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Feast III: The Happy Finish

By Simone Corà | mercoledì 30 giugno 2010 | 08:00

2009, USA, colore, 78 minuti
Regia: John Gulager
Sceneggiatura: Patrick Melton, Marcus Dunstan

I sopravvissuti ai disastri raccontati in Feast II tentano di rimanere disperatamente in vita aggrappandosi a ogni scappatoia, ma le terrificanti creature sembrano sempre più affamate ed eccitate, e scampare alla loro furia appare come un traguardo irraggiungibile… Fuggire dalla cittadina infestata attraverso le fogne è l’unica strategia a disposizione del gruppetto, al quale si aggiungeranno altri strampalati eroi, come un esagitato esperto di arti marziali e un tenace, imbattibile soldato.

Capitolo conclusivo della saga splatter/demenziale di John Gulager, in Feast III si toccano altri apici di delirante, brutale ironia nera che era ormai lecito aspettarsi dopo la seconda, atroce puntata, ma è tuttavia l’episodio minore della trilogia per una chiara fiacchezza narrativa, prevedibile dopo due film grossomodo uguali.

Se quindi non ne avete avuto abbastanza della cattivissima comicità di Feast II, in questo terzo atto potrete trovare, tra le varie ingegnosità sanguinarie, un bestiale stupro anale dove una creatura, prima di raggiungere le amate chiappette umane, perfora la parete di un container con il suo pisello alieno, e una testa ingurgitata, digerita ed espulsa con tanto di precisa, lunga inquadratura del foro d’uscita. Questi non sono che due dei virtuosismi gore messi in piedi da Gulager & Co, che si divertono spietatamente in molte altre occasioni di puro, rivoltante disgusto comico.

Torna inoltre una certa abilità, in parte assente nella seconda puntata, nel ribaltare cliché e banalità, con personaggi macchiettistici che deridono aspramente classici eroi e villain dei b-movie, riuscendo addirittura a stupire, in un paio di sequenze, per imprevedibili mete assegnate loro dalla sceneggiatura.

Per il resto, Feast III, pur nella sinteticità di ottanta minuti scarsi, è film lungo e annacquato, infarcito di momenti fin troppo diluiti per raggiungere un minutaggio quanto meno dignitoso. L’infinita, grossolana battaglia finale nelle fogne, per citare l’esempio clou, stanca dopo pochi minuti, e si nota subito che le cartucce migliori di questo terzo capitolo sono state sparate nei primi minuti, imbastendo poi un susseguirsi di sparatorie e botte da orbi mediamente noioso e poco effervescente.

Pur con un drastico calo di qualità e freschezza rispetto ai primi due episodi, e non menzioniamo la colonna sonora, gradino più basso di un trittico di OST inascoltabili, Feast III è comunque appuntamento impedibile per chi ha visceralmente goduto fino a questo atto finale, film da vedere anche solo per l’assurda, per certi versi geniale conclusione, apice di una certa beffa con cui Gulager si è sempre preso gioco del pubblico.

Leggi la recensione di Feast
Leggi la recensione di Feast II: Sloppy Seconds

2 commenti:

  1. Sì, concordo.
    Io ho avuto l'impressione che volessero fare una cosa più gore e meno comica, cercando anche di farlo più adrenalinico in maniera "seria". Ovvero, il tentativo mi è parso quello: fare anche paura. (Un po' come nel primo, se vogliamo, pur con atmosfere meno d'assedio e oppressione e molto più gore).
    Ma fallisce. E fa anche meno ridere del secondo. Quindi decisamente deludente se ci si aspetta il livello del II. Se lo si affronta senza troppe aspettative è comunque piacevole (io l'ho rivisto, e alla seconda visione l'ho apprezzato molto di più).

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  2. Sì, lo si guarda anche volentieri, ma ha perso tutta le freschezza degli altri due capitoli.

    Più che altro, se fosse durato giusto un'oretta ne avrebbe guadagnato di più, perché non ho visto proprio un gran gusto nel bilanciare l'umorismo alla violenza e all'orrore, e quindi anche le buone idee stancano dopo un po' (penso al karateka mutilato di scena in scena).

    Però l'inizio e il finale sono da applausi!

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