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X-Files: Voglio Crederci

By Simone Corà | lunedì 19 gennaio 2009 | 17:19

2008, USA, colore, 100 minuti
Regia: Chris Carter
Sceneggiatura: Chris Carter, Frank Spotnitz

Per risolvere il caso di un’agente governativo scomparsa, l’FBI si rivolge a Fox Mulder, da tempo ritiratosi a vita misantropica dopo essere stao perseguitato dal governo stesso. Accompagnato come sempre da Dana Scully, allo stesso tempo impegnata a salvare la vita di un bambino afflitto da una malattia incurabile al cervello, dovrà collaborare con un un prete pedofilo riscopertosi medium e con l’ostilità dei suoi partner di lavoro.

Scoprire quale sia il senso logico di rispolverare una serie TV ormai defunta, potrebbe portar via molto più residuo cerebrale del previsto.

Perché un gradevole tuffo nell’universo mitologico-alieno che per nove lunghi anni ha intrattenuto per mezzo di complotti, intrighi e cospirazioni di ogni genere, lo si accetta più che volentieri (in fondo X-Files incarna probabilmente la perfezione televisiva nel coniugare horror, mystery e sci-fi). Ma l’assenza dell’intricata continuity marziana si presenta come un grosso ostacolo da superare, nonché vilipendio verso la devozione di qualsiasi fan brufoloso e occhialuto.

Nessun alieno pronto a colonizzare la Terra, nessun ibrido a fronteggiarlo, nessun super-soldato, nessun Consorzio, nessun cancro nero, nessuno sciame d’api ignaro portatore.
Niente.

Diventa quindi abbastanza evidente come X-Files: Voglio Crederci altro non sia che la tiepida resurrezione di un franchise, perché lasciare in disparte il nocciolo di nove serie televisive in favore di quello che, a conti fatti, è un semplice doppio episodio autoconclusivo, è un puerile tentativo di stare a galla e non far affondare un nome che tanto ha dato al genere.

Ma ciò che, oltre a tutto, contorce il fegato, è l’assenza di qualsivoglia mostro o creatura mutante: in X-Files: Voglio Crederci c’è giusto lo spazio per un medium e per un abbozzo di mad doctor che, in TV, avrebbero annoiato e sarebbero stati relegati come pallidi antagonisti dell’episodio più insignificante.

Inutile quindi riportare indietro un ironico Fox Mulder che aveva dichiarato guerra all’FBI ma che non impiega più di un battito di ciglia per dimenticare il passato. David Duchovny è spoglio del carisma che ne aveva contraddistinto il personaggio, ormai trasferito nell’irresistibile Hank Moody in quel di Californication. Non c’è l’ossessione, il coraggio e l’ostentazione che ne avevano marcato il carattere in tanti episodi: il nuovo Fox Mulder è un comune agente come tanti altri.

Più credibile Dana Scully (un’invecchiatissima Gillian Anderson, priva di fascino per colpa di un capello lungo poco allettante), anche se non è che l’ombra della donna tomentata dal rapporto scienza-religione. Combatte senza convinzione e con un ritmo blando che non le appartiene.

Dimenticabile il resto del cast, con uno Xzibit (uccidiamo questi rapper che vogliono fare gli attori, vi prego) che impersona il peggior agente governativo che la storia del cinema ricordi, e con altri volti anonimi che creano un dubbioso co-protagonista e una trascurabile nemesi.

Quello che manca a X-Files: Voglio Crederci, oltre a quanto già elencato, è una trama solida e robusta (basta un prete con le visioni per scomodare addirittura Fox Mulder?), che pecca in credibilità in un’occasione sconcertante (Scully trova la cura per il bambino malato CERCANDO SU GOOGLE), e che soprattutto è orfana di una componente soprannaturale anche vagamente interesante.
Un medium, al giorno d’oggi, non lo vorrebbe al suo fianco nemmeno Chuck Norris, e quando arriva un po’ di vitalità emoglobinica, ormai è troppo tardi, e la pellicola termina in modo tiepido proprio come era iniziata.

Deludente anche il reparto musicale, con Mark Snow che stravolge il suo stile di arpeggi pianistici delicati e malinconici in favore di archi roboanti ma che non lasciano segno.

Niente, niente, niente, niente da salvare in quello che forse è il peggior film della scorsa annata. Spero davvero che l’accoppiata Carter-Spotnitz mettano definitvamente una pietra sopra a questo universo, che chiudano i cancelli e dicano addio al nome che alla creatura televisiva che li ha resi famosi. E in questo sì, voglio crederci.

4 commenti:

  1. Ufffff! Nonostante mi sia riproposta di non giudicarlo, vantandomi della mia esagerata non-obiettività, alla fine mi tocca ammettere che sono d'accordo con te quasi su tutto.
    L'unica differenza è che credo che la Scully si sia invece conservata bene e che le musiche di Mark Snow, purtroppo non geniali come nella serie, siano state comunque curate...un po' pochino però per una sfegatata come me.
    NON POSSO CREDERCI.

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  2. Secondo ma la Anderson è proprio improponibile con quei capelli. Mi sembra proprio che la facciano invecchiare a dismisura.

    E le musiche, sì, fanno il loro sporco lavoro, ma perché anche Mark Snow ha venduto l'anima al cinema?

    Da fan ossessionato, vedere 'sto coso è stata una bella randellata sulle ginocchia.

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  3. NO, te prego! Non dire così, sennò costringi la mia coscienza a risvegliarsi dal coma indotto dentro cui l'ho gettata appena finito il film!
    Scherzi a parte (mica tanto però) io vorrei veramente fare finta che non sia mai esistito...

    P.S. comunque la Scully, capelli o no, è sempre una gran figa :P

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  4. Sì, meglio fingere che si sia fermato tutto con la fuga di Mulder e Scully e il loro bacio e altre cose romantiche.

    Che poi Scully, madò se è una gran gnoccolona! Basterebbe che si tagliasse i capelli come nelle ultime 5 serie, mica tanto... XD

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