Home » , , , » Recensione: Il cigno nero

Recensione: Il cigno nero

By Simone Corà | venerdì 29 luglio 2011 | 08:00

2010, USA, colore, 108 minuti
Regia: Darren Aronofsky
Sceneggiatura: Mark Heyman, Andreas Heinz, John J. McLaughlin

Devono averlo perseguitato nel sonno per lungo tempo, le critiche piovutegli addosso per l’intenso e sofferto L’albero della vita, se le ambizioni sperimentative di Darren Aronofsky sono di colpo svanite con il piatto, noiosissimo e inconsistente The Wrestler e tornano clamorosamente a mancare anche in questo freddo e vuoto Cigno nero, e così come faticavo a trovare spunti validi nel film premiato con il Leone d’oro veneziano, fatico ora a riconoscere anche solo una minima parte di tutto quel popò celebrativo che ha innalzato l’ultima prova del regista olandese a cose di capolavoro della madonna, storia del cinema e blabla. Impossibile discutere sulla bravura registica di Aronofsky, non sono poche le sequenze di impressionante estro visivo e di mirabolante magnetismo onirico, ma il problema di un film come questo risiede in un soggetto senza alcun mordente che affronta il tema del doppleganger nella più scontata delle sue varianti. Certo, non si deve premiare solo e soltanto l’originalità, esistono tonnellate di storie semplici che possono essere raccontante con trasporto e passione, ma credo non siano storie che fanno per Aronofsky: le sue prime tre perle registiche tornano sempre tormentatrici per dimostrarlo e più s’allunga il suo curriculum più lo vedo distante da certi schematismi narrativi.

Non trovo alcun scossone emotivo nelle sorti della brava Nathalie Portman sconquassata da una madre iperpossessiva, una sospettosa/sospetta collega di danza e soprattutto un istruttore che incorpora uno stereotipo comportamentale davvero enorme per poterlo accettare e sopportare sino al finale. Ed è proprio stereotipo in fondo il termine più adatto a inquadrare Il cigno nero, non vedo infatti alcuna preziosità nella maestosa tecnica registica e nelle iniezioni d’inquietudine che potrebbe trasmettere se le basi su cui poggia appaiono già così stanche e distanti, così gelide e rigide, distruggendo di fatto la partecipazione emotiva dello spettatore, o almeno la mia. Non ci troviamo per fortuna nell’insopportabile linearità di The Wrestler e delle sue sterili badilate di moralismo, ma poco o nulla mi ha dato la progressiva pazzia della Portman, troppo vincolata da tunnel narrativi già esplorati in lungo e in largo e che niente possono aggiungere, contribuendo al quadro generale, se con niente sono fatti.

E adesso uccidetemi pure.

13 commenti:

  1. ciao!!
    concordo nel trovare "diverso" Darren Aronofsky dalle prime alle ultime opere... forse è il suo doppleganger!!! :|

    comunque π (pi greco) è uno dei film che più ho apprezzato del regista... però anche questo non mi ha dato fastidio (palese che sia un'altra persona ad averlo girato) :)

    RispondiElimina
  2. Sì, guarda, per me The Wrestler è una palla micidiale, al limite dell'inguardabile, e questo non ci va molto lontano anche se comunque è diretto meravigliosamente.

    Aronofsky è troppo eccentrico, o forse lo era, per storie così scontate e prevedibili, ha bisogno di soggetti più forti, più folli, come lo erano Pi grego, che anche a me è piaciuto parecchio, e Requiem for a dream. :)

    RispondiElimina
  3. Ecco un altro che non ha capito The Wrestler (lascia perdere la storia e goditi quest'apologia del verismo filmico americano per quello che è: un trattato tecnico sulla ripresa del dropout).

    RispondiElimina
  4. Film banale all'inverosimile.
    Buchi logici, personaggi macchiette (Lily), attori fuori luogo, davvero penoso.
    Si salva solo Wynona Ryder.

