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The Autopsy of Jane Doe (2016)

By Simone Corà | martedì 10 gennaio 2017 | 00:01

Un cadavere. Un obitorio. Un temporale. Cosa mai può succedere di brutto?                                                          

Mi capita raramente di fare il tifo nella speranza di un sequel, ma quando succede mi ci metto d’impegno, tipo petto nudo, bandiere e trombe da stadio. Ho un debole per la serialità narrativa e per l’espansione di un contesto attraverso seguiti, prequel e spin off, ma di solito nell’horror è molto facile rimanere delusi e credo sia importante dosare al meglio l’entusiasmo.
L’anno scorso, per esempio, ho pregato a lungo Nyarlathotep per avere un altro episodio di Turbo Kid e Deathgasm, e sembra che presto verrò accontentato. E se guardo un po’ più indietro negli anni, penso che, tra i vari, un Troll Hunter capitolo due mi avrebbe gasato parecchio. Purtroppo André Ovredal non sembra aver mai preso in considerazione l’idea (ma ha ancora tempo, non è mai troppo tardi, pensaci André!), ma lo ritroviamo a distanza di qualche anno in Inghilterra, al lavoro su una sceneggiatura di Ian Golberg (che ha non poche vittime televisive in curriculum, tra C’era una volta e Dead of Summer) e lo sconosciuto Richard Naing.

The Autopsy of Jane Doe non è quindi il tipico film di merda con cui Hollywood compra giovani e capaci autori europei, ma una produzione di dimensioni modeste e soprattutto made in England. È una cosa che rinfranca il cuore, fa tirare un bel sospiro di sollievo e fa pensare che perlomeno Ovredal, che è uno di quei registi che possono realmente combinare qualcosa di buono, a patto di avere i mezzi per farlo, è ancora salvo dal mostro cinematografico. Con Troll Hunter Ovredal era infatti riuscito a distinguersi per ingegno e freschezza con un prodotto pregno di folklore locale ma comunque con un taglio internazionale mica facile da centrare, e ora, al suo primo film in lingua inglese, può finalmente ritagliarsi uno spazio nella scena.
Cos’abbiamo allora qui? Un cadavere di una ragazza bellissima, rinvenuto sottoterra nello scantinato di un’intera famiglia massacrata. Tommy è il coroner designato per l’autopsia, e il figlio Austin è il medico che lo assiste. Come da tradizione, le faccende di routine sono le situazioni migliori per far succedere qualcosa di insolito e cattivo, e infatti non passa molto tempo prima di scoprire che il corpo nasconde un segreto.

Secco, incisivo, spoglio, diretto.
Così come l’accenno di trama, The Autopsy of Jane Doe è un film rapido e deciso, che parte sin da subito con la miscela di situazioni weird e non molla fino alla fine. Va detto che non ha una grande storia a sostenerlo, e il suo essere così chiaro e pulito sin da subito è un modo intelligente per camuffare un’idea forse non così memorabile. Il duo Goldberg/Naing viene da una televisione non molto interessante, è quel tipo di prodotto a cavallo tra taglio giovanile e pubblico di massa che non so come identificare (e non ho alcun interesse a farlo, eh), ma è palese che il mestiere lo sappiano fare e che siano in grado di mangiare sulla testa di molti colleghi: quello infatti che più piace del film è uno svolgimento furbo e molto curioso, quasi a creare dei mini cliffhanger con cui tenere lo spettatore per il collo negandogli una risoluzione del mistero invero abbastanza scontata e sulla quale forse la costruzione non doveva sbilanciarsi troppo.
Le continue sorprese che riserva il cadavere della ragazza costruiscono un congegno dal quale è impossibile sottrarsi, è un buon miscuglio di calamità classiche (insetti, temporali, sbalzi di elettricità, distorsione della realtà) mitragliate con un ottimo ritmo, e in almeno un punto il trio di autori assesta un colpo veramente perfetto e assemblato con un gran gioco di ansie.


Il problema di questo film, se così si può definire, è che a fine visione c’è il rischio che non rimanga granché. Forse è solo una mia percezione, a leggere in giro è un prodotto che sta piacendo parecchio e, oh, io me lo sono goduto di brutto, eppure la sensazione è quella di un qualcosa che sfugge.
È difficile individuare cosa non vada in un lavoro effettivamente molto ben fatto e coinvolgente per il suo intero minutaggio, si tratta forse di un calo di intesa man mano che la soluzione si fa più ovvia, o magari di un mancato approfondimento nell’istante in cui la vicenda inizia a farsi davvero esplosiva, mi è sembrato di avere a che fare con quel lanciare il sasso e poi ritirare la mano, come se Ovredal e compari avessero mancato il vero colpo per mettere KO lo spettatore.
A riempire questa sorta di vuoto ci pensa per fortuna il delizioso rapporto padre-figlio: si respira infatti un bellissimo clima familiare tra i due, un legame forte e d’affetto, c’è una chimica sincera e grande merito va al sempre meraviglioso Brian Cox e al bravo Emile Hirsch

Insomma, The Autopsy of Jane Doe è un film gradevole, ben girato e recitato, una bella conferma di un regista di talento che può fare ancora molte cose del terrore. Però… boh, facciamo che magari un giorno lo riguardo e aggiorno la recensione, eh?

6 commenti:

  1. E niente, non mi è piaciuto ne beyond the gates ne questo. Dei due,TAOJD era quello con più potenzialità, ma per me la seconda parte rovina del tutto le premesse interessanti della prima, dopo la quale di mille sviluppi narrativi possibili (più credibili, di maggiore spessore, magari più realistici, o anche solo originali) si è scelto quello più scontato e "sputtanato". Peccato...
    L

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    1. Bisogna sempre considerare la diversità dei film che passano di qui, e non parlo a livello di tematiche e storie. Jane Doe è un film professionale, Beyond the Gates no. E basterebbe questo per mettere molti paletti.

