L'Esorcista

By Simone Corà | mercoledì 29 luglio 2009 | 13:09

di William Peter Blatty
Fazi Editore, 2009 (edizione originale 1971)
415 pagine
19 euro

Ci sono opere che non possono essere commentate. Tanta è la loro importanza e la loro inespugnabile qualità che, dopo anni e anni in cui sono state sviscerate e interpretate in ogni modo possibile, non solo è difficile poterne fare una recensione, ma diventa addirittura superfluo, nel 2009, quando le parole per illustrare il proprio parere si riducono drasticamente in una manciata di semplici termini altisonanti.

Inutile è anche parlare della genesi, raccontare la storia e i perché di un libro che avrebbe permesso a Wiliam Friedkin, un paio d’anni dopo la sua pubblicazione, di dirigere forse il film horror più rilevante nella storia del cinema. Tutti conoscono L’Esorcista, tutti sanno cosa succede alla piccola Regan, tutti sanno chi è Padre Karras e tutti sanno cosa fa Padre Merrin.
E probabilmente è questo il limite maggiore di un romanzo con quarant’anni sulle spalle: la storia non ha segreti, i personaggi nemmeno, il senso di inquietudine viene meno e i colpi di scena hanno perso il loro effetto, ed è come se si volesse guardare Psycho con la speranza di rimanere stupiti da un finale epocale che, però, ormai non è più segreto a nessuno.

Ma, al di là della leggenda, del successo stratosferico, delle chiacchiere e delle controchiacchiere, il primo romanzo horror di William Peter Blatty (dopo una serie di opere umoristiche e una proficua collaborazione come sceneggiatore con Blake Edwards) possiede, ancora oggi, una perfezione strutturale spaventosa, una rigorosa costruzione psicologica dei protagonisti che lascia basiti per ricchezza e realismo, e una prosa sì difficile, non immediata, nella quale è facile smarrirsi e che richiede massima concentrazione per essere respirata appieno, ma che incanta per capacità lessicale e gestione dei dialoghi.
E quindi si sopporta la scelta di creare paragrafi lunghissimi in cui succedono decine di cose anche a ore, giorni di distanza, senza mai un rigo di distacco utile a imprigionare determinati episodi in determinati momenti temporali; oppure i continui cambi di punti di vista, all’interno anche della stessa sezione, che a volte fanno perdere il segno e il senso di continuità.

Ma è tutto perfettamente bilanciato, ne L’Esorcista, ponderato con estrema accuratezza, tanto che anche il più piccolo gesto, il più innocuo degli eventi riveste un’importanza, un ruolo ben preciso che va a incastrarsi in un soggetto non molto complesso, ma trascinato avanti da personaggi memorabili, indimenticabili (il dilemma religioso di Padre Karras, la prolissità verbale del detective Kinderman e naturalmente la furia incontrollabile di Regan/Pazuzu), che pensano e parlano in maniera terribilmente credibile (la prima visita di Padre Karras alla Regan indemoniata e il relativo colloquio con il demone sono istanti magistrali, di altissima qualità narrativa per ritmo, realismo scelta lessicale).

Questa nuova edizione pubblicata da Fazi presenta una nuova traduzione, a opera di Cristiano Peddis, che a volte si scontra con qualche ripetizione e qualche avverbio di troppo, un prezzo assurdo ed esagerato che solo in Italia possono avere il coraggio di applicare, e una discutibile e ridondante prefazione di Edoardo Nesi, che getta qua e là alcune considerazioni sull’horror alquanto opinionabili e che fa pensare che, di horror cartaceo o filmico, non ne abbia mai visto uno.

A ogni modo, non resta che ripetere banalmente che il romanzo di Blatty è un capolavoro immortale, e che chiunque, chiunque, horror maniac o meno, dovrebbe leggerlo.

7 commenti:

  1. 19€?!?!?! Sono pazzi...
    Io ho ereditato dai nonni la versione del 1974 (questa) che ancora profuma di cantina e carta vecchia.

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  2. Quoto ogni sillaba.
    Infatti nemmeno ho tentato di recensirlo, ho buttato lì qualche frase per dire che sì, cazzarola, è un capolavoro...

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  3. Almeno, per quel prezzo lì, la prefazione avesse avuto una certa concretezza, una logica che analizza davvero L'esorcista rapportandolo all'horror, sia vecchio che odierno.

    E invece giù a ripetere che L'esorcista fa paura, ma davvero paura, ma paura paura paura, oh, ma paura! XD

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  4. Anch'io ho l'edizione ereditata dal babbo: puzzolente, ammuffita e restaurata grossolanamente dall'ultimo allagamento del garage.
    Ma quelle pagine perfette sono valse tutte le ore di lettura odorosa e non proprio "sana". :)

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  5. Concordo sulla recensione. A me interesserebbe cmq il sequel "Gemini" dello stesso Blatty (da cui lo scrittore ha preso spunto, sembra, per Exorcist III), anche se mi sembra di ricordare che è fuori catalogo da un pezzo ;(

    God

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  6. Sì, L'Esorcista III è nato da Gemini, libro che interesserebbe anche a me, ma che temo dovrò propio cercare in qualche bancarella magica.

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