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La Valle dell'Orco

By Simone Corà | domenica 31 maggio 2009 | 13:32

di Umerto Matino
340 pagine
Foschi Editori
2009
12,90 euro

Contrà Brunelli è una contrada ‘rovèrsa’, sperduta sui primi comtrafforti della montagna vicentina, con strade impervie, senza negozi, senza radio né televisioni.
Aldo, stanco della sua vita così come l’ha vissuta fino a ora, decide di emarginarsi e di andare a vivere in quel luogo così inospitale, in compagnia di monti, boschi, caprioli e di una manciata di vecchi scorbutici ma simpatici.
Qualche mese più tardi, Carlo, il suo migliore amico, riceve la triste notizia che Aldo si è impiccato. Affranto dal lutto inaspettato, giunge a Contrà Brunelli per capire quale possa essere il motivo che ha spinto una persona tanto cara a un gesto così estremo. E quando ritroverà il diaro dell’amico, con l’aiuto di un prete novantenne capirà che tra quei boschi e quei monti giace sepolta una secolare scia di delitti e di misteri.


Inaspettato gotico rurale emergente dall’underground italiano, La Valle dell’Orco, tra sinossi, inquietante immagine di copertina e prefazione di Eraldo Baldini, guru di un certo genere lettarario, incuriosisce per le tematiche trattate, ricche di quei risvolti popolari e folklorisitici che si sporcano ora di orrore ora di rebus arcani e indecifrabili. Oltre a questo, il fatto che l’ambientazione, così indovinata e sinistra, trovi posto in un luogo che dista meno di un’ora da casa mia, raggela e fa rabbrividire non appena si sfogliano le prime pagine.

Sapientemente gestito fra un io narrante preciso e didascalico e una terza persona accattivante ma forse troppo impulsiva, il romanzo di Umberto Matino è un interessante affresco di una vita d’altri tempi, quando il rapporto con la natura era ancora fondamentale e necessario, un legame fatto di sudore e fatica, che non aveva e non ha bisogno di tecnologia e modernità per sopravvivere.

Attraverso le parole con cui Aldo ha redatto il suo diario sembra davvero di respirare la fresca brezza di montagna, di udire il rumore del bosco, di conversare in dialetto con i pochi abitanti del luogo e di essere parte di un universo al giorno d’oggi anche solo difficile da immaginare. E quando il mistero inizia a infittirsi, semimando morti enigmatiche e accennando a segreti dimenticati in ere lontane, è facile provare un senso di smarrimento e di tensione, persa com’è la mente in questa contrada povera e spoglia, silenziosa come la notte e custode di lingue e riti arcaici.

La stile è evocativo, rigoroso e affascinante, sia nella naturale semplicità dei primi capitoli che nella tensione e nelle paure che aumentano man mano che la storia prosegue. E il ritmo, adatto a una narrazione tanto accurata, è abile complice di inquietudine attraverso quella pacatezza e quella riflessività a tratti dilatate a dismisura, per poi acutizzarsi in improvvisi momenti di tesa intensità.

Un po’ meno bene, invece, la narrazione in terza persona legata ai capitoli con Carlo come protagonista. Lo stile si fa meno elegante e si macchia di una leggera ingenuità, fattore totalmente assente nell’esaustivo registro adottato per i capitoli in cui è Aldo, attraverso il suo diario, a raccontare i misteri di Contrà Brunelli. Inevitabile, quindi, un po’ di rammarico per le differenze stilistiche che, se volute, avrebbero sicuramente funzionato meglio nella maniera opposta, lasciando una certa semplicità narrativa al diario e una maggiore accuratezza nella descrizione della vicenda di Carlo.

Ciò nonostante, la lettura è sempre coinvolgente, e quando la natura giallistica della vicenda prende il sopravvento, è facile venire travolti dall’incredibile lavoro svolto dall’autore in fase di documentazione. La realtà abbraccia la fantasia, offrendole continui trampolini inattesi, e si resta piacevolmente spiazzati dalle note a margine, che dichiarano e testimoniano l’assoluta veridicità di quei fatti accaduti in un passato remoto che hanno dato il via all’inventiva di Matino.

Piace com’è strutturata la vicenda, figlia di un complesso e articolato rompicapo che gioca con il soprannaturale, sfiorandolo però solo come atmosfere tetre, sempre maligne e inquietanti. Per il resto, siamo dalle parti di un giallo ottimamente costruito tramite elementi di contorno insoliti e attraenti, e anche se non è così difficile ipotizzare la vera identità dell’assassino, la fluidità narrativa di Matino diluisce le informazioni col giusto piglio, senza mai strafare o lasciando sgradevoli buchi irrisolti.

Piccola sorpresa, con un pregevole rapporto qualità/prezzo, davvero invitante. Consigliato.

8 commenti:

  1. Credevo di essere l'unico tra i blogger che conosco ad averlo letto (purtroppo in libreria è quasi introvabile), invece ecco la tua bella rece, che quoto al 100%.
    Un romanzo molto d'atmosfera che meriterebbe visibilità maggiore.
    Unico appunto: io avrei preferito uno sbilanciamento maggiore sul versante soprannaturale, ma questi sono gusti personali.
    Lo consiglio anch'io.

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  2. Io l'ho trovato alla Feltrinelli di Padova, dov'era ben visibile tra le novità e con un buon numero di copie.
    L'ho davvero divorato. Non perfetto, certo, e anch'io avrei preferito più horror, ma un gran bel romanzo.

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  3. Anch'io ho trovato il libro “La valle dell’Orco” alla Feltrinelli di Padova (alcuni miei amici invece lo hanno acquistato su Internet) e l'ho letto in un paio di giorni, incapace di staccarmene. Quando l'ho finito, ho provato una sensazione di rimpianto, come quando ci si separa da un compagno divertente. Avrà certamente qualche imperfezione, ma a me è sembrato davvero bellissimo, da consigliare a chiunque. Mi ha stupito la vastità della cultura dell'autore e la sua capacità di inserire le fonti storiche con grande leggerezza. Mai visto prima d'ora un giallo fornito di note a piè pagina, fotografie, mappe, citazioni di fonti e persino di un dizionarietto cimbro! E la cosa mi è parsa ancora più strana quando ho realizzato che il libro è scorrevolissimo e di facile lettura! Sembra che questo romanzo abbia, un grande successo e diffusione nelle librerie di Vicenza e nelle zone dove è ambientata la vicenda, ma meriterebbe maggiore visibilità.
    Complimenti, Simone, sai recensire in maniera egregia. Bravissimo.

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  4. In tutta Milano l'ho visto solo sul banchetto "piccoli editori" della Mondadori... per fortuna che l'ho comprato subito! Da allora, sparito :(

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  5. Be', son felice se Giovanni dice che va alla grande qua dalle parti venete.
    E' già qualcosa.
    E' sempre e comunque letteratura di genere, e se anche sfonda una sola porta territoriale, c'è da fare un gran bel sorrisone. :)

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  6. questo lo voglio leggere anchio
    potresti anche regalarmelo :D

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  7. Ci siamo appena risposati e già cominci a chiedere questo e a chiedere quello e avolere quest'altro...
    Viziata che non sei altro! XD

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