324 pagine
17,50 Euro
ISBN 9788804600091
Le strampalate avventure di Arthur Dent e Ford Prefect, irresistibili antieroi, viaggiatori del tempo e soprattutto autostoppisti galattici, sembravano essersi concluse con l’ennesima distruzione della Terra raccontata in Praticamente innocuo, ma qualcuno, ora, ha qualcosa in serbo per i due e per gli eterni compagni di viaggio Zaphod Beeblebrox e Trillian. Risvegliatisi in una dimensione virtuale, cinque minuti prima che i Grebulon diano inizio alla disintegrazione del pianeta, la cricca di eroi si dirige verso una colonia in cui sembrano essersi rifugiati alcuni umani…
Classica carognata commerciale di tetro valore artistico ma di prevedibile risonanza monetaria, E un’altra cosa… è il sesto capitolo della Guida galattica per gli autostoppisti, o meglio, la sesta parte della trilogia che il genio Douglas Adams avrebbe scritto, per completare la sua immortale saga fantascientifica, se la morte prematura nel 2001 non glielo avesse impedito. Non è quindi un romanzo postumo, né una conclusione di un progetto iniziato e lasciato incompleto, ma trecento pagine scritte ex-novo da Eoin Colfer, noto autore per i più piccoli, divenuto famoso in tutto il mondo per la saga milionaria di Artemis Fowl.
Era evidente, lampante, d’altronde la sola natura di questo romanzo gridava “Ti sto rubando i soldi!”, e difatti non si trova che una briciola, derivativa, della stralunata comicità di Adams, perché l’ironia di Colfer, qui alle prese con la prima – e spero ultima, non che comunque ci sarà ancora posto per lui nella mia libreria – esperienza con un’opera per adulti, è tanto banale, incolore, insicura, insensata e in certi momenti così ingenua che ho dovuto interrompere la lettura, dopo averci già tentato più e più volte, a pagina 118.
Una recensione su un romanzo di cui si è letto soltanto un terzo può quindi apparire disonesta, preventiva o semplicemente sbagliata, ma dopo cento pagine terrificanti, cento disgustose, lentissime cartelle in cui non succede nulla, dubito che la narrazione possa risvegliarsi quando questo nulla viene descritto con battute del calibro di:
Non che Colfer possieda comunque una tecnica narrativa avvincente e scoppiettante, tanto che in questo cento pagine troviamo soltanto Arthur e compari che, mentre i Grebulon distruggono lentamente la Terra, parlano e sparano tranquillamente cazzate, intervallati da altri personaggi che compaiono e scompaiono senza motivo, come se non stesse succedendo niente, ma senza quell’assurdità trascinante con cui Adams, pur avendo raggiunto livelli di estrema, esagerata complessità negli ultimi volumi della saga, raccontava delle loro paradossali avventure.
Resta un’ultima, ripugnante immagine, che voglio al più presto dimenticare in modo da non rovinare i ricordi che mi legano alla Guida galattica, ovvero questo colloquio di lavoro tra il villain di turno, Hillman, che vuole istituire una pseudo-religione con cui assoggettare il popolo, e un Chtulhu aspirante dio che, nella sua puerile, bambinesca comicità, è il motivo che mi ha spinto a chiudere definitivamente il libro. Vi lascio due stralci, giusto per amareggiarvi e magari spingervi al suicidio come più volte ho pensato io.
17,50 Euro
ISBN 9788804600091
Le strampalate avventure di Arthur Dent e Ford Prefect, irresistibili antieroi, viaggiatori del tempo e soprattutto autostoppisti galattici, sembravano essersi concluse con l’ennesima distruzione della Terra raccontata in Praticamente innocuo, ma qualcuno, ora, ha qualcosa in serbo per i due e per gli eterni compagni di viaggio Zaphod Beeblebrox e Trillian. Risvegliatisi in una dimensione virtuale, cinque minuti prima che i Grebulon diano inizio alla disintegrazione del pianeta, la cricca di eroi si dirige verso una colonia in cui sembrano essersi rifugiati alcuni umani…
Classica carognata commerciale di tetro valore artistico ma di prevedibile risonanza monetaria, E un’altra cosa… è il sesto capitolo della Guida galattica per gli autostoppisti, o meglio, la sesta parte della trilogia che il genio Douglas Adams avrebbe scritto, per completare la sua immortale saga fantascientifica, se la morte prematura nel 2001 non glielo avesse impedito. Non è quindi un romanzo postumo, né una conclusione di un progetto iniziato e lasciato incompleto, ma trecento pagine scritte ex-novo da Eoin Colfer, noto autore per i più piccoli, divenuto famoso in tutto il mondo per la saga milionaria di Artemis Fowl.
