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Il classificone: i migliori album del 2013

By Simone Corà | lunedì 30 dicembre 2013 | 08:00

Tante cose belle nel 2013, tra le varie molti applausi per il black metal malinconico degli indonesiani (!) Vallendusk, il prog raffinato dei Van Gough, il solito capolavoro degli Ayreon, il power crucco e grezzissimo dei Wisdom, il trash sparato e pazzo degli Extol e il prog death poco originale ma comunque molto interessante dei Nami, ma i migliori sono questi:

Pace all’anima di chi non ascolta power metal, la felicità che ci dona è sempre enorme e la vita sarebbe meno bella senza i ritornelli happy, la voce strillata e le melodie zuccherose. Gli Helloween non sbagliano un colpo ormai da dieci anni, ogni disco è migliore del precedente e anche in Straight Out of Hell sfornano i soliti, bellissimi e ultracatchy inni da cantare a squarciagola facendo il girotondo da soli. Viva il power metal, gente.




4. Haken – The Mountain
L’album della maturità per gli inglesi Haken, 70 minuti di prog che non nasconde nulla delle sue influenze rock e non ha paura di mostrarsi aggressivamente metal, il tutto con una freschezza e personalità già mostrate nei due album precedenti ma che qui trova il naturale equilibrio, sacrificando certa immediatezza (nonostante le canzoni lunghissime) per un’offerta molto più sofisticata. Grande conferma.



Stesso discorso fatto per gli Haken, i Fen trovano bilanciamento perfetto tra i tanti generi a cui attingono, black, post-rock e prog anni Settanta si fondono per canzoni dal crescendo inarrestabile senza più certe ripetitività dei dischi passati. Devastanti ed eleganti, violentissimi e malinconici, solo i migliori Opeth, sul versante death, hanno saputo miscelare con altrettanta classe generi così distanti.



2. Anciients – Heart of Oak
Prendete i Mastodon più intricati e imbastardateli con il death, gli Anciients propongono un sound magari non originale ma molto personale nell’alternare mega riffoni e melodie in acido, contorsioni prog e aperture brutali. Album inaspettato e solidissimo, band agli esordi ma che sa già il fatto suo.



1. The Ocean – Pelagial
Continua l’evoluzione sonora dei tedeschi, dopo il capolavoro Heliocentric/Anthropocentric il nuovo Pelagial segue le stesse coordinate tra sludge e progressive, tra violenza martellante e dolcezza nostalgica, per una proposta ormai unica nel panorama metal: la costruzione impeccabile dell’album, le melodie e la solarità iniziale che via via lascia il posto a catacombale, asfissiante pesantezza è quanto di più intelligente sentito negli ultimi anni, un progetto, il loro, sicuramente ambizioso e liricamente fin troppo sofisticato, ma completo e gestito con capacità immensa.  

8 commenti:

  1. ma non ti rompi ad ascoltare solo metal?
    non per il genere in sé, che pure non amo particolarmente, è solo che io ad esempio mi stufo a sentire un unico genere di musica anche solo dopo un'ora. :)

    naturalmente è una considerazione così, poi ognuno faccia come preferisce, che a me non mi cambia niente eheh

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    1. Perché non è lo stesso genere ;-)
      Ci sono diecimila sottogeneri, alcuni così distanti che non hanno nulla in comune, se non le chitarre distorte (ma a volte manco quelle).

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    2. ok, ma c'è anche un sacco di musica interessante senza chitarre. mai provata? ;)

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    3. E' noiosa! Senza chitarre che musica è? :-p

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  2. eh eh io sono più di 30 anni che non mi rompo ad ascoltare dall'hard rock in su...ormai credo che non cambio più, io per esempio non ce la faccio ad ascoltare altro...prendo appunti intanto per questa classifica

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  3. bella classifica. Sopratutto i leggendari helloween

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