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Recensione: Contagion

By Simone Corà | venerdì 16 settembre 2011 | 08:00

2011, USA, colore, 105 minuti
Regia: Steven Soderbergh
Sceneggiatura: Scott Z. Burns

A parlare ancora di virus mortali e pandemie virali, materie trattate, approfondite e sfruttate allo sfinimento da parecchio cinema di genere, ci si chiede quali possano essere gli spunti per rendere interessante, nel 2011, un film che nasce vecchio già a partire dal titolo, e non credo ci sia tanto da stupirsi se la risposta è semplicemente nessuno, zero, vuoto totale. Inutile parlare del talento registico di Soderbergh, della sua unicità nel soffermarsi sui volti, nel dilatare i tempi, nella frenesia e nel dinamismo con cui saltellare senza troppi problemi tra i generi: inutile è infatti il suo apporto se la pessima sceneggiatura di Scott Burns (incredibile pensare sia sceneggiatore e regista del bellissimo e toccante Plutonio 239) si adagia così banalmente su noiosi stereotipi e tonnellate di comodità narrative, senza mai offrire quella novità, o almeno quella rivisitazione, che possano modernizzare, rendere attuale e curiosa, una storia raccontata un milione di volte e che, a metà film, al fatidico colpo di scena in cui “il virus è mutato!!!”, provoca sintomi ben peggiori della morte pressoché istantanea in cui incappano i poveri disgraziati protagonisti.

Difetto apocalittico della pellicola è la mancanza proprio del fattore apocalittico con cui il batterio killer distrugge il mondo in venti giorni: dopo un buon principio drammatico, parliamo di dieci minuti eh, ben giocato da un Matt Damon ciccione e fuori forma (anche recitativa) e da una Kate Winslet di ferro, Contagion si sforma per seguire le soporifere vicende personali del super cast (un obeso Laurence Fishburne, un pelato Jude Law, una zoccola Gwyneth Paltrow, una fin troppo francese Marion Cotillard), che poco o nulla incuriosiscono perché troppo schematiche, troppo moraliste, troppo ingolfate nell’infantile denuncia politica/militare a tutti i costi quando, invece, non erano di certo poche le chance per trasformare la pellicola in qualcosa di orrorificamente movimentato e imprevedibile. L’iniziale catena di morti è infatti anomala e gestita con una tale teatralità tragica da far ben sperare per un prosieguo in cui sia la disperazione più nera e totale a farla da protagonista, e invece troviamo un mare di idiozie che stupiscono disastrosamente in negativo per pressapochismo e comicità involontaria come le sequenze in cui la gente assale la farmacia, o come quando il bidello fa la ramanzina a ciccio-Morpheus e, momento d’oro del film, quando Kate Winslet dona la sua coperta a un malato con lo scopo, boh, penso di strappare lacrimoni e sospiri e dire oh quanto è brava.

È mutato!!!

Si avanza così per puttanate narrative ampiamente prevedibili, cose davvero tremende tipo quei disaster tv-movie da tre ore, quelli che fanno in estate su canale 5: gli scienziati cattivi sanno tutto ma non lo dicono per pararsi il culo, un giornalista rompe le palle e svela i retroscena, Matt Salsicciotto Damon guarda la folla inferocita perché ovviamente è finito il rancio, scoprono la cura e yawn. Tutto sommato, Soderbergh riesce quasi a nascondere così tanta pupù con una perizia registica che rende anche piacevolmente digeribile la visione, ma il merito va più che altro all’ottima colonna sonora di Cliff Martinez, un susseguirsi martellante di inquietudini elettroniche, sempre puntuale nell’essere, in fondo, l’unico elemento a creare un minimo di atmosfera. Il resto non c’è, davvero. Contagion è quindi un film sostanzialmente di merda e un affronto all’intelligenza, e insomma, vaffanculo, ho buttato otto euro.

12 commenti:

  1. Hai copiato la mia recensione, merdone! Cheppena!

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  2. No, cara mia, tu l'hai copiata da me e poi l'hai programmata all'indietro sul blog!

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  3. A me è piaciuto un sacco ^^
    Soprattutto perché, una volta ogni tanto, mi è sembrato un film anti-cospirazionista ;-)

    Ma i gusti sono come gli orifizi anali: ciascuno ha il suo.

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  4. Vedo che sei stato molto più cattivo di me nel liquidare il film di Soderbergh, che peraltro ho anch'io liquidato. In verità non l'ho trovato così orrendo. Piuttosto l'ho trovato scisso, direi, sghembo, mal integrato (sceneggiatura, visivo e sonoro vanno in direzioni opposte). E soprattutto, come anche tu sottolinei, per nulla "apocalittico" e alquanto soporifero.

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  5. @ McNab: eh, sì, ho letto la tua recensione positiva, ma io, boh, mi ha fatto dormire e nient'altro. :-è

    @ Psiche: sicuramente, è un film mal strutturato e privo di una direzione precisa, ma è talmente vuoto, e sostenuto da una trama insignificante e da personaggi bidimensionali, da renderlo impossibile da salvare. :)

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  6. Chi ne parla tanto male e chi ne parla tanto bene... a me già solo l'idea mi annoia (ancora il virus letale che uccide tutti?!) e allora facciamo che hai sicuramente ragione te e non lo vado a vedere ^^.

    Simone

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  7. Già, sembra abbia spaccato l'opinione del pubblico. Al massimo, recuperalo dal muletto o in streaming, evitare di spendere gli otto euri al cinema, questo sì. :)

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  8. Mi fanno sempre scompisciare le tue recensioni di questi film insulsi! :D

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  9. Sarà che non ne ho visti molti di questi film "catastrofici" ma non ho patito troppo l'assenza di originalità e me lo sono gustato, apprezzando molto l'assenza di scene madri troppo lacrimevoli o altre fesserie simili. Anzi, a dire il vero quello che mi è piaciuto molto di Contagion è stato l'essere film molto asettico, freddo, della serie "i fatti sono questi, ecco qua". Come sempre, de gustibus!!

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  10. Non è che io ne abbia visti tanti, è un modo come un altro per parlare di cliché, banalità, luoghi comuni tipici di storie che parlano di un virus, crisi mondiale, ecc. Perché per me Contagion è tutto questo, niente più niente meno, una serie di topoi abbastanza piatti e incolori, scritti male, con nessuna vera costruzione atmosferica e con un'introspezione psicologica praticamente nulla. :)

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