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Il Mistero del Bosco

By Simone Corà | lunedì 16 giugno 2008 | 18:00

Regia: Lucky McKee
Sceneggiatura: David Ross
Cast: Patricia Clarkson, Agnes Bruckner, Bruce Campbell, Lauren Birkell, Jane Gilchrist, Emma Campbell, Gordon Currie, Rachel Nichols
Durata: 91 minuti
Produzione: USA
Anno: 2006

Heather è una ragazza problematica e difficile, che viene mandata in un collegio femminile situato in mezzo a un bosco. Ben presto si accorgerà che nel bosco vivono strane presenze, e che anche il colleggio nasconde misteriosi segreti sepolti nel passato.

Spendere e spandere parole per sottolineare l’impronta lasciata dall’inquietante Darione nazionale in ogni cultura cinematografica è oggigiorno inutile quanto lo sono le sue ultime incriminate produzioni. Senza il delirio stregonesco di Suspiria, infatti, David Ross non avrebbe mai avuto delle fondamenta solide per costruire lo script de Il Mistero del Bosco, quarta opera di Lucky McKee (già visto luccicare nei Masters of Horror con Sick Girl, e soprattutto in May, piccolo gioiello da tramandare ai posteri).

Appare chiaro che ogni singola particella di pellicola è biologicamente costruita come un macroscopico omaggio/citazione: dal collegio only for girls sperduto nei boschi alle tre streghe danzanti, passando ovviamente per la protagonista furbetta e socialmente disadattata. Tuttavia non ci vuole molto per estraniarsi dall’opprimente ma affascinante senso di déjà vu. Il Mistero del Bosco percorre infatti sentieri sicuri, nei quali un horror sopraffino ed elegante è sempre in agguato, armato di scelte narrative che lo distanziano quel tanto che basta dal caposaldo argentiano.

Buon lavoro di script, quindi, che delinea personaggi stereotipati ma con un’apprezzata tridimensionalità e una certa attenzione ai particolari. Attenzione riscontrabile anche in coloriti passaggi di trama (la progressione orrorifica finale, ma anche notevoli intuizioni atmosferiche disseminate lungo i novanta minuti), che dimostrano come la struttura portante del film sia solida, variegata e che, nonostante la palese derivazione, possa anche rilevarsi accattivante.

Nessuna sindrome da Ghost House o da nu horror, in Il Mistero del Bosco: ne consegue una totale allergia ai facili balzi dalla sedia (assenti giustificati, sia ringraziato Odino), vista la totale devozione a un’atmosfera oscura e opprimente, impreziosita da un’ambientazione (gli anni ’60) e relativo tema portante genuinamente sinistri.

Su tutto gigioneggia McKee: la sua regia è precisa, attenta e visionaria, e, complice un efficace lavoro di taglia e cuci in sala di montaggio, regala almeno un paio di scene di indimenticabile bellezza. Senza tanto strafare a suon di CG ed effetti speciali vari, McKee filma angosce e turbamenti con gradita personalità e grande impatto visivo.

Non siamo di fronte a un film cardine dell’universo horror, ma di motivi per vedere la rossa Patrica Clarkson tirare i capelli alle compagne di collegio, o per applaudire il sempre glorioso (e massiccio) Bruce Campbell, ne sono zeppe le righe precedenti. Il Mistero del Bosco è un buon vaccino per combattere il virus dell’originalità negata: predentelo.

2 commenti:

  1. non lho visto
    ma sono sicuro che questo film è straordinario
    altro che
    è che lo devi vedere in due parti...

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  2. Ovvio che non l'hai visto, te non guardi mai i film. Sei una vergogna.
    E ora vai dietro la lavagna.

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