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Quei libri che sono morto prima

By Simone Corà | venerdì 17 giugno 2011 | 08:00

Lette troppe poche pagine per poterne fare una recensione appropriata, o, al contrario, ingurgitato troppe cattive parole per averne addirittura voglia di parlare, recentemente, come immagino capiti a tutti, ho avuto a che fare con libri che ho provato, lo giuro, a farmi piacere e a finire, ma come minimo avrebbero dovuto puntarmi una pistola alla schiena. Li raccolgo qui di seguito, poi magari, se non mi uccidete prima che già lo so, ditemi che dovevo resistere perché a pagina 2034 c’era un colpo di scena della madonna e io me lo sono perso, così mi fate strappare i capelli.

Clickers, di J.F. Gonzalez e Mark Williams. Primo di una trilogia, preso perché i successivi due capitoli sono scritti con Brian Keene e soprattutto perché parla di granchi giganti killer, è stata una lettura a dir poco allucinante, lentissima e spesso insopportabile. Lo stile di Gonzalez è farraginoso e incerto come quello di uno scrittore alle prime armi, e a poco mi serve giustificarlo sapendo che il libro è il suo esordio scritto nei primi anni Novanta quando questa, stando alla prefazione, è all’incirca le trecentesima riedizione migliorata. Omaggio ai B-movie anni Cinquanta, ma non c’è passione, non c’è ironia, i personaggi hanno l’agilità di un frigorifero e lo stesso carisma. Insomma, non c’è divertimento, giusto un po’ di splatter ma in fondo chi lo vuole. Sono arrivato alla fine saltando le pagine, quindi non vale. Oggettivamente mi sono fermato a pagina 72, mentalmente molto prima.

Lo stagno di fuoco, di Daniele Nadir. McNab ne ha parlato così bene che se non lo leggevo scoppiavo, ma credo, e non me ne voglia Alex, né Daniele, che sia stato ahimè uno dei peggior tour de force della mia vita, una cosa sconvolgente e mortificante che mi sono visto costretto ad abbandonare, dopo vane iniezioni di autostima, dopo 300 e passa pagine (di quasi 900!) per non morire. Il mondo finisce, Dio proclama il Giudizio Finale, le anime vanno in Paradiso e l’Inferno è in subbuglio: in questo casino un gruppo di coraggiosi se ne va negli Inferi per fare sostanzialmente cose inutili e per parlarsi addosso per tutto questo librone abbastanza indigeribile, nonostante le ottime recensioni lette in giro. Riconosco una grande atmosfera e una struttura particolare nelle prime 100 cartelle, poi è un delirio di infodump e sottotrame lunghissime totalmente superflue, in particolare quella in cui il protagonista deve fare la cacca e ci impiega tre pagine.

Apocalisse Z, di Manuel Loureiro. anche qui tutti ne parlano bene, ma io... yawn. Sono arrancato barcollando fino a pagina 50, ma avrei potuto fermarmi a pagina 2, o anche 1, dato che Loureiro scrive cose improbabili con stile improbabile, tipo terza elementare, senza sentimento, senza trasmettere paure, angosce, inquietudini, ma abbondando invece in banali moralità e stereotipi. Guarda caso l’io protagonista vive in una casa recintata da una muraglia perché la moglie voleva un po’ di privacy. Guarda caso l’io protagonista va a comprare dei fucili da pesca sottomarina. Tutto questo mentre sta scoppiando il finimondo e nessuno sa ancora che dietro a tutto ci sono i cari vecchi zombi. Ehm.

Adesso però sono curioso di sapere i vostri libri interruptus, su, su, non siate timidi.

11 commenti:

  1. La trilogia Zombi di Wellington e E-Doll di verso, quest'ultimo presentato dai connettivisti come un capolavoro in realtà si è rivelato uno dei peggiori incubi narrativi della mia vita, la cosa bella è che ho sentito un sacco di gente pensarla come me.

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  2. Maledette z... ebre di Simeoni Corì :D. Quello lo inizio a breve, prima ho sofferto la lettura del Duca Leto del figlio di Herbert. Mi sono promesso di ricominciarlo, ma il figlio non è bravo come il padre.

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  3. "Il Circolo Dante" di Matthew Pearl. Ho letto le prime 20 pagine, quindi l'ho accantonato. E poi "La solitudine dei numeri primi". Letto x scommessa (persa) e gettato dalla finestra dopo pochi capitoli. Allucinante.

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  4. "Il drago del male" di Peter Straub. Non riesco a leggerlo, ma un giorno ce la farò.
    Se vogliamo andare sui classici della letteratura mondiale, "Twilight". Volevo leggerlo per poi sbeffeggiarlo, ma sono resistito solo per due capitoli.

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  5. @ Nick: la trilogia di Wellington, madonna... Anche saltandone uno, è stata comunque una tortura...

    @ Valentino: Sì, Maledette z è proprio zzzzzzzzz ;)

    @ liber@discrivere: non conosco il primo e solo di fame il secondo. Ne starò volentieri alla larga. :)

    Mr Giobblin: ma dai, Il drago del male è sempre stato un romanzo che prima poi avrei voluto leggere...

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  6. Io trovo che i frigoriferi abbiano molto carisma.
    Non esco mai da una cucina senza averlo guardato almeno una volta...

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  7. Acc... mi hai cazziato Apocalizze Z... è la mia prossima avventura lettereria. Vabbè mi cimento lo stesso così almeno faccio fruttare quei 10 euri (più o neno).

    Io ho felicemente buttato nella gelotteria di gelostellato l'odiato "American Psycho" che dopo seimila pagine di marche e sciccherie di vario genere mi ha fatto crollare almeno dodicimila volte tra le braccia di Morfeo... io ooodio Easton Elliiiis...

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  8. @ Fab: lo sospettavo.

    @ Eddy: be', dai, provaci, ché mi sa che sono io che mi piace poco nulla, magari. :)

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  9. Apocalypse Z a me è piaciuto abbastanza ad esser sincero, anche se alla fine mi crolla e alla grande. Anzi, a metà crolla. Ma parlando di libris interuptus, quoto chi ha citato American Psycho e pure per lo stesso motivo: troppe marche, marchette, cremine, dentifrici, vestitini, manicure, recensioni ristoranti.... Son a malapena arrivato al primo barbone riempito di botte e l'ho messo nella pila di libri da finire....

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  10. Io ho ancora gli incubi per la noia. XD

    Eh, America Psycho o lo si ama o lo si odia, io prima o poi dovrò decidermi a leggerlo. :)

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  11. L'unico libro che ho cominciato (e abbandonato) due volte è stato "American Gods" di Neil Gaiman. La seconda volta sono arrivato circa a metà, ma è di una noia assurda...

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