      Purtroppo nell'horror di fascia medio-bassa molte volte bisogna accontentarsi di spunti e tentativi (o almeno a me piace fare così), perché è chiaro che a giudicarli oggettivamente, come potevo fare con Beyond the Gates, alla fine c'è ben poco che possa piacere. :)

      Su Jane Doe, sì, sono d'accordo con te, la rivelazione è davvero molto banale, è la prima cosa a cui si pensa e la vicenda è invece costruita come se in realtà fosse una mega sorpresa. Probabilmente è questa "discesa" che mi ha fatto dire quel "bello, però...". :)

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    2. Condivido completamente la tua recensione. Il film parte benissimo...poi più ci si avvicina alla spiegazione...più ci si accorge che fa acqua come una stagione di Lost.
      Non spiega niente.
      Ci sono tantissime idee suggestive messe nel frullatore che poi scorrono via senza uno strascico.


      ================SPOILER===================
      Ci sono le trasmissioni radio con relative musichette a cui viene suggerito allo spettatore essere emanazione e cornice scenografica creata dai poteri del corpo.
      Ci sono tre cadaveri che scompaiono e riappaiono a piacimento come se non avessero consistenza materiale.
      C'è una fiala di sangue prelevata dal cadavere indemoniato che viene risposto in un frigo...e detona letteralmente...e il giovane protagonista invece di chiedere come novello Watson come ha fatto fino a quel momento..la stranezza del fenomeno al padre (lo stesso che 5 minuti prima..di fronte al sangue che scorre a fiotti dal cadavere di un corpo inciso...sancisce algido "Lo fanno...lo fanno..m'è già capitato...tarapia tapioca c'è la pressione extrasistole)...sembra solo scocciato di dovere ripulire.
      C'è un gatto che non si capisce cosa abbia ricevuto (tutta la scena è montata malissimo..lo prelevano dallo sbocco di un condotto per l'areazione con qualche tipo di mutilazione, squarcio - provocato dai cadaveri in libera uscita?che l'hanno pure riposto nel condotto?è riuscito a saltare li dentro in quelle condizioni?E poi che senso ha incenerirlo subito?Senza nemmeno capire che gl'è successo?Proprio loro che sono degli Sherlock patologi)
      Dopo il primo blackout entrambi i protagonisti iniziano a comportarsi come gli adolescenti di uno slasher qualsiasi..e prima vanno...poi rimangono..poi no c'è da finire l'autopsia...poi è meglio scappare....poi no ritornano.
      Nella prima mezz'ora il film sembra una puntata di CSI o di X-Files e poi ti scaglia nelle atmosfere dei film di fantasmi e morti viventi anni 80...con le asce, i roghi, la NEBBIA negli interni nel buio coi fasci di luce lisergici....e ci sono anche sequenze suggestive...ma queste due anime non sono per niente amalgamate ne hanno un raccordo.
      Perchè alla fine il cadavere si rigenera completamente, pupille comprese...a beneficio di spettatore...se poi nella sequenza dopo quella col poliziotto che lo dirotta all'universita nessuno s'accorge di quello stato?).
      Poi non capisco perchè la fidanzata sia tornata e chi gl'abbia aperto la porta. Gli accordi erano che lui l'avrebbe raggiunta dopo un certo orario e se anche non fosse riuscita a contattarlo al telefono fuori sembrava esserci una tempesta d'inferno.Il protagonista ha mollato un'accettata senza nemmeno vedere a chi la rifilava? Il corpo era in sceneggiatura in grado d'alterare le percezioni degli esseri umani nel suo raggio d'azione e di fargli vedere cose che non esistevano..tipo facendo apparire un cadavere e facendolo scomparire immediatamente all'arrivo della ragazza?Ma se la storia presuppone che il corpo si vendichi solo su chi lo viola direttamente...perchè crea le condizioni perchè la ragazza innocente venga uccisa dal protagonista?
      Sicuramente non ha senso farsi tutte queste domande in una ghost story ma è la trama del film che spinge lo spettatore a farsele inserendo all'inizio l'elemento estremamente realistico dell'analisi empirica e razionale e quello dello spessore psicologico dei personaggi e della loro relazione...personaggi che alla fine si trasformano solo in caricature.

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    3. Urca, che commento dettagliato! :-)

      Guarda, in linea di massima concordiamo e molte delle cose che scrivi sono ponderate e ci stanno parecchio (le varie analisi preliminari e l'approccio al cadavere), ma io non sarei così spietato. In fondo, e metto un bello

      SPOILERONE

      1) la sospensione dell'incredulità è gestita bene e, almeno per me, non ti porta a indagare così a fondo, e soprattutto
      2) la strega in quanto tale definisce i vari accadimenti soprannaturali. Lei confonde, disturba e carica di ansie padre e figlio, e sparge il male a chi entra in contatto con loro.

      Poi, sì, sono congetture, se il film fosse stato ben delineato e davvero forte di sicuro sarebbero risaltate di meno. :)

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  2. Secondo me il vero problema di questo film è il volere a tutti i costi rincorrere (nella seconda parte, peggiore della prima) lo spiegone storico-stregonesco. Poteva andare più per ellissi, voglio dire, tanto si capiva lo stesso. Per il resto concordo con la tua analisi. A presto.

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    1. Sì, alla fine concordiamo tutti su questo punto. Spingono troppo sulla rivelazione, senza rendersi conto che è davvero poca cosa, oltre a essere estremamente prevedibile. E' un peccato, ed è una cosa che ha il suo peso, ma in fin dei conti non pregiudica più di tanto il piacere di una visione alla fine sempre piacevole. :)

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