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Lost - Stagione Cinque

By Simone Corà | venerdì 31 luglio 2009 | 13:09

Creato da: J.J. Abrams, Damon Lindelof, Carlton Cuse
Episodi: 17
Durata: 42 cad.
Anno: 2009

Era lampante che, visto l’approssimarsi della fine del gingillo enigmatico creato da J.J. Abrams, la serie che aveva fatto del mistero e delle domande irrisolte il suo punto di forza, iniziasse a fornire risposte ai tanti, innumerevoli quesiti nati in queste cento e passa puntate.

E se ci sono volute ben quattro stagioni prima di ottenere un minimo di spiegazione plausibile dei mille perché dell’isola (il Fumo Nero, il tasto da premere ogni 108 secondi, il mistero che avvolgeva la Rosseau, il motivo della scomparsa dell’isola alla fine della quarta serie), è perché, pur con una certa diabolica strategia catturaascolti (tra l’altro parzialmente controproducente, visto il calo di share negli States), la stagione cinque è strutturata in maniera tale che le risposte non risultino forzate o figlie di spiegoni irritanti, ma come naturale prosecuzione della serie, come se questo e solo questo fosse il momento opportuno per fornirle, perché funzionale, anzi, fondamentale per la trama generale.

E infatti, nella prima manciata di episodi, il giallo dietro la sparizione dell’isola darà il via a una seqeunza spaventosa di indovinelli risolti, appagando finalmente ogni spettatore ormai stanco del meccanismo lostiano.

Chiaramente, la stagione fornisce nuovi spunti e interrogativi (Jackob su tutti) che troveranno pace solo nell’ultima serie, mentre lascia totalmente in disparte tanti aspetti importanti, più e più volte toccati in precedenza (la serie numerica di Hurley, Claire, il mistero delle nascite impossibili), aspetti sui quali, diventa ormai evidente, Lindelof e Cuse si sono concentrati per costruire gli ultimi 17 episodi che comporrano la sesta stagione.

Pur con ritmi altalenanti – dopo l’esplosione iniziale si deve assistere a una certa tranquillità, spezzata solo dopo qualche episodio necessario alla trama generale ma poco movimentato – la quinta stagione è quanto di più complesso abbia mai offerto Lost fino a questo punto.
Le linee temporali sulle quali si svolge la vicenda sono diventate molteplici, tanto che ne avremo ben due sulla stessa isola (presente e 1977), e le classiche finestre sui vari personaggi ospitano frammenti di passato, futuro e diversi punti di vista del presente, utile a formare un giocattolo efficace e stimolante.

Questa varietà è utile, nonché logica, alla vicenda globale, più che mai incentrata su wormhole e paradossi temporali, elementi che spostano definitivamente le coordinate generiche della serie sulla fantascienza (pur con tante parentesi appartenenti ad altri mondi).

Ottimo, come sempre, il lavoro svolto sui personaggi, e sempre più marcate le trasformazioni caratteriali che i vari naufraghi hanno subito in questi anni: Jack e Kate, da paladini della giustizia e coppia perfetta, sono diventati insopportabili contenitori di odiosità, mentre Sawyer, da irritante villain, è mutato in quello che sembra essere l’unico e vero eroe della serie. Aspetti, questi, forse non voluti sin dall’inizio, ma programmati man mano durante la scrittura degli episodi, fattore che mostra quanto originale, insolito e coraggioso sia Lost nella delineazione di eroi e antieroi.
Oltre a loro, viene posta molta cura nella creazione di un Ben sempre più ambiguo e imprevedibile, e di un Locke che sembra essere l’unico ad avere la conoscienza con la C maiuscola.
Sempre piacevoli, infine, Hurley e Miles, che creano simpatici siparietti, indovinati anche se dosati col contagocce.

Deludono invece i dialoghi, da sempre lacuna della serie: sintetici, scheletrici, a volte troppo superficiali anche quando è sottointesa la volontà di tenere nascosto il mistero il più possibile.
Scontenta un po’ anche il cliffhanger finale che, dopo aver condotto lo spettatore verso una soluzione della faccenda non troppo rivoluzionaria, lascia tutto in sospeso senza che via sia un vero twist inatteso, come ci avevano abituati i diavoletti Lindelof e Cuse nelle altre quattro serie. Certo, l’immagine finale lascia spazio a qualsiasi imprevedibilità futura, ma d’altro conto si sta parlando di Lost, dove ‘imprevedibile’ è un termine abbastanza consueto.

Si esce dall’apnea televisiva con una voglia ancora più spasmodica per per un’ultima stagione in cui ogni tassello troverà finalmente posto nel mosaico complessivo della serie tv che, volenti o nolenti, ha rivoluzionato il concetto di telefilm.

9 commenti:

  1. I love it!

    A quegli autori lì, gli fischieranno in continuazione le orecchie, perché io mentre guardo Lost li insulto in continuazione: Sono dei meravigliosi bastardi quei genialoidi schifosi!

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  2. Concordo!

    Però, per fortuna, dài, le cose tornano, i nodi si disfano, e si vede che sotto sotto la trama c'è.

    E ora via di agonia per aspettare l'ultima serie.

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  3. Agonia o non agonia, per me, che ancora la quinta non l'ho vista, la cosa più importante è sapere che caspio succederà a Locke!
    Perchè spero che quella bara là, nella quarta serie, non significhi proprio che sia morto, ma magari tipo, solo un po' svenuto, ecco.

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  4. Ma sbrigati a guardare la quinta serie, che sennò ti spoilero tutto!

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  5. La cosa peggiore di Lost
    sono
    gli amici che non vedono le serie nuove! ;)
    Così quando esci e vorresti parlare di... e discutere su cosa voglia dire quel... e cazzo che figata la scena in cui...
    e invece niente!
    Dovrebbe essere obbligatorio guardarlo appena esce!

    Comunque ormai una cosa si sa: Locke è Gesù.

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  6. Locke è Gesù.

    Lo ripeterò come un mantra! :)

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  7. Cybsix, guarda la quinta che poi te ne chiederai di cose su Locke, altroché, altroché!

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  8. Cybsix, guarda la quinta che poi te ne chiederai di cose su Locke, altroché, altroché!

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  9. @ Munzic: ma come?!? Ho passato quattro serie a chiedermi tutto di tutti mentre Locke era l'unico faro nella notte, l'unico baluardo di sicurezza e adesso ci si mette anche lui?!? Ennò eh! ;P

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