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Recensione: The Innkeepers

By Simone Corà | lunedì 27 febbraio 2012 | 08:00

2011, USA, colore, 100 minuti
Regia: Ti West
Sceneggiatura: Ti West

Lo si attendeva con gran fame, e dalle recensioni dell’attenta blogosfera The Innkepers è stato recepito e assimilato con il giusto peso che, finalmente e pienamente, deve essere dato a Ti West nella scena del terrore odierna (a parte qualcuno, però insomma a lui piace oddiomadonna Hereafter e penso quindi sia una causa persa ;) ). Distantissimo dalla modernità modaiola, totalmente estraneo alla piattezza visiva di gran parte dei colleghi d’oltreoceano, indifferente ai richiami a qualsiasi tipo di tentazione poligonale/tridimensionale, con The Innkeepers Ti West riesce forse a fare anche meglio del precedente The House of the Devil, creando un film che non ha niente a che vedere con l’attuale modo di creare un film, e facendo felici i maniaci europei, pronti ad accogliere un regista giovane ma con le idee chiarissime che in America ha ben poco rispetto.

The Innkeepers esce infatti direttamente in dvd, deve accontentarsi di un ignobile cinque e mezzo su imdb e deve mandar giù commenti e critiche che lo confondono con una horror comedy poco appetitosa. Della raffinatezza registica e dell’ottimo dialogo nessuno pare interessarsi, chiaramente perché chi va a vedere Transformers 9 o Saw 22 si ritrova spaesato, intontito e sicuramente annoiato da un ritmo pacato e placido, infarcito di una felice ironia che dona un realismo all’opera divenuto al giorno d’oggi, soprattutto nel filone di genere, merce rara.

Vedere Luke e Claire che chiacchierano, discutono, lavorano insieme e soprattutto si scherzano l’un con l’altra è qualcosa che, nella sua lentezza espositiva, non ha chiaramente un roboante appeal visivo su cui fare forza, con cui acchiappare il pubblico meno selettivo, ma nasconde una potenza narrativa eccellente, perché permette di affezionarsi ai due protagonisti con pochi cenni, per poi conquistare definitivamente chi dal cinema cerca qualcosa in più, con una manciata di sequenze che un Michael Bay qualsiasi avrebbe tagliato e cancellato poi anche dagli extra del dvd.

Momenti di tenue e quotidiana simpatia, come le lunghe scene della spazzatura e del caffè preso al bar accanto all’hotel, hanno un valore prezioso nell’economia del film, perché se da una parte non aggiungono nulla alla trama, dall’altra ne arricchiscono i personaggi, ritagliandoli in figure comunemente normali nelle quali è impossibile, magari anche solo per una virgola caratteriale, non identificarsi.

The Innkeepers rimane però un horror, e se West con The House of the Devil aveva creato un’atmosfera di sulfurea insostenibilità, con questo suo ultimo lavoro è bravo nel diluire la tensione con tanti, tanti interventi ironici che sdrammatizzano e strappano sorrisi senza tuttavia mai intaccare la natura soprannaturale dell’opera. Di ghost story si tratta, con un fantasma che infesta un vecchio albergo e poco altro, e di innovazioni o originalità nello script non c’è volutamente traccia, ma è nella costruzione narrativa che The Innkeepers mostra il suo valore, aggiungendo con naturale calma tutti i tasselli necessari per una bella botta d’orrore finale.

E se, infatti, nei momenti più tosti, quelli del balzo sulla poltrona, quelli della paura tanta che ti strappa il cuore, era forse lecito attendersi qualcosina in più (forse una maggior coesione, forse un maggior impatto), West dipinge comunque almeno un paio di sequenze dal fiato corto, su tutto la riuscitissima parte conclusiva dove il terrore inonda albergo e spettatore con una manciata di immagini particolarmente azzeccate, dove il suo estro registico, così attento e calibrato, gioca meravigliosamente con spazi angusti e bui, dilatando le pause per accrescere i contraccolpi emotivi.

Purtroppo Ti West, assieme a pochi altri giovani cineasti (Christopher Smith su tutti), è una mosca bianca del panorama horror attuale, e viene quasi da piangere pensando a quante porcate bisognerà sorbirsi prima del suo prossimo film.

11 commenti:

  1. assolutamente d'accordo su tutto, anche e soprattutto sul fatto che mr. ford sia una causa persa! ahahaha

    come horror magari non fa paurissima, però è girato da dio e io inoltre mi sono divertito come un matto a vederlo :)

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  2. I gusti di Ford a volte sono sorprendenti. XD

    Per il resto, sì, bisogna dire che The Innkeepers non fa proprio paura (a parte la breve parte finale, a parer mio molto inquietante), però è eccellente sotto qualsiasi aspetto, e le gag sono riuscitissime, perfettamente inserite nel clima generale. :)

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  3. Sottoscrivo anche le virgole, ma lo sai...
    ah a me Hereafter è piaciuto :D

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  4. Lucia, una donna illuminata.

    Per il resto, Simone, temo che i tuoi tentativi di sostituire il Cannibale come mio avversario siano ancora troppo blandi.

    E comunque, Innkeepers è vuoto e noioso, e Hereafter un filmone che Ti West non potrà neanche mai sognare di fare.
    Ma anche Malick, l'amico dei pipponi! Ahahahahahahah!

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  5. D'accordissimo, e anch'io l'ho trovato superiore a The House of the Devil. Ma devo dire che le scene che dovevano spaventare, con me han funzionato alla grande. :)
    Ah, a proposito di Smith, alla fine ho visto anche Black Death. Davvero notevole! ;)

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  6. D'accordissimo con tutto quello che scrivi. Il vero problema poi, come dici, è il gusto del pubblico ammalato di beite, inutile meravigliarsi che la distribuzione abbia dei problemi.

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  7. @Lucia: oddio no! ;)

    @mr Ford: ahahah, grandissimo, però io ho una gran paura di guardare Invictus e J. Edgar, altro che l'horror! :)

    @moderatamente: per me quelle scene erano molto , molto suggestive (penso per esempio al fantasma del letto) però non c'entravano forse il bersaglio. gli ultimi dieci minuti invece terrore puro :)

    Bellissimo Black Death, aspettiamo adesso il suo prossimo lavoro!

    @ Frank: già, e non avendo nulla di americano è chiaro che parta svantaggiato...

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  8. L'ho adorato e sottoscrivo anche io ogni cosa u__u
    Tra l'altro, verso la fine fa davvero paura!

    P.S.
    Anche io sono del partito contro Hereafter :PP

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  9. Eh sì, il finale è bello forte e con almeno un'immagine tremenda! :)

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  10. un film ben fatto e riuscito, se uno spettatore lo guardasse senza leggere la locandina dopo 20 minuti direbbe comunque Ti West,stile inconfondibile e personale ,fortuna che esistono registi giovani con questa personalita' ,tutte le piccole scene che possono sembrare superflue sono eccellenti ,dagli scherzi fra i due (ben disegnati) protagonisti ,ai dialoghi ai silenzi ,ottimo film come lo sono stati the house of the devil e ,secondo me, anche cabin fever 2 ,forse troppo sottovalutato x il suo taglio troppo ironico-umoristico .speriamo i produttori investino ancora molti dollari su di lui

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  11. Sono d'accordo con te su tutto, perché ogni singolo particolare di The Innkeepers è perfettamente controllato e funzionale per creare un'atmosfera favolosa.

    Cabin Fever 2 non l'ho ancora visto, ma rimedierò presto. :)

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