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IL SEGRETO DI RAFFAELLO - Lucia Bruni

By Simone Corà | venerdì 29 febbraio 2008 | 13:15

132 pagine
Dario Flaccovio Editore
12 €

Autunno 1898. Un duplice delitto getta scompiglio nel tranquillo paese di Querciaio, a pochi chilometri da Firenze. Due vittime, due donne: Ornella è morta affogata, Albina strangolata. Quale mano ha compiuto gesti ditale insensata violenza, e perché? Il paese si interroga, la polizia indaga, ma è solo grazie all’ostinazione della giovane Esterrina che si riuscirà a venire a capo della complessa vicenda.

È un tuffo di centodieci anni nel passato il romanzo d’esordio di Lucia Bruni, penna gialla già affilata come lame di coltello, con un curriculum di premi e pubblicazioni che ben parlano per lei.

Velocità d’esecuzione, precisione lessicale e un pizzico di innocuo umorismo sono indizi letali su cui si struttura una vicenda contorta e curiosa. Merito di un’ambientazione perduta nel tempo e di una protagonista effervescente, attorno alla quale girano un prete, un assassino e una numerosa squadriglia di personaggi ben dipinti. Stuzzicante poi l’idea di un comparto dialogico totalmente dialettale, ricreato con passione e accuratezza.

Tuttavia, sono proprio questi ultimi due punti ad appesantire una lettura tutto sommato sempre piacevole e avvincente. Per i forestieri, infatti, i dialoghi risultano spesso di difficile comprensione, e richiedono un’attenzione sicuramente troppo esagerata per essere capiti. Si premia la scrupolosità nella loro stesura, ma chi scrive si è azzoppato con frequenza, interrompendo di conseguenza il flusso della storia. Certo, è naturale, in fondo Lucia ha realizzato Il segreto di Raffaello come toscana e per i toscani. Impossibile quindi puntare il dito su una scelta tanto coraggiosa.

Secondo punto dolente (e qui invece è doveroso puntare il dito accusatorio) è la mole di personaggi, una profusione di nomi ai quali non sempre si riesce a collegare un’immagine mentale. Il risultato è un nodo più ingarbugliato di quanto dovrebbe essere, e un ostacolo, soprattutto nei primi capitoli, piuttosto consistente che limita lo sbrogliare della matassa.

Cinquanta pagine in più avrebbero contenuto i danni, dando il giusto spazio agli abitanti di Querciaio, mente le centotrenta scarse che abbiamo tra le mani faticano a contenere la cascata di informazioni.

Ne resta comunque un libricino vivace e colorito (e come al solito curatissimo, secondo tradizione della Flaccovio Editore), che purtroppo ha nel suo punto di forza maggiore anche il suo limite più vistoso.

Destinato a pochi.

4 commenti:

  1. sì ma cacchio scusa, lo so che sono pedante e ridondante, ma 12 euro per 132 pagg è da matti!
    Eccheccazzo!

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  2. Eh lo so, ma io leggo aggratis con scheletri e ltn.
    Pedanta pure ;-)

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  3. lascia stare silente, homoinvitro in questi giorni è polemico e ce l'ha con il termine omnidefinitivo di "eccheccazzo"...
    perdonalo

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  4. Omnidefinitivo è un bel termine, molto meglio di ecchecazzo

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