Era evidente, lampante, d’altronde la sola natura di questo romanzo gridava “Ti sto rubando i soldi!”, e difatti non si trova che una briciola, derivativa, della stralunata comicità di Adams, perché l’ironia di Colfer, qui alle prese con la prima – e spero ultima, non che comunque ci sarà ancora posto per lui nella mia libreria – esperienza con un’opera per adulti, è tanto banale, incolore, insicura, insensata e in certi momenti così ingenua che ho dovuto interrompere la lettura, dopo averci già tentato più e più volte, a pagina 118.
Una recensione su un romanzo di cui si è letto soltanto un terzo può quindi apparire disonesta, preventiva o semplicemente sbagliata, ma dopo cento pagine terrificanti, cento disgustose, lentissime cartelle in cui non succede nulla, dubito che la narrazione possa risvegliarsi quando questo nulla viene descritto con battute del calibro di:
«Io pensavo…»Umorismo inglese della più raffinata sensibilità, come potete leggere, quell’umorismo colto ed elegante, quell’umorismo originale, magari complesso e macchinoso, ma di grande soddisfazione, tipico del Douglas Adams più sfrenato, quell’umorismo che ahinoi Eoin Colfer insegue senza speranza inserendo lunghissime note che strappano soltanto sguardi perplessi, perché un certo humor non-per-ragazzi non è nelle sue corde, e forse, forse, solo ai bambini può risultare simpatico l’infinito battibecco tra Zaphod e Wowbagger, uno sciocco, sconclusionato insultarsi a vicenda con toni e tematiche rigorosamente vietate ai maggiori di 14 anni che occupa quasi interamente questo primo terzo.
«Tu pensavi? Ma non farmi ridere».
Non che Colfer possieda comunque una tecnica narrativa avvincente e scoppiettante, tanto che in questo cento pagine troviamo soltanto Arthur e compari che, mentre i Grebulon distruggono lentamente la Terra, parlano e sparano tranquillamente cazzate, intervallati da altri personaggi che compaiono e scompaiono senza motivo, come se non stesse succedendo niente, ma senza quell’assurdità trascinante con cui Adams, pur avendo raggiunto livelli di estrema, esagerata complessità negli ultimi volumi della saga, raccontava delle loro paradossali avventure.
Resta un’ultima, ripugnante immagine, che voglio al più presto dimenticare in modo da non rovinare i ricordi che mi legano alla Guida galattica, ovvero questo colloquio di lavoro tra il villain di turno, Hillman, che vuole istituire una pseudo-religione con cui assoggettare il popolo, e un Chtulhu aspirante dio che, nella sua puerile, bambinesca comicità, è il motivo che mi ha spinto a chiudere definitivamente il libro. Vi lascio due stralci, giusto per amareggiarvi e magari spingervi al suicidio come più volte ho pensato io.
«[…]Supponiamo che la sua richiesta venga accolta; dove si vede da qui a cinque anni?»E:
Chtulhu si rallegrò[…] «Nel giro di cinque anni avrò raso al suolo questo pianeta, ne avrò divorato la discendenza e avrò ammonticchiato tutti i teschi in un’enorme pila in mio onore».
[…]«Ammonticchiare teschi! Su, signor Chtulhu. Dice davvero?[…]Questi tempi sono finiti».
«Se lo dice lei…» borbottò Chtulhu, incrociando le gambe.
[Chtulhu dice:]«[…]Su un piano strettamente formale, e sottolineo, formale, immagino di non potermi definire esattamente un dio. Sono uno dei Grandi Antichi. Un semidio, potremmo dire.»Considero Douglas Adams, Terry Pratchett e il loro dissacrante umorismo inglese i motori che mi hanno spinto a intraprendere una, ehm, strada da scribacchino senza speranze, e vedere che Eoin Colfer possiede la stessa immatura, ridicola, frivola capacità comica che si poteva trovare nei miei primi racconti (non che ora io sia migliorato, eh, ma perlomeno non vendo milioni di copie) mi stordisce quasi peggio dei vampiri emo che mi perseguitano nei sogni.
Hillman chiuse il fascicolo. «Oh» disse. «Capisco.
[…]«Faccio le stesse cose: apparizioni, ingravidamenti, qualunque cosa le venga in mente[…]».
