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Bokurano: quando i robot non sono tutto

By Simone Corà | lunedì 7 marzo 2011 | 13:15


Un mecha gigantesco, lo Zearth, alto centinaia di metri. Quindici ragazzini che, a turno, devono pilotarlo. Quindici potentissimi mecha alieni da affrontare. In ballo, come sempre, l’integrità del pianeta Terra.
Ma non solo.
Al termine di ogni scontro, chi pilota lo Zearth muore.

Tratto dal fumetto di Mohiro Kitoh, pubblicato anche in Italia da Kappa Edizioni, l’anime di Hiroyuki Morita è qualcosa di più della classica storia robotica. I disegni sono essenziali, le battaglie vengono confinate nei secondi finali dell’episodio, il resto è incentrato sulle vite di questi ragazzetti che sanno di dover morire, e affrontano gli ultimi giorni a loro disposizione. Triste, commovente, in certi momenti orrendamente straziante, Bokurano affronta temi mica da ridere, e tra pedofilia, prostituzione minorile, sfruttamento e abbandono la componente fantascientifica passa giustamente in secondo piano, a volte viene addirittura lasciata da parte. Il rischio di essere stucchevole e moralista era altissimo, ma viene evitato con eleganza e intelligenza. Ne esce un'opera lineare e suggestiva, di notevole fascino drammatico.

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