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Il grande elenco telefonico della Terra e pianeti limitrofi (Giove escluso), di Gianluca Neri

By Simone Corà | mercoledì 3 novembre 2010 | 13:45

Collana 24/7, BUR, 2010
292 pagine, 9,50 Euro
ISBN 9788817037266

La vita di Chance Last sta per cambiare drasticamente quando riceve una strana telefonata: all’altro capo della linea gli parla un alieno, che dice di provenire dalla Terra del futuro. Nel 2054, infatti, lui e la sua razza hanno regolarmente acquistato il pianeta, solo che, una volta giunti a destinazione per abitarlo, hanno scoperto che la Terra non solo è deserta, ma è ricoperta d’acqua, lasciata a se stessa, ridotta in macerie. Ci sono soltanto una cabina telefonica e un cartellone che riporta il numero di Chance Last e la dicitura “per informazioni”…

L’intramontabile comicità adamsiana è un punto fisso nell’universo fantascientifico, e a tutti è capitato di imbattersi nella strampalata ironia che ha reso immortale la saga della Guida galattica per autostoppisti, questa innovativa e sempre attuale capacità di capovolgere le seriose atmosfere sci-fi in assurdi ma credibili deliri umoristici. Ne Il grande elenco telefonico della Terra e pianeti limitrofi (Giove escluso) l’omaggio alle bizzarre galassie narrative ideate da Douglas Adams è evidente sin dal titolo, ma due sono le caratteristiche che ne fanno prodotto quanto meno curioso e a suo modo originale. Il romanzo è infatti il primo libro italiano pubblicato in progress su Facebook, con un enorme seguito di fan, e, cosa piuttosto intrigante, è interamente composto da dialoghi.

Quasi 300 cartelle che Gianluca Neri dedica esclusivamente alla battaglia telefonica tra Chance e l’alieno Bleaaaaargh, con qualche intervento esterno come quello di un satellite depresso, la supponente voce registrata della compagnia telefonica e, be’, anche Dio. Solo dialoghi, dall’inizio alla fine, peculiarità, questa, che come potete capire rappresenta tanto un pregio quanto un limite. Sviluppare una storia, creare personaggi e muoverli in un background verosimile senza usufruire di una narrazione tradizionale è scelta coraggiosa ma azzardata, e se da un lato bisogna lodare l’ingegno di Neri per alcune trovate esilaranti, dall’altra è impossibile non soffermarsi sull’eccessiva lunghezza dell’opera, difetto principale di questo simpatico esperimento.

Molti sono i punti in cui il dialogo tra il terrestre e l’alieno parte per la tangente, aprendo parentesi su parentesi e trattenendosi su argomenti sostenuti da un’ironia forzata e poco piacevole (la faccenda della bruttezza, la figlia di Bleaaaaargh e il matrimonio, il pianeta regalato a Chance), che rallenta tremendamente la scoppiettante trama principale anche a causa di una scioltezza dialogica non sempre raggiunta (domande, interruzioni, incongruenze, ripetizioni di concetti che più che altro infastidiscono la lettura). È un gran peccato, questo, perché Neri ha idee da vendere e mette in piedi buone situazioni spassose (su tutte i racconti dei viaggi nel tempo, il bastoncino del ghiacciolo, la teiera e l’Intertubo, quest’ultimo davvero geniale), e se fosse riuscito a mantenere la perfezione umoristica di un capitolo esemplare come quello iniziale, veloce, arguto, incontenibile, il romanzo sarebbe divenuto un must have.

A causa della gabbia dialogica certe sequenze ahimè non rendono al 100%, si scontrano con alcune forzature comiche di troppo (su tutte il ricorso all’ironia a ogni costo anche quando Chance ha letteralmente l’acqua alla gola e non potrebbe mai parlare in quel modo), e la narrazione, a cui si richiedeva scioltezza e agilità, si ingolfa in spiegazioni lunghissime e sbandamenti inopportuni (il capitolo della teiera, l’unica parte davvero action, continuamente interrotto da chiarimenti e chiose). Cosa serviva? Forse un centinaio di pagine in meno, in modo da semplificare l’intreccio, ancorarlo alle buone intuizioni della trama principale (ottima, davvero ottima l’idea del finale) e contenere il desiderio umoristico per liberarlo solo nei momenti più efficaci. Una narrazione tradizionale avrebbe potuto sviluppare le tante buone intuizioni in una maniera più adeguata e vincente, sicuro, ma si apprezza comunque il valore nel portare a compimento un progetto di certo non facile come questo (oltre al prezzo molto contenuto).

Il grande elenco telefonico della Terra e pianeti limitrofi (Giove escluso) è in ogni caso un romanzo divertente, alcuni buoni momenti adamsiani valgono il prezzo, peraltro molto contenuto, senza contare che ha dalla sua questa struttura coraggiosa che va premiata. Se amate la Guida galattica, e solo a chi venera Douglas Adams posso indirizzare questa raccomandazione, una lettura gliela si può concedere anche volentieri.

4 commenti:

  1. non mi pare così malaccio questo
    davvero
    potrei leggermelo
    però prima devo avanzare ancora con il 2 e 3 di adams
    sennò mi sa che me lo godo di meno pure questo
    comunque sì
    troppo lungo :)

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  2. No, guarda, a te non piacerebbe proprio, c'è solo quel tipo di umorismo dall'inizio alla fine, e se non ti è particolarmente piaciuta la Guida, che è il capolavoro massimo, non provarci neanche, con Il grande elenco telefonico, che in quanto omaggio è carino, a tratti, niente più. :)

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  3. Ma davvero si dice "dialogico"?.
    Non riesco a capacitarmene.

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