«Tutte cose ottime, validissime, ma…»
«Non fa niente» disse Chtulhu disgustato, schizzando la sostanza gelatinosa sulla scrivania. «Siete tutti uguali. Mai che diate una chance ai più piccoli».
[…]
Chtulhu si alzò dalla poltrona in preda all’ira. «Ti spacco il cranio in due» tuonò. «Invierò pestilenze sulle tue terre».
il problema è un altro
RispondiEliminaperché
perché
l'hai comprato?
perché?
o l'hai letto a scrocco?
No
no
io ti conosco mascherino
tu lhai comprato
e allora è quello che ti meriti
tu
sì
proprio TU
hai contribuito a che lui
ne scriva un altro
tu sei parte dell'atto di infangamento di Douglas
è per quelli come te che invece di spendere 17euri in birre e attendere l'edizione economica
o non attenderla affatto
li buttano comprando un mondadori inutile e pretestuoso
ma dico
fatti un esame di coscienza
e tanto per fare una battuta di quelle che piacciono a Colfer
sarai bocciato anche lì!
:)
Ho adorato la serie al punto che il finale dell'ultimo testo mi aveva lasciato con l'amaro in bocca ma non credo comprerò il libro di Colfer.
RispondiEliminaMeglio lasciare Ford ed Arthur morti e sepolti piuttosto che farne cloni senz'anima.
Che Cthulhu(quello vero)li abbia in gloria!
Nick
Orrida cialtronata ai danni di Douglas Adams, una delle persone più gentili ed intelligenti che mai abbiano frequentato l'ambiente della narrativa d'immaginazione.
RispondiEliminaNon possiamo che augurarci che il disastro commerciale dissuada qualche altro imbecille dal metter mano alla Guida.
Come se non fosse bastato il film....
Gelo hai ragione maledetto, ma ci sono cose a cui non riesco proprio a resistere, sono proprio il bamboccio che cade in tutti i tranelli possibili e poi si lagna.
RispondiEliminaPerò almeno ho potuto farne una recensione cattiva!
@ Davide: strano che un'operazione così ignobile arrivi a tanto tempo di distanza sia dal film che ovviamente dall'ultimo capitolo... Speriamo tuttavia che ora lascino la Guida dov'è e non la tocchino più.
Hahahahah! Eravamo insieme in libreria quando l'hai preso in mano e ti ho detto di non buttare i soldi! Quoto Gelo, sei un buffone!
RispondiEliminaHAHAHAHAAHHABABAWBHABWAWABWHA!
Non hai nemmeno il diritto di lamentarti! Pagliaccio!
Crescizz
Ma... allora? Questo suicidio... ?
RispondiElimina@ Crescizz & Cib: non vale offendere il boss del blog, mo' vi caccio entrambi!
RispondiEliminaanch'io sono stato sul punto di acquistarlo (in lingua originale), ma poi mi sono ricordato di come sono riusciti a fregarmi con Dune e ho trovato la forza di resistere.
RispondiEliminaleggendo commenti qua e là, credo di aver fatto la cosa giusta.
L'hai fatta, fortunato te. :)
RispondiEliminaIo penso (spero) che questa sia l'ultima fregatura così evidente in cui mi incastrano. Ma so che non sarà così... :-p
a me, strano a dirlo, è piaciuto.
RispondiEliminaforse la prima parte è un po' noiosa, ma migliora nettamente di pagina in pagina... certo, non è adams, ma tutto sommato sono contento di averlo letto
invece qualcosa di Adams c'è, qui e là, e si avverte la senzazione di un tributo + che di una speculazione.
RispondiEliminae comunque è un lavoro, se non altro, privo di autocompiacimento, diversamente dalla tua prefazione
sorry, recensione
RispondiEliminasorry, recensione
RispondiEliminaParto con un riassunto: hai perfettamente ragione!
RispondiEliminaIo ho saputo in ritardo che questo libro era uscito; addirittura già tradotto! Mi sono fiondato a comprarlo (esattamente una settimana fa) e sono arrivato appena dopo tu hai abbandonato. Io credo che continuerò perché ci ho investito diciassette (17!) sudati euri (beh, non proprio sudati ma insomma...). Stamattina ho provato a googlare per quanche recensione in 'tagliano e finora sono a OK = 3, faccio pubblicità = 1. Poi è arrivato il tuo turno e mi sono chiesto se non l'avessi scritto io, in un universo parallelo di quelli che ti si intrufolano senza che tu manco lo sappia (Neal Stephenson, Anathem. A proposito ne hai parlato? (se non l'hai letto non leggerlo)).