    Ian

    RispondiElimina
  5. A me è piaciuto un casino.

    (scusa il commento banale, ma è il mio ultimo giorno di lavoro. Più di così non riesco a dare :-P)

    RispondiElimina
  6. per me capolavoro assoluto, mi ha coinvolto e sconvolto dal primo all'ultimo istante come pochi altri film.
    le sperimentazioni dei primi film di aronofsky trovano secondo me il loro sbocco migliore all'interno di una storia sì lineare, ma nient'affatto scontata o stereotipata.
    quindi non sono per niente d'accordo con te, ma il mondo è bello perché è vario...

    RispondiElimina
  7. Ci mancherebbe che ti uccido, mio caro, sei troppo importante per noi tutti. Pero' anche a me questo film e' piaciuto assai, soprattutto per la profondità d' analisi della psicologia femminile, vista nei suoi labirintici e cataclismatici esiti masochistici. Un film così geometrico, algoritmico, entropico, non l' avevo poi mai visto, arrivo a dire. Tuttavia posso anche capire una recensione come la tua, che mette l' accento, forse un po' troppo, su certi aspetti stereotipici che il film enuncia e riprende, in tema di Doppio, elemento in effetti un po' liso e trito, e qui scarsamente elaborato. Tuttavia la Portman e' molto brava, suvvia. Ciao, a presto.

    RispondiElimina
  8. @ Valentino: ma vaffanculo, va' XDXDXD

    @ Ian: non sarei così cattivo, non lo vedo così disastroso su tutti i fonti, secondo me è molto ben recitato se togliamo Vincent Cassel (non che non sia bravo, eh, è da sempre uno dei miei attori preferiti, ma il suo personaggio, questo sì, è penoso). Però sì, banale all'inverosimile, e questo uccide ogni altra cosa.

    @ McNab: e ci mancherebbe! XD

    @ Cannibale: eh, lo so che a te è piaciuto molto e infatti aspettavo il tuo commento :)
    Io la vedo proprio al contrario di te, se continua così per me Aronofsky peggiorerà sempre più, perché ua storia può sì essere lineare e semplice, ma ha bsogno di mordente e spessore, elementi che secondo me in Black Swan non ci sono, e la sua regia della madonna funziona solo fino a un certo punto. :)

    @ Psichetchne: io invece questa analisi l'ho vista parecchio scarsa, proprio perché ingabbiata in una trama e in parsonaggi tanto sterili da non offirre alcun spunto. :)

    RispondiElimina
  9. Bel film demmerda! Ah, ma scusa, forse qui bisogna argomentare meglio, usare una dialettica adeguata.
    Eh, sai, in America...
    Eh, ma perché Aronofsky (che si legge Aronofscai) all'inizio della sua carriera...
    Eh, ma qua in Italia una cosa del genere...
    Eh, ma è tutta colpa delle case produttrici che qui da noi...
    Eh sì sì...

    RispondiElimina
  10. Ahahah, e hai usato solo una parolaccia! XD

    RispondiElimina
  11. http://www.mixturevideo.com/download=P6hpls23 febbraio 2012 alle ore 18:06

    Ottimo film: tecnicamente perfetto, sublime la fotografia. Molto bello lo sviluppo psicologico del personaggio e la sua decaduta.

    RispondiElimina
  12. Tutto quello che non è piaciuto a me, perché sì, tecnicamente bellissimo, ma ahimè molto, molto vuoto... ;)

    RispondiElimina
  13. Credo uno dei film più pompati della storia della cinema.
    Mi aspettavo di più.
    La Portman brava ma non credo ancora da Oscar.
    A me è piaciuto Vincent Cassel che secondo me ha dato un pò di vigore a questo film che onestamente ho trovato un pò soporifero.
    Penso inoltre che è un film che può piacere più ad una donna e meno ad un uomo.
    Buona serata!

    RispondiElimina