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Recensione: Gantz

By Simone Corà | mercoledì 7 dicembre 2011 | 08:00

Ispirato all’omonimo manga di Hiroya Oku, da noi giunto al 29 volume e in corso di pubblicazione verso un finale che probabilmente non vedremo mai, Gantz copre dignitosamente una prima parte del fumetto. Difficile giudicare la pellicola in quanto tale, il capolavoro di Oku, non è un mistero, sappiamo essere pieno zeppo di incongruenze, contraddizioni che sono presenti pari pari nel film di Sato pur non danneggiando la fluidità e la riuscita generali.

La vicenda inizia con l’incontro casuale in metropolitana tra due studenti universitari che non si vedevano dalle scuole medie, Kei e Kato. Insieme aiutano un ubriacone che giace svenuto sui binari lo salvano portandolo sulla banchina ma finiscono travolti dalla metropolitana. Istantaneamente si ritrovano in una stanza spoglia, che ospita una misteriosa sfera nera conosciuta come Gantz. Insieme a loro ci sono altre persone, qualcuno sembra saperne di più sull’assurdità della situazione, qualcuno è spaesato tanto quanto i due. Non passa molto tempo che la sfera nera ordina ai presenti di equipaggiarsi con strane tute e armi sofisticate per dare la caccia a un misterioso personaggio. Queste le basi per una storia che dopo 29 eccitanti volumi deve dare ancora molte risposte, risposte che non ci dà questo Gantz ma che troveremo, per singolare scelta cinematografica, nel successivo film gemello, Perfect Answer.

Lo voglio per Natale!

La sceneggiatura resta fedele al manga, sia per impostazione che per svolgimento. Da notare il meticoloso lavoro di Watanabe nello snellire una trama densa di personaggi e situazioni, senza però creare omissis importanti o profonde voragini nel racconto. A un primo confronto, le tavole di Oku riescono ad essere ancora più dinamiche del comunque buon lavoro di macchina di Sato, e questo è un elemento che si nota lungo tutta la pellicola. Addirittura, in alcune scene (in particolar modo durante la magnifica lotta al museo delle statue), si riscontrano inquadrature che pescano direttamente dal manga.

Non dimentichiamo che il fumetto (ma questa è cosa classica nel parallelo video-carta) dà più ampio respiro a pensieri e dialoghi sulla vita, la morte, il coraggio, la capacità di ognuno di aiutare il prossimo in contrapposizione all’egoismo interiore, ma anche se più improntata sull’action pura, con un’inarrestabile successione di eventi, battaglie e catastrofismi assortiti, la trasposizione, incredibile a dirsi, non sembra risentire minimamente del passaggio da cellulosa a celluloide. Anzi, funziona meravigliosamente per un impatto visivo originale, che chiaramente risente del tocco assai personale di Oku nella creazione dei segmenti, ma che incanta e stupisce con fragorose sequenze di combattimento tra il weird, la fantascienza e l’horror (statue giganti, robot scattosi, alieni deformi), ricche di un approccio ironico e che ben sfruttano costumi darkeggianti ed effetti speciali mai invadenti.

Sato filma con occhio occidentale, lasciandosi influenzare maggiormente dal cinema supereroistico americano (la scena in cui Kei prova la tuta, saltando da un palazzo all’altro, ricorda Spiderman che lancia le prime ragnatele nel lavoro di Raimi), lasciando da parte la lentezza classica che caratterizza un certo cinema orientale. Oku, che conferma di essersi ispirato ai film di Hollywood per il manga, gli rende comunque facile il lavoro, perché disegna fedelmente interi quartieri di Tokyo che il regista nipponico sceglierà proprio come location. Rimane però un certo rammarico perché, se lo splatter, tipico del fumetto, è ampiamente presente, soddisfacendo così anche i palati più truculenti nonostante una minor esagerazione sanguinaria, a mancare del tutto è l’aspetto erotico, assai massiccio nell’opera originale.

E pure lei! Cioè, ehm, la tuta, ovvio!