Che dire di altro? Bravo. Intanto ti ho RSSato (mannaggia'a'tté! dovrò passare più tempo nell'ueb).
@ Juhan: io l'ho preso al volo tipo una settimana dopo che è uscito, senza leggere manco mezza parola. Avevo le lacrime dopo tre pagine. 17 euri, sì, però proseguire nella lettura sarebbe stato davvero penoso, non ce la facevo più e a questo punto non volevo rovinare il bel ricordo della guida (perché di Adams, e mi spice per gli anonimi, io qui non ho trovato proprio nulla). Fammi sapere poi quando lo finisci! :)
RispondiEliminaE, ah, benvenuto!
(Anathem no, non l'ho letto, la Rizzoli HD non mi piace neanche visivamente e non mi sembra abbia pubblicato roba anche solo sfogliabile - ho preso però in super sconto Wildcards di Martin, perché dev'essere letto, sempre)
Certamente, quando lo finirò esternerò al mondo. Ma intanto d'ora in poi ti seguirò. Se permetti una domanda OT: tornando a Neal Stephenson che ne pensi? Io ho trovato eccezionali Snow Crash e Cryptonomicon, ma buoni anche gli altri, tranne Anathem che ha peraltro avuto critiche positive e nella 'Merica ha venduto molto bene. Inoltre io "imponevo" a certi malcapitati di leggersi "In the Beginning...", oggi un po' vecchio ma stimolante. Lo trovi sul Web, aggratis senza piratarlo.
RispondiEliminaStephenson lo conosco solo di nome, non l'ho mai provato. Ma se ne parli così bene, recupererò sicuramente qualcosa. Magari proprio quell'In the beginning che citi. :)
RispondiEliminaPosto qui la nota che ho messo sulla mia pagina di Fèissbukk
RispondiEliminaIeri sera ho finito quella schifezza senza senso di "E un'altra cosa" di Eoin Colfer.
Q. Perché l'hai letto tutto (314 pagine)?
A. Per rispetto a DNA. Inoltre se qualcuno avesse l'impudenza di parlarne saprei cosa dirgli, pensa che ho letto buona parte della Bibbia per lo stesso motivo. No Bruno Vespa e "Varcare la soglia della speranza" di GP2 e Messori no! A tutto c'è un limite.
Intanto "Eoin" si pronuncia "ouen" ed è l'equivalente di Giovanni; "Colfer" si pronuncia "colfer" ed è l'equivalente di Colfer.
L'idea di un sesto libro per la trilogia era di Doug che già aveva iniziato a raccogliere materiale, purtroppo ci ha lasciati troppo presto. Evidentemente l'avidità, la faciloneria, la presupponenza e chissà cos'altro ancora hanno prodotto 'sta roba. Male. Malissimo. Malissimissimo. Silvio.
Il Colfer ha avuto successo con una serie di libri per ragazzi, costruiti a imitazione di Harry Potter e ha perso un'occasione di fermarsi lì o continuare con quella serie. O passare a Geronimo Stilton.
Non ce la fa proprio, la trama è scontata, la prosa piatta e noiosa, lo humor ricorda le barzellette del Nostro Nano Silvio ma meno divertente (sì, davvero, lo giuro sulla testa dei figli del detto Silvio e di tutta la banda del Bunga Bunga).
Il protagonista principale della serie, Arthur Dent ha qui un ruolo marginale, altri sono descritti spesso come perfetti idioti, e male. Diventano protagonisti caratteri assolutamente secondari come Wowbagger. Le continue citazioni della Guida sono fuori luogo, noiose, scontate. Insomma una schifezza.
Non racconto la trama, qualche incosciente può sempre capitare ma mi raccomando: non leggetelo, è davvero una schifezza.
Naturalmente parecchie critiche positive, d'altronde anche il Berlüsca ha parecchi estimatori. Non sono tra quelli.
Non posso che quotare ogni singola parola, l'Usurpatore merita la forca!
RispondiEliminaDa fan di Star Trek ho letto di "fan" che considerano la serie classica la massima espressione di Gene Roddenberry e Deep Space Nine un'oscenita'.
RispondiEliminaOra, da quasi-fan (me ne manca ancora...) de "Guida galattica per autostoppisti", comincio a leggere di persone che considerano il film come una mera operazione commerciale.
...
Cominciamo bene...
