottesche, quasi pulp, per agganciarle a una seriosità dura e
cruenta che macina decine di personaggi caratterizzandoli prima e maciullandoli
poi con un divertito sadismo cinematografico che rende semplicemente la
pellicola un enorme, interminabile slasher.
Ma ciò che più colpisce non è tanto l’esagerazione
sanguinolenta e la cinica cattiveria, siamo comunque in territori a tratti
stravaganti, o meglio dire miikiani, che stemperano bene l’orrore, bensì la
granitica capacità di mostrare tutto senza mai spiegare niente,
cosa che appare anche un po’ incredibile considerando non solo la complessità strutturale
del film ma soprattutto l’alto numero di personaggi che vengono continuamente
introdotti, aumentando senza sosta le piccole sottotrame che uniscono gli uni
con l’altri, dai diversivi usati dagli studenti per copiare durante gli esami agli
amori che sbocciano, dall’abilità sportiva con l’arco all’organizzazione della
festa in cui si svolgerà tutta la seconda parte, dalle indagini dei prof per
svelare passati criminali a questi passati criminali che emergono con uno stile
visionario e malignamente bizzarro che ribalta e reinventa stile e ritmo della
pellicola senza sosta (il fantasma che vede il prof Hasumi, il fucile parlante,
per non parlare dei corvi e dei collegamenti alla mitologia scandinava). Miike dirige
chirurgicamente, mette in sequenza frammenti di vicende che solo con il passare
del tempo acquisiscono significato, andandosi a incastrare in puzzle
organizzati con gusto sopraffino e studiata malignità – la narrazione stessa
del film è un susseguirsi di spezzoni che richiedono attenzione e
concentrazione, i flashback si alternano al presente e lo stesso presente
subisce variazioni ritmiche senza che, giustamente, la spettatore venga mai
avvisato, ne nasce una progressione coinvolgente e inarrestabile, aiutata
probabilmente anche dai lunghi silenzi e dai disturbanti interventi musicali
con la ripetizione, in diversi, stranianti arrangiamenti, dello stesso brano.
Ne esce quindi qualcosa di pazzo ma
millimetrico, una follia tipicamente miikiana creata però con basi solidissime:
raccontare di un professore killer e mentalmente instabile che sbrocca e
ammazza chiunque gli capiti a tiro non è semplice esercizio di stile o
strumento per accontentare i fan con litri di sangue, teste spappolate e corpi
dilaniati, ma è grande visione di un microuniverso scolastico, di ragazzi ben
delineati nelle loro normali quotidianità che affrontano l’orrore con umana
dignità, tanto nel coraggio quanto negli errori e nelle stupidità, senza per
forza ammorbare drammaticamente ma sfruttando la vicenda per del notevole,
intelligente, esaltante intrattenimento.
mi hai messo una mega scimmia assosso. lo voglio vedere tipo ora!
RispondiEliminaE allora, l'hai visto? :)
Eliminae mica me lo posso perdere!
RispondiEliminaCerto che no, è un gran bel Miike!
EliminaInteressante segnalazione. E cmq da miike cosa vuoi aspettarti se non una figata?
RispondiEliminaAppunto!
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