Azzeccato infine il cast, con attori dalla fisionomia che ricalca i personaggi del manga (su tutti la bella Yuriko Yoshitaka), con in particolare un bravissimo Kazunari Ninomiya che riesce a trasmettere le emozioni più disparate (dall’ingenuo timore iniziale alla pura strafottenza) con una mezza smorfia sorridente che non abbandonerà mai per l’intera pellicola.

Prima del vero e proprio sequel, Sato dirige un film per la tv, Another Gantz, che rilegge questa stessa pellicola raccontandola dal punto di vista del detective che apparirà in Perfect Answer.

2010, Giappone, colore, 130 minuti
Regia: Shinsuke Sato
Sceneggiatura: Yusuke Watanabe

[Crescizz & Simone]

14 commenti:

  1. Non sono mai riuscito a digerire del tutto Gantz il manga... Un po' troppo weird per me. A volte anche troppo splatter, forse...
    Però questo film potrebbe essere la volta buona per conoscerlo meglio. Sottotitolato si trova?

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  2. Io lo conosco solo di fama (a leggerlo furiosamente è Crescizz, con cui ho scritto la rece), ma lo recupererò prossimamente ché l'anno prossimo dovrebbe iniziare una mega-ristampa. L'idea è veramente fantastica, e il film, che da quanto mi dicono è parecchio fedele pur dovendo saltare varie parti per ovvi motivi di lunghezza, rende perfettamente il mistero e la stranezza di quello che accade. Secondo me è un bel film a prescindere (si trova tranquillamente coi sub, non dovrebbe essere arrivato in Italia doppiato), il problema è il film gemello, Perfect Answer, che chiude la storia,una pellicola veramente orribile e noiosa, di cui parlerò venerdì. :)

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  3. io non conoscevo proprio nè il manga nè il film. grazie per la segnalazione

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  4. Carino, scorre veloce nonostante le due ore di durata. E assolutamente d'accordo sul noiosissimo Perfect Answer. Ho provato a guardare anche l'anime ma le diecimila pippe mentali che si fanno i protagonisti mi hanno fatto desistere... sparate a quel fottuto alieno, porco zeus!

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  5. Gantz! Non mi ricordo più a che punto sono arrivato. Al liceo lo adoravo.
    Questo film potrebbe essere ideale per risaltare a bordo! Ci sono gli alieni-cipolla? :D

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  6. Di Gantz devo ammettere di non conoscere molto, ho visto solo qualche episodio della serie animata. La cosa che ho trovato più noiosa nella produzione è proprio l'eccessivo uso del fanservice, quindi questo film potrebbe piacermi ^^

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  7. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  8. @ Luigi: cosa dire, questo primo film a me è piaciuto parecchio, e credo che valga in ogni caso la pena di essere visto, anche se il sequel, necessario per la, ehm, "comprensione" della trama, è uribile. :)

    @ Count Zero: sono stato tentato molte volte dall'anime, ma la fama che si porta dietro la GONZO mi ha fatto desistere, più che altro perché il finale, anche lì, è ovviamente inventato ed è la parte più criticata. Chi me lo fa fare di guardarlo, aspetto la ristampa del manga. :)

    @ Mr. Giobblin: certo che sì, in una lunga sequenza gustosissima!

    @ Acalia: qui in quanto a fanservice siamo praticamente a zero, ci sono dei momenti splatter (ma ci stanno per l'atmosfera che ricreano), mentre l'aspetto erotico è del tutto assente. :)

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  12. Purtroppo non sono mai riuscito a leggere il manga, ma questo film mi piacque davvero poco o nulla.

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  13. Io ho letto tutto il manga: a me è piaciuto molto,l'unico difetto è forse che la phase1 dura un po' troppo,ovvero troppe missioni prima di scoprire realmente cos'è il Gantz e chi sono gli alieni. Altro appunto il finale : un po' troppo frettoloso direi. Ma nel complesso io metto Gantz nella mia personale Top 10 dei migliori manga

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  14. Io ho letto tutto il manga: a me è piaciuto molto,l'unico difetto è forse che la phase1 dura un po' troppo,ovvero troppe missioni prima di scoprire realmente cos'è il Gantz e chi sono gli alieni. Altro appunto il finale : un po' troppo frettoloso direi. Ma nel complesso io metto Gantz nella mia personale Top 10 dei migliori manga

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