Sono sempre piu' dell'idea che molti "fan" scrivano perche' abbiano un paio di mani e parlino perche' abbiano una fessura sotto al naso ma che abbiano grosse difficolta' a guardare oltre il suddetto naso, cosi' da capire e contestualizzare cio' che stanno leggendo (o guardando).
Non ho ancora letto questo libro e mi ci vorra' ancora parecchio perche' lo faccia, pero' di sicuro lo leggero'.
Non posso certo sapere se sia coerente o meno rispetto agli altri ma di sicuro pero' non lo scopriro' leggendo opinioni e recensioni varie.
Non credo di capire bene il tuo punto di vista, comunque...
RispondiEliminaDeep Space Nine è uno spin-off della serie madre - io non ho visto niente di Star Trek ma "spin-off" significa comunque opera a parte, non si può compararlo all'opera principale.
Il film della Guida galattica è un film non molto riuscito ma sicuramente divertente, non vedo perché dovrebbe essere un'operazione commerciale (se ne avessero fatti cinque sarebbe un altro discorso, non mi sembra comunque abbia avuto chissà quale successo, anzi).
E, da fan a fan (parlo a livello generale perché immagino anche tu lo sia di qualcosa), questo libro è oggettivamente un'oscenità, perché prima di tutto è BRUTTO, e se non l'ho finito è perché è BRUTTO, e se non fosse stato così BRUTTO e mi fosse piaciucchiato avrei scritto che tutto sommato una letta gliela si può dare, ma invece è BRUTTO, e un libro così BRUTTO getta MERDA sulla saga storica, perché io non riesco proprio a capire il motivo, al di là di quello MONETARIO, che porti uno scrittore (o meglio, un editore), a progettare un sequel di una saga che poteva anche essere conclusa con il quinto volume e che non credo proprio Adams abbia dato disposizioni, prima della morte, per essere continuata (come invece è successo per La ruota del tempo di Jordan).
Ma io infatti il film lo trovai divertente..
RispondiEliminaHo comprato il volume proprio oggi e devo dire che tropo poco sensate le tue critiche...Mi sta piacendo, mi è sempre piaciuto lo stile di Colfer e il suo pungente umorismo inglese, non so se hai mai letto il primo Artemis oppure l'ultimo(i capitoli di intermezzo non li ho amati particolarmente) e trovo che per completare l'opera di Adams sia stato il più adatto. Non continuerà e questo mi sembra ovvio, però il libro si presenta davvero molto molto bene e non sono mancati gli episodi che mi hanno già fatto ridere parecchio. Mi dispiace ma non condivido per nulla
RispondiEliminaGuarda, io adoro l'umorismo inglese, soprattutto se scritto, e Adams e Pratchett sono un po' i miei papà narrativi, ma con Colfer sono davvero morto, l'ho trovato soporifero, ingenuo e banale, ovvero tutto quello che non è l'umorismo inglese...
RispondiEliminaE a ogni modo, la Guida non andava continuata, ahimè è stato davvero uno stupro editoriale...
Ma dai, definirlo tale mi sembra esagerato...ricorda che seppur per un po' la trama è tratta dagli appunti di adams, non è tutto campato per aria...la battuta nelle prime pagine sulle farfalle mi ha colpito parecchio, era pungente, ricca di spirito e divertentissima, poi te l'ho detto io adoro Colfer, ma definirlo banale solo perché si è abituati ai "papà" di una cosa mi sembra infantile, è come dire che non leggi Btooks perché non raggiungerebbe mai lo stile di Tolkien al quale si ispira, resta comunque un grande scrittore, lo stesso vale per Colfer. Posso capire che non hai apprezzato il capitolo della guida(non sei il solo, ma è altrettanto vero che molti lo hanno apprezzato parecchio come finale) ma arrivare a criticare Colfer stesso no v.v Poi de gustibus xD
EliminaCosa posso dirti, ho riportato anche due lunghi passaggi che secondo me sono tremendi, e fino a dove ho letto il libro la qualità media dell'ironia era su quei livelli disastrosi. Non è che non l'abbia apprezzato perché sono abituato ai big (per esempio, recentemente mi sono innamorato perdutamente di di Nick Harkaway e del suo Mondo dopo la fine del mondo), non l'ho apprezzato proprio per quello che mi ha offerto. :)
EliminaMa si, infondo sono gusti come ho detto sopra, voglio finire poi ti posso dare un parere più completo^^
EliminaAllora ci ribecchiamo fra qualche pagina. :)
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